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Processo Rubygate: effusioni saffiche e travestimenti ad Arcore

Non è in aula, Silvio Berlusconi, come avevano preannunciato i suoi avvocati, per il processo Rubygate. L'ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile. "La presidenza del Consiglio dei ministri non è mai intervenuta sui fermi disposti dall'autorità giudiziaria nei confronti di Ruby dopo l'episodio del 27 maggio 2010". La circostanza è emersa durante la testimonianza di un ufficiale di polizia giudiziaria, il vicequestore aggiunto Mario Ciacci.

Dagli atti di indagine emerge che Ruby Karima, personaggio chiave dell'inchiesta sul sex-gate italiano, dopo essere stata fermata dalla polizia la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 (e poi rilasciata dietro pressioni fatta dallo stesso Berlusconi nella sua veste di presidente del Consiglio) ha avuto altri 'guai' con la giustizia. Al punto di essere fermata dalla Polizia anche il 5, 13 e 27 giugno 2010.

Ma in queste occasioni, ha sottolineato il vice questore aggiunto Ciacci in aula, la presidenza del Consiglio non è mai intervenuta per interferire con le normali procedure. Segno, a giudizio della difesa Berlusconi, che l'allora presidente del Consiglio era davvero convinto della presunta parentela tra la giovane marocchina e l'allora premier egiziano Hosni Mubarak. Tanto che, sempre a giudizio della difesa, una volta scoperto l'inganno della giovane, la presidenza del Consiglio non si è più interessata di Ruby.

"Dall'inchiesta emergono elementi convergenti che collocano la ragazza, Ruby Karima, in un contesto di eventi e cene in cui si consumavano atti sessuali a pagamento", ha detto ancora Mario Ciacci, rispondendo alle domande del pm Antonio Sangermano, sottolineando che all'epoca degli "eventi", Ruby "era minorenne".

Dalle testimonianze e dalle intercettazioni "e' emerso che nel corso degli eventi ad Arcore ci fossero delle effusioni tra donne" e dei "travestimenti" da parte delle ragazze da "babbi natale e da poliziotte". Lo ha riferito, nel corso del processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, l'investigatore Giorgio Bertoli sentito come teste. 

Il testimone ha anche 'passato in rassegna' una serie di foto sequestrate alle giovani ospiti con scene di "effusioni reciproche" tra le ragazze.

Facendo riferimento all'analisi del computer sequestrato a una delle ragazze, Barbara Guerra, l'investigatore ha sottolineato l'esistenza di nove foto in cui
si vede "un letto disfatto, intorno foto visibili di Berlusconi giovane scattate il 24 ottobre 2010 alle 4 e 51". Poi, il teste ha letto alcuni messaggi mandati in chat da Iris Berardi, un'altra delle giovani ospiti, che al fidanzato dice "non dormo mai coi clienti" e "non farò sempre questa vita". Parole da cui si deduce che facesse la prostituta. Interrogato da uno dei legali dell'ex premier, il poliziotto ha precisato che nessuna delle foto, tranne quelle della Guerra, sono databili o collocabili in un luogo. Secondo Ghedini, il 24 ottobre 2010 Berlusconi si trovava a Roma.

L'avvocato del premier Ghedini è soddisfatto e spiega: "Le fotografie tra le ragazze che si scambiavano affettuosità assolutamente modestissime, tipo un
bacio sulla guancia, sono state scattate non si sa dove e non si sa quando". L'unico 'scatto' che dimostra un reale collegamento con Arcore è quello contenuto in uno dei cellulari sequestrati e datato 24 ottobre 2010. "Quel giorno - ha puntualizzato Ghedini senza nascondere la propria soddisfazione - e' pacificamente dimostrato che Berlusconi era a Roma e che rimasto nella capitale per tutta la giornata".