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Per ricettazione di reperti archeologici denunciato dai carabinieri un impiegato 45enne.

Ieri mattina, i carabinieri della Stazione di Tula hanno denunciato in stato di libertà per ricettazione di reperti archeologici un 45enne impiegato del posto.

Nell’ambito di un servizio preordinato per la tutela dell’area di interesse archeologico intorno al lago “Coghinas”, i militari lo hanno sorpreso munito dell’attrezzatura tipica del “tombarolo”, cioè pala, piccone, metal detector ed altri piccoli utensili.

Nella successiva perquisizione della sua abitazione sono stati rinvenuti un gran numero di oggetti, accuratamente avvolti nel cellophane, un fondo piano in ceramica riconducibile età bronzo; un frammento ceramico di olla con orlo vasato e ansa con decorazione incisa a triangoli e fasci di linee irregolari riconducibile età bronzo; due frammenti ceramici appartenenti predetto vaso; tre frammenti ceramici con orlo cui 2 recanti un attacco, riconducibili età bronzo; un frammento di parete decorata a pettine impresso riconducibile età bronzo; otto frammenti ceramici indeterminabili riconducibili a periodo 1800-1500 a.c.; un frammento di scarto di lavorazione di ossidiana; 2 frammenti ceramici di parete con ansa a ponte larga nastriforme; un frammento di parete di tegame con orlo di età nuragica; un frammento di parete con ansa a maniglia di probabile età nuragica; due anse di anfora di epoca romana; un frammento di orlo di anfora di età romana; una scheggia di aspro; sei frammenti ceramici non determinabili; un oggetto in piombo (peso) con due segni; due frammenti ceramici di parete con orlo di tegame di età nuragica; un frammento di fondo piano con parete di tegame di età nuragica; un frammento ceramico di embrice di età romana; due frammenti di tronco fossilizzato di interesse palentologico.

Sono intervenuti sul posto i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari e la responsabile del settore archeologia della Sovrintendenza dei beni culturali per le province di Sassari e Nuoro, Paola Basoli, i quali hanno valutato i pezzi di rilevante valore storico.

La stessa responsabile ha assunto in custodia tutto il materiale, posto sotto sequestro penale, che, in base al decreto legislativo è di proprietà dello Stato.