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Ricerca, Amedeo Columbano pubblica su Hepatology e riceve il plauso di Giorgio Napolitano

Lo scorso 11 novembre, Amedeo Columbano – ordinario di patologia generale, già presidente del corso di laurea in medicina dell’università di Cagliari – ha preso parte alla cerimonia che si è tenuta al Quirinale per la “Giornata nazionale per la ricerca sul cancro”. Il professore – 61 anni, originario di Iglesias - con un'altra decina di scienziati italiani che hanno avuto le ricerche finanziate dall’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) e pubblicate sulle più quotate riviste scientifiche internazionali, ha pubblicato i suoi studi su Hepatology. Al pool di ricercatori è andata la gratitudine del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

 Il segnale di stop per la crescita degli organi” è il titolo del lavoro firmato dal professor Columbano e dal suo staff al dipartimento di Tossicologia. Il gruppo ha “individuato un collegamento tra i meccanismi che regolano la dimensione degli organi e l’insorgenza dei tumori”. Da qui - come recita la nota dell’Airc - l’attenzione, la valutazione positiva e la successiva pubblicazione su Hepatology Official journal of the American association for the study of liver diseas. La bibbia dell’epatologia ha un “impact factor”, ovvero il valore della reputazione e della credibilità scientifica, che oscilla tra dieci e quindici. Una scala molto elevata se si pensa che il Censis riconosce i lavori scientifici con un “impact factor” che oscilla intorno al cinque.

Ogni anno sono migliaia le ricerche firmate dagli studiosi finanziati dall’Airc. Tra queste, alcune sono osservate dai “referees” delle principali riviste internazionali. In sostanza, si tratta di arbitri che, con un giudizio oggettivo, determinano la  pubblicazione del lavoro sulla stampa scientifica “con maggiore visibilità, più qualificata, selettiva e autorevole” tanto da fornire spunti per ulteriori approfondimenti alla comunità scientifica mondiale.

“Un italiano su 25 si ammala di tumore, ma – scrive l’Airc - cresce la sopravvivenza e 700 mila italiani vivono dopo avere sconfitto la malattia”. L'Associazione per la ricerca sul cancro vanta 540 progetti finanziati e un programma che coinvolge due milioni e 500 mila studenti. Com

 

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