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Presentata la proposta di legge che disciplina le attività di cava

Dopo diversi anni finalmente il Consigliere regionale Franco Mula come primo firmatario e assieme ai consiglieri regionali Cocco D. – Pittalis – Barracciu – Maninchedda - Capelli – Ladu – Cucca - Fois – Meloni F. – Cossa – Vargiu – Dedoni,  presentano la nuova proposta di legge che disciplina le attività di cava in Sardegna. La proposta nasce dalla necessità di trovare un giusto livello  tra le attività di cava e la tutela dell'ambiente. Gli aspetti principali della proposta di legge consistono nel promuovere ed utilizzare l’uso dei materiali per le attività di recupero e valorizzazione dei centri storici con particolare riferimento alla ricostruzione dei contesti urbanistico edilizia aventi carattere storico, snellire le procedure autorizzative, Il riordino della normativa del comparto estrattivo non può prescindere dalla considerazione che il ruolo degli enti locali è oggi rafforzato dalla riforma del Titolo V della Costituzione che ha ridisegnato la Repubblica in senso federalista e ha posto su un piano concorrente - nelle scelte riguardanti il governo, l'uso e la tutela del territorio - lo Stato, le regioni e i comuni. Questi ultimi, in particolare, hanno un ruolo centrale perché sono l'istituzione più vicina alle comunità locali e, come tale, in grado di interpretare prima di tutte le altre i bisogni reali e gli umori della popolazione, soprattutto in funzione di una corretta gestione dei valori paesaggistici e naturali.

Nel sottolineare l'importanza economica e occupazionale del settore, che conta migliaia di addetti diretti, senza contare l'indotto e i settori collegati, la presente legge intende ribadire la necessità di favorire l'evoluzione dell'attività estrattiva verso una sempre maggiore consapevolezza dell'importanza delle politiche ambientali, viste come una opportunità per lo sviluppo equilibrato del settore. In questo senso si sono pronunciati anche gli industriali e i sindacati regionali.

Il testo proposto, aggiornando e superando lo schema normativo della legge regionale n. 30 del 1989 sulla "Disciplina delle attività di cava", è in grado di disciplinare, attraverso la definizione di regole certe e coordinate tra loro, una realtà produttiva molto importante nella fragile e complessa economia sarda. Non solo tutela e ripristino ambientale, dunque, ma anche il rilancio del settore con la creazione di nuova e qualificata occupazione. Tutto ciò finalizzando l'attività di cava e torbiera alla trasformazione in Sardegna dei materiali estratti e subordinando il rilascio dei provvedimenti autorizzativi al raggiungimento di quote di materia prima lavorata nell'arco di tempi prestabiliti dalla presente normativa. Si vuole perseguire, in altre parole, una politica che vuole premiare le produzioni locali con evidenti benefici per l'economia regionale e per l'occupazione.

Tutto ciò in considerazione anche delle sempre più numerose nuove autorizzazioni che l'Assessorato regionale dell'industria ha rilasciato fino a oggi e che hanno indotto la stragrande maggioranza dei comuni a chiedere la modifica dell'attuale legge sulle cave. Insomma, sono numerose le esigenze che rendono necessario il superamento di una normativa anacronistica, che umilia gli enti locali e li relega al ruolo di semplici spettatori e non è in grado di rispondere alla necessità di avere tempi certi nelle diverse fasi del procedimento autorizzativo e di ripristino ambientale.

Alla Regione spettano le importanti funzioni di monitoraggio e di pianificazione dell'attività di cava. A tal fine viene predisposto il piano regionale delle attività estrattive (PRAE) che prevede di razionalizzare, indirizzare e valorizzare le attività allo scopo di incrementare la trasformazione del materiale estratto con impianti produttivi localizzati in Sardegna. Spetta alla Regione, attraverso il piano, l'individuazione dei siti in cui è vietato oppure limitato l'esercizio dell'attività di cava, in relazione a vincoli di tutela e conservazione di beni paesistici ed in coerenza con la pianificazione urbanistica comunale.

Mula e i firmatari della proposta di legge a breve incontreranno le associazioni di categoria per migliorare e ampliare il testo della proposta stessa. Red

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