Laura Stochino, Segretaria regionale Prc Sardegna, a nome del partito della Rifondazione Comunista, e Nicola Culeddu, Responsabile regionale ambiente, in merito al progetto Galsi, hanno affermato che si tratterebbe di "una questione politica da chiarire prima di entrare nel merito dei dati tecnici ed economici della proposta presentata: il coinvolgimento delle popolazioni nel cui territorio è previsto il passaggio del gasdotto e un successivo dibattito in Consiglio regionale che tenga conto delle loro osservazioni".
"In ogni caso - hanno dichiarato Stochino e Culeddu - riteniamo importante non sottrarci all'attuale confronto di merito sul progetto, a tale proposito indichiamo, in base alle informazioni di cui disponiamo allo stato attuale, i punti che devono a nostra avviso essere presi in considerazione prima di giungere alla realizzazione del Galsi. Partendo dagli indirizzi scaturiti dalla vittoria referendaria di primavera, il governo regionale deve indirizzare le risorse disponibili allo sviluppo delle energie rinnovabili. Tale sviluppo di energie rinnovabili renderà la Sardegna autosufficiente anche in relazione alla presenza di industrie energivore che vanno difese fino alla loro conversione. Un progetto di sviluppo energetico deve fornire garanzie di rispetto delle risorse ambientali e acheologico-culturali che sono parte importante per il rilancio economico dell’Isola, ad oggi il Galsi non ha fornito una tale rassicurazione. Perché la Sardegna non diventi un luogo di passaggio per guadagni e vantaggi esterni è necessario chiarire quale controparte vieni richiesta, se ad esempio esiste un progetto per la ramificazione delle condotte e per la gestione delle gas da parte dei comuni sardi che ne usufruiranno".
"Infine - hanno aggiunto - non sembra affatto scontata l’esistenza di una convenienza economica dell’Italia e dell’Europa nella realizzazione del Galsi in quanto non esistono dati certi sulla stessa capacità delle risorse algerine di far fronte all’esportazione una volta che quel paese, come si auspica, ne avrà bisogno per il proprio sviluppo, mentre è certo l’enorme investimento dichiarato a cui dovrebbero essere aggiunti i sempre avvenuti aggiornamenti in corso d’opera. In conclusione pur consapevoli dell’evidente carenza energetica dell’isola e dei costi elevatissimi dati dalla dipendenza dal petrolio, vorremmo essere certi che il Galsi non si riveli come l’ennesima megainfrastrutture pensata tenendo conto di inconfessabili esigenze dei centri di potere di dare a banche e a multinazionali ingenti capitali, senza nessuna reale ricaduta rispetto al costo dell’energie e alla sua gestione da parte della Sardegna. Se così non fosse, gli stessi capitali - hanno concluso i due - potrebbero servire a impostare una politica ambientale che intervenga sugli sprechi e realizzi una rete energetica che metta in connessione , dall’Africa al nord Europa, quanto si sta sviluppando con l’uso delle fonti rinnovabili nel rispetto degli ecosistemi e della volontà dei territori". Red.