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Angela Merkel: “Siamo seduti su una polveriera”

Per risolvere la crisi del debito europeo "potrebbero volerci anni". Lo ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, durante un discorso al Bundestag incentrato sulla crisi in Europa. 

Secondo la Merkel “Siamo seduti su una polveriera, la crisi non può essere risolta in un colpo solo". La cancelliera ha anche annunciato che l'Europa è sul punto di realizzare un'unione fiscale, ''è in agenda''. Secondo il cancelliere tedesco questa unione fiscale dovrà essere realizzata "con regole molto severe, almeno per i paesi della zona euro". Per la Merkel infatti i politici sono responsabili di avere sbagliato nello gestire le finanze pubbliche europee: "la politica ha fallito per molti anni", ha detto criticando le spese eccessive. Per questo ha proposto - ha aggiunto - la Corte di Giustizia Europea che abbia il potere di punire le violazioni delle regole di stabilità dell'eurozona, sottolineando che i giudici sarebbero "indipendenti dall'influenza politica".

Per uscire dalla crisi, ha continuato la Merkel, "Bisogna rafforzare l'unione economica e monetaria dell'Unione euroepa; serve un rafforzamento sostenibile e l'argomento sarà il punto centrale del vertice europeo della settimana prossima". 

"Il futuro dell'Italia è anche il futuro della zona euro" - ha detto - "Dobbiamo ricostruire la fiducia - ha aggiunto - per dimostrare che vediamo la crisi come una svolta che ci porta nella giusta strada e da cui vogliamo imparare. Se non si rispettano le regole dovranno esserci conseguenze, singoli Stati devono essere monitorati ma ci vuole anche solidarietà tra gli Stati".

''Gli eurobond non sono un contributo alla soluzione della crisi' ha detto la cancelliera ribadendo una sostanziale contrarietà del governo tedesco ai titoli del debito comune, fino a quando non ci saranno meccanismi di controllo piu' forti sui bilanci degli stati Ue.

"E' assurdo chi ci accusa di voler dominare l'Europa, l'euro è molto più forte del marco".

Dopo Nicolas Sarkozy, anche Angela Merkel spinge in direzione di un cambiamento profondo nei Trattati Ue, in modo da risolvere la crisi del debito e rafforzare l'integrazione economica tra I paesi membri. Al Bundestag, il cancelliere tedesco cerca un difficile equilibrio fra esigenze di politica interna e cura del rigore indigesta ai partner europei. In gioco il futuro dell'Europa.

I leader europei stanno subendo forti pressioni da Berlino e Parigi perché
accettino possibili modifiche al trattato al summit Ue che si terrà la prossima settimana. Qualunque siano i cambiamenti condivisi, Merkel vuole in ogni modo evitare un processo di ratificazione lento e macchinoso come quello per il trattato di Lisbona. Il piano del ministro delle Finanze Philip Roesler prevedrebbe un comitato di stabilità di esperti indipendenti in grado di emettere raccomandazioni per migliorare la competitività dei paesi europei e controllare il budget dei singoli paesi.

Roesler, in un documento intitolato "stabilità e competitività in Europa", ha
avanzato alcune proposte di cambiamento del Trattato sull'Unione Europea, al fine di frenare la crisi del debito che sta colpendo i paesi della zona euro. Fra le proposte, rivela
 Die Welt c'è anche quella di limitare il rapporto deficit/Pil al 2%, rispetto al 3% attuale, rapporto troppo spesso non rispettato. Roesler è a capo del nuovo partito di coalizione "Free Democrat" che chiede sanzioni automatiche più severe per i paesi che contravvengono alle regole riguardanti il deficit di bilancio. Una delle proposte del ministro è quella di congelare i trasferimenti di denaro dai fondi strutturali ai singoli paesi dell'Unione come strumento "punitivo" nei confronti degli stati che contravvengono alle regole di bilancio.

Dietro le quinte però, scrive la Sueddeutsche Zeitung, al di là della fermezza nella riduzione dei debiti sovrani, anche Sarkozy e Merkel sanno che una modifica dei Trattati che sottoponga i bilanci dei paesi euro ad una forte supervisione richiederebbe mesi, anche nel migliore dei casi, per essere attuata. Nel frattempo, la BCE potrebbe acquistare più titoli di stati di crisi. Merkel ufficialmente respinge questa mossa ma sa che è necessaria per guadagnare tempo.

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