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Politica agricola comunitaria 2014-2020, le associazioni di categoria sentite dalle Commissioni Politiche comunitarie e Agricoltura

La Seconda commissione, presieduta da Silvestro Ladu (Pdl), prosegue i lavori sulle Politiche comunitarie e questa mattina ha ascoltato in seduta congiunta con la Commissione Agricoltura, presieduta da Paolo Terzo Sanna (Pdl) le organizzazioni di categoria sul pacchetto legislativo di riforma della Pac 2014-2020. A partecipare alla riunione i rappresentanti di Copagri, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative e Agci.

L’incontro, come ha spiegato il presidente Ladu, era finalizzato a raccogliere le posizioni e le proposte delle associazioni di categoria per arrivare a una posizione comune che la Regione Sardegna dovrà far pervenire al governo nazionale entro la metà di dicembre. Tale proposta, insieme a quelle delle altre regioni italiane, concorrerà a formare la posizione in merito alla riforma della Pac che l’Italia porterà a Bruxelles. “I tempi dell’Europa sono stretti perché la nuova Pac dovrà essere approvata entro il 2012 ed entrare in vigore nel 2014 – ha precisato Ladu – noi confidiamo, nel rispetto dei tempi previsti, di stendere immediatamente la risoluzione che martedì 13 dicembre sarà portata all’esame del Consiglio regionale e che poi sarà esaminata dal governo”.  I punti più importanti della riforma europea in materia e che riguardano in particolare la Sardegna, sono la redistribuzione e i pagamenti per l’agricoltura verde, oltre alla remunerazione per i beni pubblici e la maggiorazione per gli handicap naturali.

Tutti i rappresentanti di categoria hanno espresso un giudizio positivo di massima sulle impostazioni generali contenute nella riforma Pac soprattutto per quel che concerne il riequilibrio delle risorse tra i Paesi del nord e del sud dell’Unione. La richiesta principale che arriva dagli agricoltori è quella della regionalizzazione delle risorse che dovrebbero essere ripartite prima in ambito nazionale e poi regionale, ciò consentirebbe di conoscere immediatamente e nel dettaglio i budget a disposizione della Sardegna. Un altro punto imprescindibile sottolineato durante l’audizione è stato quello della destinazione dei fondi soltanto agli agricoltori attivi e professionali.

La novità è infatti già contenuta nella riforma e prevede i pagamenti diretti solo a quegli agricoltori le cui entrate dell’attività agricola superano almeno il 55 per cento del reddito complessivo. “I soldi sono pochi – hanno sottolineato i rappresentanti di categoria – e devono essere destinati solo a chi svolge questa attività in maniera preponderante”. “A questo si dovrebbero aggiungere poi – hanno rimarcato - politiche che favoriscano il ricambio generazionale della professione, incentivando anche i più giovani a intraprendere questo tipo di attività imprenditoriale”. Quanto agli handicap naturali i rappresentanti di categoria hanno rimarcato la necessità stringente di fare in modo che alla Sardegna sia concesso formalmente il carattere dell’insularità. Tutti infine hanno sollecitato ai consiglieri una maggiore concertazione utile ad arrivare a una seria e definitiva politica regionale sull’agricoltura, che possa definire gli obiettivi principali e gli strumenti attraverso cui raggiungerli. Red-com