"In linea di massima è vero che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi, non è una cosa che ci sfugge. Conosciamo questo divario nella
distribuzione dei redditi che si è creato negli ultimi anni, ma direi negli ultimi 15-20 anni". Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a margine dei lavori sulla manovra al
Senato, risponde così al segretario della Cisl Raffaele Bonanni che aveva chiesto un intervento sul lato delle retribuzioni piuttosto che sull'art.18, davanti alle telecamere di Agorà, su Rai Tre.
"Non capiamo che attinenza abbia l'articolo 18 rispetto ai problemi dei giovani o dell'occupazione", aveva detto in mattinata Bonanni.
"Io penso che non ci sono cose che sono terreni inesplorati - dice invece Fornero - dopodiché nella mia intervista (al Corriere della sera, ndr.), non era proprio citato l'articolo 18 nelle mie parole. Le mie parole erano un invito al dialogo. Poi se qualcuno ci legge qualcosa che non è detto non sia responsabilità mia".
L'art. 18, insiste Bonanni, "è una norma che serve solo a non far commettere abusi alle aziende. Toccandolo si mette a rischio la coesione sociale, e senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi. Io sfido la Fornero a discutere come alzare il salario ai flessibili e di come il governo debba incentivare fiscalmente e con altri strumenti questa possibilità, questo significa andare incontro ai giovani".
"La precarietà - ha aggiunto Bonanni - E' il risultato di una flessibilita pagata male. Il Governo si renda disponibile a pagare di più per il lavoro flessibile". Anche il leader di Sel, Nichi Vendola, al termine di un incontro con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil si è detto contrario a una modifica dell'articolo: "Non si tocca. E' un argomento tabu perché riguarda la carne viva dei lavoratori e i diritti delle persone. Se il Governo pensa di mettere mano ad una riforma regressiva e di destra, la risposta sarà durissima".
Ma nel Pd sono i riformisti a non demordere: questo art.18 "bisogna cambiarlo senza totem né tabù, come dice il ministro Fornero", dichiara Giorgio Tonini al Messaggero. "Discutendo, con la concertazione tra le parti, tuttavia è il momento di cambiare", dice il senatore del Pd. "C'è la proposta Ichino che prevede contratto a tempo indeterminato per i nuovi lavoratori, una specie di miraggio nella situazione odierna", dice ancora Tonini.