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Retata contro i Casalesi, chiesto l’arresto di Cosentino perché ancora accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell'ambito della retata che ha portato all'arresto di circa 60 presunti fiancheggiatori dei Casalesi, risulta indagato anche l'ex sottosegretario Nicola Cosentino, segretario provinciale del Pdl.

Anzi, la magistratura di Napoli ha chiesto alla Camera dei deputati di autorizzare l'arresto di Cosentino, notificando la richiesta alla presidenza della Camera.

La direzione investigativa antimafia di Napoli e carabinieri di Caserta stanno notificando una cinquantina di ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia,
alcune delle quali destinate ad amministratori locali e esponenti del mondo delle banche nazionali.

 L'indagine verte sull'ala militare del clan dei Casalesi, dei gruppi Schiavone e Bidognetti, ma nelle oltre 1000 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Napoli i reati considerati vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso, al riciclaggio, alla corruzione al falso, tutti aggravati dall'articolo 7, l'aver agito cioè per favorire la criminalità organizzata.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cosentino è stata firmata dal gip Egle Pilla, su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock (quest'ultimo applicato per questa inchiesta alla Direzione distrettuale antimafia). L'ordinanza riguarda anche un'altra cinquantina di persone, che vengono in queste ore arrestate da uomini della Dia di Napoli e dei carabinieri. Secondo quanto si apprende l'inchiesta riguarda vicende di infiltrazioni del clan dei Casalesi nella pubblica amministrazione ed in particolare tra ex amministratori del
comune di Casal di Principe dove il clan ha la sua roccaforte.

L'inchiesta nella quale sono indagate complessivamente oltre 70 persone è considerata la più significativa tra quelle finora svolte sui rapporti tra camorra e politica. 

L'inchiesta della Dia verte sulla costruzione di un grande centro commerciale nel comune di Casal di Principe. Cosentino è accusato di avere fatto pressioni su funzionari di una agenzia Unicredit di Roma affinché concedessero un imponente finanziamento a esponenti del clan dei casalesi per la realizzazione del centro commerciale. Gli inquirenti hanno ricostruito che il finanziamento venne concesso ma successivamente in parte bloccato perché la
documentazione presentata era falsa.

Il parlamentare del Pdl avrebbe anche imposto al dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di dare via libera alla concessione per la costruzione del centro in violazione di tutte le norme urbanistiche.
Sarebbero accertati episodi di voto di scambio relativi alle elezioni amministrative 2007 e 2010.

L'operazione è stata denominata "Il principe e la 'scheda' ballerina".
La richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Nicola Cosentino, coordinatore campano del Pdl, depositata alla Camera dei Deputati attiene i reati di concorso in falso, riciclaggio e violazione della normativa bancaria.

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