La Sesta Commissione (Industria), presieduta da Alberto Randazzo (Pdl), ha sentito in audizione l’Assessore del Turismo, Luigi Crisponi, sulla manovra finanziaria 2012-2014.
L’Assessore ha presto messo l’accento sulla crisi "delicata e preoccupante che grava sui tre settori di intervento dell’Assessorato, turismo, commercio ed artigianato, il cui epicentro è proprio nel turismo i cui risultati negativi hanno fortemente condizionato in negativo l’andamento degli altri comparti in tutti i territori dell’Isola. I 500.000 arrivi in meno della scorsa stagione, in altre parole, hanno significato meno produzioni, meno vendite e meno occupazione in tutto l’indotto. Il tessuto produttivo di riferimento, inoltre, è composto quasi esclusivamente da piccole imprese, in molti casi da piccolissime realtà a conduzione familiare. Un universo frammentato dove c’era tanto spontaneismo ma anche tanto coraggio. Ora sarà veramente difficile ripartire e soprattutto sarà difficile per la Regione contribuire a questa ripartenza dal momento che le risorse dell’Assessorato per il 2012 sono state ridotte di quasi la metà (da 82 a 45 milioni) e le principali leggi di settore hanno visto sostanzialmente prosciugata la loro dotazione finanziaria".
Nel rivolgere un appello alla commissione perché si faccia interprete di questo reale disagio, Crisponi ha poi esposto alcuni esempi concreti delle conseguenze dei tagli sul sistema regionale: "Per quanto riguarda la promozione territoriale, articolata nel 2011 in 270 eventi, grandi e piccoli, sarà di fatto impossibile mantenere questo standard con soli 7 milioni a disposizione. Basti pensare che una campagna di comunicazione di livello nazionale costa, per appena una settimana, circa un milione. Così come rischia di interrompersi la positiva esperienza dei 57 centri commerciali naturali attivi in Sardegna, organismi di piccole dimensioni che però fanno sistema, stimolano il dinamismo degli operatori, assegnano un ruolo propulsivo alle associazioni di categoria anche nei loro rapporti con le amministrazioni comunali, rilanciano la funzione dei centri storici dalle aree urbane alle piccole realtà decentrate interne e costiere. Un grandissimo patrimonio, insomma, che rischia di essere disperso. Anche perché, a differenza di altri settori, almeno fino a questo momento non abbiamo la possibilità di usare risorse comunitarie. Potremmo forse riuscirci dando vita ai cosiddetti distretti urbani del commercio ma è una ipotesi tutta da verificare".
L’Assessore si è poi detto fortemente preoccupato per i tagli destinati ai Consorzi fidi, "che svolgono una funzione insostituibile, anche in questo contesto di gravissima crisi in cui il sistema bancario rappresenta un ostacolo per le piccole e medie imprese che chiedono accesso al credito e, in buona misura, cerca di scaricare il rischio proprio sui Consorzi. Per dare un’idea della funzione strategica di questi organismi, è sufficiente ricordare che il mondo delle aziende è disposto oggi a rinunciare alle agevolazioni di alcune leggi di settore pur di mantenere, e magari di rafforzare, il suo rapporto con i Consorzi". Red.