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Dichiarazione del capogruppo dei democratici in Consiglio regionale Giampaolo Diana

Aprendo con piacere che il Presidente Cappellacci, all’indomani della caduta del governo Berlusconi, riconosce che in questi due anni e mezzo la “ Sua Sardegna “ è stata preda dei sui amici avvoltoi e corvi.

Cos’altro hanno rappresentato Berlusconi e il suo governo se non questo?

Come giudicare diversamente lo scippo di 800 milioni di euro l’anno della vertenza Entrate e dei Fondi Fas?

E la mancata rinegoziazione del Patto di Stabilità, vera ragione del fallimento di tante imprese, come ci ricordano continuamente le loro associazioni, è riconducibile agli avvoltoi romani o all’incapacità  della Giunta Regionale? 

Cos’altro dire degli schiaffi subiti sulla continuità territoriale, sui tagli alla scuola, sullo scempio del settore produttivo che oramai non risparmia più nessuno comparto?

Cos’ha da dire il Presidente della regione ai sessantamila sardi che la scorsa settimana hanno sfilato dietro gli striscioni delle organizzazioni sindacali e alle associazioni di tutte le imprese che nei giorni scorsi hanno denunciato l’inutilità della manovra finanziaria per affrontare i problemi veri della crisi che ha messo in ginocchio la Sardegna?

Al Presidente della regione ricordo che se oggi la sua Giunta presenta una finanziaria del tutto inadeguata ad affrontare la crisi, la responsabilità è da ricercare esclusivamente nell’atteggiamento subalterno che Lui ha avuto nei confronti del suo governo amico, che in questi anni ha depredato non solo il suo patrimonio ma anche i suoi diritti.

C’è da chiedersi dov’era, in questo lungo periodo, il Presidente Cappellacci mentre il suo governo amico derubava la Sardegna.

Perché non ha accolto le continue sollecitazioni del Partito Democratico in consiglio regionale, che insieme all’intera opposizione, ha pure occupato l’aula per chiedergli di mettersi alla testa di una straordinaria mobilitazione dell’intera Sardegna, per rivendicare al governo l’attuazione di politiche di crescita a partire dal  riconoscimento di quanto ci è dovuto dalle entrate erariali compartecipate?

Oggi è tardi, Cappellacci in questi anni ha dimostrato di non avere lo spessore e l’autorevolezza per rappresentare le attese e i bisogni dei sardi.

Il Presidente Cappellacci deve rendersi conto che non possiede l’autorevolezza e la credibilità, per richiamare la massima coesione della politica e dell’intera società sarda.

Se invece vuol fare un servizio alla Sardegna, deve, con grande onestà intellettuale, riconoscere a se stesso innanzitutto, di non la persona adatta per governare la Sardegna e rassegnare le dimissioni.

Solo in questo modo riuscirebbe a rispondere alle recenti manifestazioni di piazza e ad altre sollecitazioni che in questi giorni hanno chiesto un cambiamento radicale nel governo dell’isola, che lo stesso Cappellacci ricorda in una nota di qualche ora fa.   Red-com