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Monti: Adesso il pacchetto “Cresci-Italia”

"Questo è un momento storico in cui tutti abbiamo il dovere di rimettere in discussione noi stessi, dunque anche le nostre abitudini e le nostre tradizioni". Vola alto, il premier Mario Monti, nell'intervento che ha aperto, nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, la tradizionale conferenza stampa di fine anno, questa volta (fatto inedito) allargata anche ai cronisti della stampa estera. 

Un evento particolarmente atteso, anche perché Monti aveva fatto sapere, attraverso alcuni suoi ministri e il proprio staff,  di voler illustrare in quest'occasione, a grandi linee, i contenuti del decreto (da lui stesso ribattezzato "Cresci-Italia") a cui è delegata la cosiddetta "fase due", vale a dire quella cui toccherà il compito di far ripartire sviluppo e competitività, dopo la messa in sicurezza dei conti pubblici, avvenuta con l'approvazione della manovra in Parlamento, prima di Natale. 

Un decreto che, come la manovra, dovrà essere partorito in tempi estremamente brevi, a causa degli imminenti impegni europei nei quali il nostro governo e' chiamato a presentare la propria ricetta: "L'Italia sta caratterizzandosi per un ruolo più attivo - ha detto Monti - l'Europa ci attende con ulteriori impegni sulla crescita all'Eurogruppo del 23 gennaio e successivamente al Consiglio Ue del 30 gennaio.
 

In vista di queste scadenze lavoriamo su questi fronti: uno sforzo intenso e ben distribuito sul fronte della concorrenza e delle liberalizzazioni; lavoro e ammortizzatori sociali (in negoziato con i sindacati); sviluppo economico e infrastrutture; ricerca e capitale umano; coesione territoriale. Bisogna fare presto".

Ma prima di passare a dare delle informazioni su cosa sia allo studio dell'esecutivo, Monti ha voluto mandare un messaggio rassicurante all'opinione pubblica, circa le voci che si erano diffuse sulla possibile necessità di un'ulteriore manovra correttiva: "Nessuno pensi - ha detto - ne' che occorre un'altra manovra ne' che la fase della crescita ora significhi larghezza finanziaria", anche se "non sono terminate le turbolenze finanziarie, e c'è ancora molto da fare.

Monti, approcciando il tema dei provvedimenti per la crescita, ha voluto anche sottolineare che "non c'è mai stata una fase uno separata da una fase due. Sono solo cambiate le concentrazioni di peso nella miscela, ma già nella manovra 'salva-Italia' il terzetto di obiettivi, fin dal titolo del provvedimento, era composto da crescita, equità e consolidamento dei conti pubblici, sebbene con un'enfasi maggiore su quest'ultimo". In particolare, Monti ha anticipato che il governo lavorerà "in parallelo su liberalizzazioni e mercato del lavoro. Cio' e' consentito dal fatto che le risorse umane da dispiegare su due fronti non sono le medesime. 

Il ministro del Welfare Elsa Fornero si occuperà del mercato del lavoro, mentre il sottosegretario Catricalà diversi ministri e io stesso, che non ho ancora del tutto dimenticato la materia della concorrenza, saranno incalzanti su liberalizzazioni e concorrenza. Per quanto riguarda i tempi delle riforme del mercato del lavoro -ha spiegato - verranno divise in due parti: una per gennaio e una per febbraio, con l'obiettivo di "superare il dualismo del mercato del lavoro italiano" e "una regolamentazione con forti incertezze interpretative", e a fare in modo che le tutele previste per i lavoratori ne favoriscano la riallocazione nel mercato del lavoro, in un contesto mondiale comunque caratterizzato da una continua evoluzione della produzione, incentivandone il reimpiego, trovando "misure più moderne per valorizzare il lavoro e rendere l'uso del lavoro più incoraggiato".

Inevitabile un accenno al tema della riforma delle pensioni, per la quale "interverremo a favore dei lavoratori che erano stati messi in mobilità con le vecchie regole e affronteremo tutti quei casi in cui i lavoratori con le nuove regole si possano trovare in particolare difficoltà". Interpellato sul problema del lavoro precario, Monti ha risposto che "è molto importante superare la precarietà, non il fatto che nel mondo di oggi e di domani un lavoro stabile e a lungo termine, probabilmente, sarà una cosa sempre più rara.  Quindi elementi di flessibilità e di aggiornamento sono essenziali: questi non sono elementi di precariato ma di adeguamento al mondo moderno".

E su possibili tensioni sociali, osserva: "Non so se ci saranno forti tensioni sociali, faremo di tutto per evitarle". Tra le misure che sicuramente faranno parte del pacchetto sulla crescita, la riforma del catasto, di cui si è già parlato molto nei giorni scorsi, e che Monti ha rivendicato: "E' molto importante - ha detto Monti - per adeguare la tassazione alla realtà effettiva. Non ci sarà un aggravamento dell'imposizione sulla casa ma una maggiore equità sull'imposizione. Non si può dire - ha aggiunto - che la pressione fiscale in questo settore crescerà rispetto a prima del 2008". Tornando a parlare della manovra di consolidamento dei conti pubblici, Monti non ha contestato il fatto che possa avere effetti recessivi, ma ha ribadito che non presentava alternative: "Non è una manovra di per se' espansiva. Economisti che dicono che può causare una recessione dicono una cosa sensata ma che non coglie la specificità del momento: l'alternativa non era tra una manovra espansiva e o potenzialmente recessiva, questo non era nel novero cose realistiche. L'unica opzione alternativa reale - ha spiegato - era non fare una manovra, ma cio' "avrebbe comportato per l'Italia rischi di recessione esplosiva o di esplosione recessiva". Il che sarebbe stato "comunque peggio di una recessione tout court senza esplosione".

Inevitabili, le considerazioni sull'andamento dello spread tra BTP e Bund tedeschi, che continua a rimanere piuttosto alto: "Anche io - ha osservato Monti - più volte al giorno osservo l'andamento dello spread, senza ne' divinizzarlo quando cresce ne' demonizzarlo quando sale. Nei fondamentali della nostra economia – ha asserito il premier - non c'è nulla che giustifichi uno spread così alto, ma il rialzo dello spread dopo il 5-6 dicembre è dovuto alla delusione dei mercati i per risultati del Consiglio europeo, non ai mancati o limitati interventi della Bce a sostegno dei titoli italiani.

Da convinto sostenitore dell'indipendenza delle banche centrali - ha aggiunto - non ha ne' proposte ne' critiche" da rivolgere alla Bce, che è "in ottime mani". In generale, Monti rivendica di voler portare nel nuovo anno "un'Italia più convinta di se', più rispettata all'estero, più solida economicamente. Anche e soprattutto - ha continuato il premier - se saremo riusciti a ridurre un po' la di distanza che si è cerata con danno generale tra i cittadini e il mondo politico".

Parlando di estero, il riferimento principale non può che essere ai partner Ue, e alle loro opinioni pubbliche, in particolare quella tedesca: "Siamo tutti impegnati - afferma - nel modificare i pregiudizi sbagliati che l'Europa e il mondo hanno sull'Italia. Noi sappiamo che sono sbagliati, ma dobbiamo convincere anche loro che lo sono. Non ho complessi nei confronti dell'opinione pubblica tedesca, penso che seguano con interesse e simpatia le vicende italiane. Dobbiamo meritarci la loro stima, così come anche la Germania deve meritarsi la nostra. Condivido - aggiunge - le considerazioni di Napolitano. Condivido il fatto che abbiamo bisogno di un'Europa che sia fondata sulla disciplina di bilancio pubblico, ma non solo su quello. "Nel mio lungo occuparmi di Europa - da economista e poi da commissario - sono sempre
stato dalla parte dei più rigorosi.
 

Quello che deve venire dall'Europa per la crisi - spiega - sono più mezzi per il fondo salva-stati e non un'attenuazione della disciplina di bilancio". Ma Monti tiene anche a sottolineare che "l'Europa non deve rinunciare al suo modello di welfare. Dopo la grande crisi finanziaria abbiamo visto anche Usa e Cina riconsiderare i propri. E' vero che l'Europa non sarà in grado di mantenere sostenibili i sistemi di welfare estremamente generosi che si è fabbricata durante anni di crescita economica molto sostenuta. La grande sfida è quindi riformare questi sistemi di welfare affinché diventino meno costosi e più equi".

Dall'Europa, alle questioni politiche di casa nostra, che Monti non ha eluso, manifestando però del distacco dall'agone politico: "Non caldeggio nessuna particolare riforma istituzionale, sono tifoso come cittadino del fatto che i partiti operino - e so che si accingono a operare - per sciogliere in dialogo tra
loro nodi e snodi. Un accordo tra i partiti sulle riforme istituzionali contribuirebbe molto a far avanzare l'Italia e determinerebbe un clima che favorirebbe il lavoro del nostro governo. Sono molto ai grato ai partiti - ha specificato - dell'attenzione con cui seguono le nostre attività e con cui rispondono e corrispondono alle nostre proposte e richieste, modificandole e proponendoci di modificandole quando lo ritengono necessario.
 

I partiti hanno fatto e stanno facendo sinceramente un grande sforzo di riconoscimento dell'emergenza e di adattamento di ciascuna forza al superiore interesse del paese". Sull'"attivismo" politico di qualche membro dell'esecutivo, Monti ha osservato: "Non so se qualcuno pensi di candidarsi alle elezioni, penso che non su questo lavori la loro mente in questo momento, sarei molto ma molto sorpreso se la rappresentanza politica vera fosse anche solo marginalmente preoccupata dall'eventualità che possano esserci candidati alle prossime elezioni".

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