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L’interpellanza dell’Idv sulla necessità di garantire adeguate opportunità di lavoro anche ai tanti giovani sardi con basso tasso di scolarizzazione.

L’Italia dei Valori in Consiglio regionale, in una interpellanza rivolta al presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, e all’assessore del Lavoro, Antonello Liori, primo firmatario il capogruppo Adriano Salis, hanno dichiarato: "Le politiche del lavoro promosse dalla Regione escludono gli oltre 70.000 giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno seguono corsi di formazione o di aggiornamento professionale".

"Sottolineando che si parla di oltre il 38% di chi si trova in un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, quando la media nazionale è del 21,2%, si ritiene che, senza le opportune integrazioni al Piano straordinario per il lavoro - anno 2011 - e al Piano di inserimento professionale, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training) saranno pregiudizialmente abbandonati alla disoccupazione strutturale, al lavoro nero, alla emarginazione, alle devianze sociali. E’ il frutto di quello che viene definito un "circolo vizioso". Spesso - si legge - chi arriva da ambiti socio-familiari fragili non riesce a inserirsi nel sistema scolastico per poi, senza titolo di studio, essere tagliato fuori anche dai percorsi formativi".

L’Italia dei Valori ha quindi rimarcato l'esistenza di "molte professioni artigiane nelle quali il requisito principale per poter lavorare bene non è il livello scolastico raggiunto (ad esempio panificatori e falegnami)". Pur essendo d’accordo sulla necessità di stimolare il raggiungimento di un generale elevato grado di istruzione, i presentatori affermano che a tutti vanno garantite le giuste opportunità. In particolare, si suggerisce di estendere le agevolazioni previste alle imprese che intendono formare giovani non diplomati o non ufficialmente qualificati in attività che non richiedono particolari gradi di scolarizzazione. Red.

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