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Rassegna del Cinema Etnomusicale – A Quartucciu parte la V edizione.

Parte domani, a Quartucciu (Ca), nello Spazio DomusArt (ex Casa Angioni), in via Neghelli, alle 21.30, la V edizione della Rassegna del Cinema Etnomusicale, promossa dall'associazione Elenaledda Vox.

La rassegna, realizzata grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport) e il patrocinio del Comune di Quartucciu (Assessorato alla Cultura), che proseguirà fino al 21 novembre, prevede la proiezione di cinque film. Domani sarà la volta di "Kinshasa Symphony", un documentario del 2010 diretto dai tedeschi Claus Wischmann e Martin Baer: racconta come a Kinshasa, la capitale del Congo, una delle più povere e popolose città del Continente Nero, sia nata l'unica orchestra sinfonica dell'Africa centrale, l'Orchestre Symphonique Kimbanguiste.

Ravi Shankar, il leggendario virtuoso del sitar, è il protagonista del film di Frédéric Le Clair, al centro dello schermo venerdì 18: "Ravi Shankar - L'extraordinaire leçon" riprende il musicista indiano durante un'esibizione e una masterclass tenute a Parigi nel 2008, mescolando sequenze del concerto e momenti della lezione. Con "RiseUp", sabato 19, la rassegna del cinema etnomusicale sbarca idealmente in Giamaica, l'isola del Reggae. Seguendo le carriere di tre talenti emergenti, e con i contributi e le testimonianze di artisti del calibro di Lee "Scratch" Perry, Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, il documentario dell'argentino Luciano Blotta offre un appassionante quadro della scena musicale giamaicana d'oggi. Già evocata con il documentario su Ravi Shankar, l'India trova spazio nel ciclo di proiezioni, domenica 20, con "Do Din Ka Mela (A Two Day Fair": diretto da K.P. Jayasankar e Anjali Monteiro, il film è un viaggio di due giorni nella musica e nella vita quotidiana di Mura Lala Fafal e Kanji Rana Sanjot, zio e nipote uniti nel segno della musica. Contadini in una terra arida fra India e Pakistan, il primo canta accompagnato dal jodiya pava (il flauto doppio) del secondo. Chiuderà il cartellone, lunedì 21, "Laya Project", di Harold Monfils, un viaggio per suoni e immagini nelle regioni asiatiche colpite dallo tsunami del 26 dicembre 2004. I musicisti di "Laya Project" provengono dalle comunità costiere di Sri Lanka, Tailandia, Indonesia, Maldive, Myanmar e India, ed è sulle loro tradizioni musicali che si basa questa produzione che attraversa i confini per rendere un tributo alla resistenza umana e ai sopravvissuti di quel tragico evento. Com.