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Napolitano: “Azione condivisa”.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di una telefonata ricevuta dal presidente della Repubblica Federale Tedesca, Christian Wulff, nel corso della quale sono stati considerati gli sviluppi della situazione politica e della crisi finanziaria in Italia e in Europa, ha sottolineato la necessità che "gli impegni assunti dall'Italia e ogni ulteriore necessaria decisione si traducano presto in una efficace e condivisa azione di governo".

Ad avviso dei due presidenti - si legge in una nota del Quirinale -, ciò sarà di grande aiuto per il rilancio dell'unità e dell'integrazione europea. Il presidente tedesco - continua la nota - ha espresso un forte senso di amicizia verso l'Italia e piena consapevolezza del potenziale della nostra economia e della solidità del sistema bancario italiano. Ha quindi manifestato l'auspicio che gli sforzi in atto per dare soluzione alla crisi di governo di fatto apertasi vadano a buon fine e consentano di attuare le misure necessarie per far fronte alle gravi insidie cui è esposta l'Italia nell'attuale contesto".

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto oggi un cordiale colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy che aveva espresso il desiderio di conferire con lui. Nel corso della conversazione - si legge in una nota del Quirinale - è risultata la fiducia di questo grande Paese amico nella prospettiva che l'Italia si dia al più presto un governo capace di contribuire al superamento di una situazione che è altamente preoccupante per tutta l'Europa e in particolare per la zona Euro. L'Italia potrà così far valere il suo apporto - accanto alla Francia, altro Paese fondatore del progetto comunitario - al rafforzamento dell'euro e al rilancio della sviluppo europeo.

 

 

Conto alla rovescia a Palazzo Chigi

Napolitano ha ricevuto per due ore ieri al Quirinale Mario Monti, che già domenica potrebbe ricevere l'incarico e lunedì giurare col suo nuovo governo. Il Pdl resta spaccato sull'appoggio all'esecutivo tecnico. Ieri Berlusconi ha incontrato i suoi senatori, poi ha tenuto un vertice del partito a Palazzo Grazioli. Il premier uscente è disposto a sostenere Monti, ma ritiene che il Pdl debba avere voce in capitolo su
programma e ministri. La decisione finale sarà presa domani dall'ufficio di presidenza. Contrari a Monti rimangono Lega e Idv, favorevoli Pd, Terzo Polo e Sel.

Il professor Mario Monti è stato accolto nell'aula del Senato da un lungo applauso. Il senatore a vita sta partecipando al voto sulla legge di stabilità, dopo essere stato ricevuto dal presidente, Renato Schifani. "Benvenuto di cuore - ha detto Schifani - le siamo grati della sua presenza"

Silvio Berlusconi ha convocato i vertici del partito in piena notte. L'incontro è iniziato alle 23,30 e finisce dopo due ore. Avete ragione - dice il premier ai presenti - ci
serve uno scatto d'orgoglio, noi abbiamo una grande maggioranza al Senato e si illudono se credono di spazzarci via, non può essere fatto nulla senza di noi. In via del Plebiscito sono presenti Verdini, Cicchitto, Quagliariello, Gasparri e Alfano.

Arriva anche Gianni Letta per raccomandare tutti alla calma e al rispetto dell'intesa pattuita. Il presidente del Consiglio, riferiscono i presenti, non contesta nè il nome del candidato nè la formula delle larghe intese. Ma serve - questo il ragionamento - un confronto, un tavolo sia sui nomi che devono entrare al governo, sia sul programma. In pratica, questa la tesi, il Pdl deve avere la 'golden share' del nuovo esecutivo in quanto ha una rappresentanza maggiore in Parlamento.

"Altrimenti è meglio sciogliere il Parlamento e andare al voto", riferisce uno dei presenti all'incontro. Un'altra strada e' quella indicata dai senatori: ovvero nè il Pdl nè il Pd abbiano dei rappresentanti politici in un eventuale esecutivo Monti. Un governo solo di tecnici, quindi. Il Cavaliere ha ripetuto ai 'big' del Pdl che il suo sì a Monti è per salvare il Paese. Ma - questa la condizione - non posso svendere il partito, altrimenti sarebbe un ribaltone.

Durante la riunione si è affrontato anche l'opzione dell'appoggio esterno, vista come 'extrema ratio' qualora non venissero accolte le richieste avanzate dal Pdl. O abbiamo - è il 'refrain' che ripetono diversi 'big' del partito - un giusto peso e una giusta rappresentanza, oppure noi diamo un appoggio esterno.

Nell'incontro diversi 'big' del Pdl hanno contestato anche il metodo fin qui adottato: non possono essere contattati singoli rappresentanti del Pdl e invitati a fare i ministri, serve un tavolo con il partito, è la linea ufficiale di via dell'Umiltà.