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Tassa di ormeggio. Conferenza stampa di Franco Cuccureddu (Mpa): “Lo Stato non ci guadagnerà. A pagare saranno solo gli operatori sardi del turismo nautico”

La tassa di stazionamento – ormeggio, proposta dal Governo Monti dal primo maggio 2012, a seconda della dimensione del natante farà aumentare i costi con una oscillazione tra il 42,8 e l'86,3%. La previsione è della Marina di Porto Rotondo ed è stata citata dal consigliere regionale Franco Cuccureddu (Mpa) in una conferenza stampa.

Cuccureddu ha detto che si tratta di una tassa ideologica, demagogica e populista, non sulle barche ma sul soggiorno, con la conseguenza che i posti barca resteranno vuoti. A pagarne le spese sarà solo chi lavora nel turismo nautico, l'unico settore in grado di creare economia tanto che la Sardegna, con la Corsica, è tornata ad essere la prima destinazione dei maxiyacht. Inoltre, lo Stato non ci guadagnerà: il giro d'affari crollerà e le imprese del settore pagheranno meno le altre imposte.

Rispetto alla tassa voluta dall'ex presidente della Regione Soru, l'applicabilità per tutto l'anno farebbe scappare chi era stato convinto a lasciare le barche nei porti isolani anche in bassa stagione. La realtà, ha aggiunto l'esponente dell'Mpa, è che i super-ricchi saranno esentati perché il 60% delle grandi imbarcazioni è iscritto in registri commerciali e non del diporto, unico obiettivo del Governo.

Cuccureddu, anche in veste di presidente del Consorzio Rete Porti Sardegna, ha illustrato le imminenti azioni di contrasto: l'approvazione della proposta di legge 130 (Disciplina del turismo nautico e della portualità turistica in Sardegna); l'impugnazione della norma statale, insieme alle reti portuali del Tirreno e dell'Adriatico, davanti alla Corte di giustizia europea per ottenere il rispetto dei principi comunitari della libera circolazione e del libero insediamento. A tale riguardo. si è detto che non è possibile ammettere costi imprenditoriali e di gestione ampiamente differenti in realtà distanti poche miglia come Sardegna e Corsica. Tutti andranno ad ormeggiare a Bonifacio per spendere di meno e nessuno potrà impedire loro di navigare nel mare sardo. La perdita di un solo maxy-yacht sarebbe di circa 2.000 euro al giorno per passeggero imbarcato.

Cuccureddu ha spiegato che la Corsica non ha interesse ad approfittare della situazione, perché subirebbe un danno dalla perdita della capacità di attrazione della Sardegna. Altri, invece, sono i "competitors": Baleari, Costa Azzurra, Malta e anche Dubai.

Renato Azara, responsabile della Sardinia Yacht Service, che gestisce almeno l'80% del traffico charter di maxiyacht, ha aggiunto: "Vogliono scovare gli evasori italiani sulle barche, ma il 96% di equipaggi e passeggeri è straniero. Non ha senso portare avanti una cosa del genere".

Enrico Piccinelli, operatore del settore, ha detto che in pochi anni è il secondo attacco subito dalla portualità turistica isolana. Già ora tanti clienti chiedono di lasciare la barca a terra. Poi, aumenterà il fenomeno dell'abbandono dei natanti in porto da parte di chi non vorrà o non potrà pagare. Red