L’assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi gli articoli uno e due della legge regionale 14/2002 sulla qualificazione delle imprese, ha dichiarato: "La Regione si sta impegnando su vari fronti per attenuare l’impatto della sentenza della Suprema Corte e per salvaguardare l’accesso delle imprese sarde agli appalti di interesse regionale".
"L’Albo regionale appaltatori cancellato dalla sentenza della Consulta è prima di tutto uno strumento al servizio del nostro tessuto imprenditoriale e pertanto intendiamo difenderlo, nel rispetto della competitività e delle norme. Riteniamo - ha continuato Nonnis - che un assessorato dei Lavori pubblici, al pari di società di qualificazione private, possa valutare la qualità delle imprese che partecipano agli appalti. Quindi - conclude l'assessore - attiveremo ogni opportuna iniziativa, anche di tipo transitorio, a nostra salvaguardia, nelle more della prossima discussione in aula del disegno di legge sulla regolamentazione del nuovo sistema regionale di qualificazione". L’Albo regionale appaltatori ha consentito per oltre un ventennio alle micro imprese artigianali, prevalentemente a conduzione familiare, e alle piccole-medie imprese operanti nel territorio regionale, di qualificarsi a costo zero per accedere al mercato degli appalti. La sentenza è dunque un risultato inatteso, che marginalizza la competenza legislativa esclusiva delle Regioni ad autonomia speciale in un settore, qual’è quello dei lavori pubblici, in cui intervengono molteplici variabili che influenzano processi di competitività e di redditività del sistema. Processi non necessariamente governabili con la centralizzazione delle funzioni e con la privatizzazione dei meccanismi per l’accesso alle commesse pubbliche. La conseguenza di questa pronuncia, è che, da oggi, circa 600 imprese che lavorano nell’Isola saranno tagliate fuori dal mercato regionale degli appalti con tutte le evidenti ripercussioni sociali, sull’occupazione e sullo sviluppo, in un momento di grave crisi e recessione economica.
L’assessorato dei Lavori pubblici, nel prendere atto della pronuncia della Consulta, riafferma che la legge regionale 14/2002 non determina la violazione di una norma statale di diretto recepimento di un vincolo comunitario, valutato che è proprio la direttiva 2004/18/Ce a porre, in questa specifica materia, l’alternatività fra elenchi pubblici e organismi di certificazione privati per la qualificazione delle imprese. Red.