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Il crollo dell’Italia sarebbe la fine dell’euro

L'incontro di ieri a Strasburgo "ha segnato un caloroso benvenuto al nuovo Presidente del Consiglio italiano e una esplicita soddisfazione per la rinnovata partecipazione italiana" da parte di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. È quanto si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine del Cdm. 

Da Sarkozy e Merkel "piena fiducia" nel presidente Monti e nel suo Governo e sostegno all'Italia "consapevoli che un nostro crollo porterebbe inevitabilmente
alla fine dell'euro, provocando uno stallo del processo di integrazione europea dalle conseguenze imprevedibili".

"L'Italia non è sotto tutela, ma lavora insieme agli altri, ne è la prova che ieri il presidente Monti ha incontrato Angela Merkel e Nicolas Sarkozy". Lo dice il commissario Ue, Michel Barnier che ha incontrato a palazzo Chigi il premier, Mario Monti.

L'Italia, ha aggiunto, "ha una situazione di difficoltà", causate dalle tensioni sui suoi titoli di Stato e deve "mettere ordine nelle sue finanze pubbliche", ma "i fondamentali della sua economia sono buoni ede ha dei punti di forza in particolare nel suo apparato produttivo e nel sistema delle piccole e medie imprese".

 

 

Mario Monti vola a Strasburgo, si siede al tavolo con la Germania di Angela Merkel e la Francia di Nicolas Sarkozy, ribadendo che Roma "fara' i compiti" e illustrando la sua ricetta, fatta di misure e riforme, che "impressiona" la cancelliera tedesca.

E riporta l'Italia nella stanza dei 'bottoni' dell'euro, che si dice "preoccupata" ma cerca di rassicurare i mercati: "Garantiremo la solidità della moneta unica", dicono compatti i tre fondatori dell'Europa. Mercati che però restano 'freddi', scettici per un ritrovato triumvirato che a parole sembra unito e pronto a superare le rispettive "linee rosse".

Ma che sui grandi temi della governance europea - dagli eurobond al ruolo della Bce e la revisione dei Trattati - resta diviso. Se da un lato Sarkozy sembra aver 'bollato' come un "fallimento" il mini-summit, la riunione di certo non ha dato segnali di sostanziali passi avanti. E tutto e' rinviato al Consiglio europeo del 9 dicembre, con le borse che sono scivolate in territorio negativo per poi chiudere piatte.

Il premier italiano torna però a Roma incassando il "sostegno" di Francia e Germania, dice Sarkozy, che si rivolge a Monti con un confidenziale 'Mario', mentre la Merkel ribadisce "fiducia nell'Italia e nelle sue impressionanti riforme strutturali". Un apprezzamento, quello della cancelliera tedesca, legato soprattutto alle riforme per rilanciare la crescita che Monti ha illustrato ai colleghi, rassicurando anche sulla tenuta dei conti ed il pareggio di bilancio al 2013.

Ha parlato di quelle misure già anticipate alle Camere, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che il Professore non ha dato ulteriori indicazioni ai colleghi europei, ne' per quanto riguarda le misure, ne' sulle cifre di un'eventuale manovra aggiuntiva: ha parlato di provvedimenti pro-crescita, suggerendo di valutare l'impatto del ciclo economico sugli obiettivi dei conti tutelando, in particolare, gli investimenti pubblici. Come dire: a Strasburgo nessuna fuga in avanti del Professore che domani riunirà il suo consiglio dei ministri in vista di un nuovo giro di tavolo.

"Con Monti abbiamo la possibilità di avere la terza economia d'Europa" e creare un polo "per ridare fiducia", insiste Sarkozy, salutando la 'rentree' dell'Italia nel direttorio euro. E sottolineando che "le maggiori economie Ue sono determinate e impegnate a fare di tutto per sostenere e garantire la solidità dell'euro". "Sono lieto che abbia partecipato l'Italia perché‚ la cooperazione franco-tedesca è sempre pi- necessaria, ma sempre meno sufficiente", gli fa eco il commissario Ue al Mercato Interno Michel Barnier con un occhio probabilmente anche a quel ruolo di mediazione che l'Italia può svolgere nell'avvicinare le posizioni. Perché anche oggi sui grandi temi gli attesi passi avanti non ci sono stati.

Ne' sul ruolo della Bce, ne tantomeno sugli eurobond: tutti d'accordo sul fatto che la situazione "è grave" e va rimessa mano al Trattato Ue per rafforzare la governance - anche con sanzioni automatiche per chi non rispetta le regole e l'obiettivo di un'unione fiscale - ma lontani sul ruolo della Bce e gli eurobond. Parigi vorrebbe che Francoforte scendesse in campo, sul modello Fed, come prestatore di ultima istanza acquistando massicciamente i titoli pubblici dei Paesi in difficoltà. Berlino non ne vuol sentire parlare: "La revisione del Trattato non toccherà la Bce", stigmatizza la Merkel con il volto tirato.

Sulla Banca centrale tutti e tre ribadiscono però la necessità di "rispettarne l'indipendenza" e l'unico passo avanti da Strasburgo è quello di un 'gentlemen agreement': nessuno farà più commenti sugli interventi dell'Eurotower e le sue eventuali decisioni di acquisti dei titoli, e' il compromesso di 'forma' raggiunto secondo quanto riferito da fonti francesi. Sempre qualcosa in piu' di quanto registrato sul fronte eurobond: Berlino ribadisce il suo 'no' secco ipotizzandone l'uso solo nel caso di una politica fiscale comune "ancora lontanissima".

Monti - da sempre favorevole - parla direttamente di 'stability bond' ma chiede di "sdrammatizzarli", sottolineando che "se vogliamo la stabilità bisogna andare "verso una unione fiscale" e solo in quel contesto "potranno dare il loro contributo".

E Sarkozy, visibilmente irritato, taglia sull'argomento la conferenza stampa: "Pericoloso parlare di eurobond senza parlare, insieme, di governance e di sanzioni: è un pacchetto complessivo che presenteremo insieme", dice rinviando al Consiglio Europeo del 9 dicembre. Cosi' come sulle modifiche del trattato: "Lavoriamo insieme, ci siamo confrontati, illustreremo i dettagli al vertice del mese prossimo".

Tra un'Italia che torna al tavolo dei grandi ma ora deve fare i compiti, una Germania ancora lontana dalla Francia e mercati che restano alla finestra, bruciando ogni giorno ricchezza, solo un messaggio è chiaro: la crisi è "grave", va superata e bisogna fare scelte affinché "non si ripeta più". Red