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Sisinnio Piras (PdL), “La nuova “ICI”, tassando i capannoni nelle campagne, danneggia l’intera agricoltura sarda”

L’intervento della Giunta regionale nei confronti del Governo nazionale a tutela del comparto agricolo sardo, così come si sta adoperando per altri settori produttivi colpiti dalla mannaia imposta dal Decreto Legge denominato “Salva Italia”, è stato chiesto da Sisinnio Piras, consigliere regionale del PdL, che ha presentato una interrogazione urgente.

In particolare, l’interrogazione del consigliere regionale verte sulla parte del Decreto Monti relativa alla nuova imposta comunale sugli immobili.

«Nell’elenco delle categorie catastali proposte dall’articolo 13 – scrive Sisinnio Piras – vengono citate anche le pertinenze dell’abitazione principale, classificate come C/2, C/6, C/7, e l’intero gruppo catastale D».

«La categoria C/2 – precisa - include magazzini e locali di deposito, la categoria C/6 include stalle, scuderie, rimesse e autorimesse, la categoria C/7 riguarda tettoie chiuse o aperte (spesso utilizzate come fienili), e nel gruppo D, viene elencata la categoria D/10 per indicare fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole».

«Come si evince – dichiara il consigliere regionale – si tratta di strutture utili, necessarie e indispensabili per lo svolgimento dell’attività agricola, in particolare per coloro che nella campagna svolgono l’attività professionale primaria con quale sostengono la famiglia».

Ancora nell’interrogazione, Sisinnio Piras precisa come «l’agricoltura, più che ogni altro settore imprenditoriale ed economico, sta attraversando un periodo di gravissima crisi che sta mettendo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. In Sardegna, la crisi del settore primario è oltremodo accentuata soprattutto a causa dell’aumento incontrollato delle spese di gestione e dei prodotti di base, che mettono a rischio il proseguo dell’attività. I prodotti sardi, nonostante la genuinità riconosciuta a livello mondiale, non sarebbero più concorrenziali con gli altri, a causa dei costi di produzione impossibili dovuti sia all’aumento del costo delle materie prime, sia allo svantaggio determinato dall’insularità e dai prezzi sul trasporto che incidono sulle derrate».

«Con l’aumento della tassazione sugli immobili e sui capannoni adibiti all’attività imprenditoriale agricola – conclude Piras - questo settore potrebbe vedersi decretare il colpo definivo, con l’abbandono progressivo ed esponenziale delle campagne, affossando definitivamente la nostra economia, ogni giorno sempre più labile e priva di possibili alternative occupazionali».