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Carceri: Sdr, Annino Mele in Sardegna per incontrare parenti

E’ tornato in Sardegna, dopo 17 anni, per poter effettuare i colloqui con i familiari.  Annino Mele, 60 anni appena compiuti, condannato all'ergastolo, è stato trasferito dall’Istituto di Fossombrone, alla Casa Circondariale Buoncammino di Cagliari. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” che ha effettuato, con il segretario Gianni Massa, un breve colloquio con l’ergastolano di Mamoiada privato della libertà da 24 anni, 22 dei quali trascorsi in diversi penitenziari della penisola.

 “Un trasferimento – sottolinea Caligaris – che si configura non solo come un gesto umanitario nei confronti di una persona che sta scontando da quasi cinque lustri il suo debito con la giustizia non avendo mai usufruito di periodi di avvicinamento colloqui. L’unica recente presenza in Sardegna, di Mele è stata a Nuoro, nel carcere di Bad’e Carros, nello scorso mese di marzo. Aveva infatti ottenuto un permesso di   due ore per riabbracciare l'anziana madre malata, Mariangela Meloni, 87 anni, che non vedeva da 11 anni. La donna era poi deceduta alcune settimane dopo”.

 “L’auspicio di Mele – evidenzia la presidente di SDR – è quello di una permanenza in Sardegna fruttuosa di iniziative come poter avviare la ricerca sull’asfodelo e documentare adeguatamente l’arte dei maestri di Olzai ed in particolare dell’anziana zia Barbara Meloni”. Mele, che nei prossimi giorni potrà riabbracciare i parenti, ha espresso – sottolinea Caligaris – gratitudine per il ritorno nell’isola e per il comportamento tenuto dalla scorta. In tanti anni di carcere non avevo mai incontrato – ha detto – Agenti di Polizia Penitenziaria così professionalmente qualificati e di grande spessore umano. Mi dispiace sinceramente – ha concluso – se il mio arrivo a Buoncammino può aver determinato disagi ad altre persone. Non era nelle mie intenzioni”.

La richiesta di trasferimento in Sardegna per colloqui è stata formulata in più occasioni. Annino Mele aveva tra l’altro inviato una lettera al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta sottolineando che, dopo la scomparsa della madre, nello scorso maggio, "sente la necessità di incontrare i familiari". Mele si era rivolto al Capo del Dipartimento dopo il rifiuto degli Uffici del Dap di accordargli un trasferimento in Abruzzo per poter effettuare qualche colloquio con una tutrice volontaria de L'Aquila. L'istanza gli era stata però rigettata con la motivazione che la distanza tra i due centri non necessitava di un trasferimento in quanto “l'operatrice può viaggiare".

Autore di cinque libri, Annino Mele intende dedicarsi ad una ricerca sui cestini di asfodelo, una particolare arte che una sua anziana zia pratica da sempre. La richiesta di trasferimento quindi s'inserisce nel percorso personale di crescita e nella volontà di recuperare e valorizzare la cultura della comunità d'origine che peraltro – conclude Caligaris – mantiene viva con lavori artigianato realizzati durante la detenzione. Mele mantiene inoltre collaborazioni con alcune scuole della Penisola con periodiche lettere che rispondono a quesiti posti dai ragazzi. Red-com