“Il Piano regionale dei rifiuti ed il Piano energetico, approvati dalla Giunta ma mai sottoposti all’attenzione del Consiglio, devono essere rivisti alla luce della politica ambientale più avanzata e rispettosa dei diritti dei cittadini: basta con gli inceneritori, sì a misure strutturali di risparmio e produzione energetica sostenibile da fonti rinnovabili”.
Lo ha chiesto, con una interpellanza al Presidente della Regione e agli Assessori dell’industria e dell’Ambiente, il consigliere del Psd’Az Efisio Planetta, secondo il quale “il definitivo superamento della scelta degli inceneritori nasce, oltre che dalla pericolosità di questi impianti, dalla necessità che la Sardegna si orienti verso una vera politica ambientale. Il Piano prevede invece che la frazione secca indifferenziata dei rifiuti destinata all’incenerimento passi dal 20 al 35% contro il 10-12% della media nazionale ed il 20% di quella europea”.
Nello stesso tempo, osserva ancora l’on. Planetta, “la nostra regione appare lontana dal raggiungimento del cosiddetto obiettivo 20/20/20, cioè riduzione del 20% delle emissioni nocive, produzione del 20% di energia da rinnovabili e 20% di risparmio energetico. Infatti, con 11 tonnellate/anno siamo fra i maggiori produttori di C02 e superiamo di ben il 40% la media nazionale, dato che il 96% della nostra produzione energetica proviene da fonti fossili come carbone e derivati dal petrolio.”
C’è molto da fare e da cambiare dunque, secondo l’on. Planetta, “trovando anche il coraggio di percorrere strade alternative come quelle dei Centri di riciclo integrale dove la frazione secca dei rifiuti può non solo essere trasformata in granulato sintetico ma dare vita ad una nuova filiera di prodotti destinati all’edilizia (stampaggio, sostituti della sabbia nei calcestruzzi, aggregati delle malte cementizie, legante per manufatti in cemento) in grado di generare sviluppo economico ed occupazione. Senza dimenticare che su scelte fondamentali che si proiettano sul futuro delle prossime generazioni, occorre che i cittadini siano coinvolti e possano partecipare, nelle forme peraltro già previste dalla legge”. Red-com





