Press "Enter" to skip to content

Istruzione – L’interrogazione dell’On. Melis (Pd) al Ministro Gelmini.

Guido Melis, deputato del Partito democratico, ha presentato un'interrogazione al Ministro della Pubblica Istruzione, Gelmini, “in difesa dei docenti 'inidonei' e dei loro diritti dimenticati”.

Dal rapporto annuale (2011) del Miur, - scrive l'onorevole - contenente la sintesi dei dati sulla scuola statale italiana, risulta che, su un totale di 678.369 docenti in servizio a tempo indeterminato, solo 4071, pari allo 0,6%, sono utilizzati in base all’art. 113. Tali docenti sono stati dichiarati dalle commissioni mediche operanti presso le ASL permanentemente inidonei alla funzione per motivi di salute, ma al tempo stesso idonei ad altri compiti. Con la firma del nuovo contratto, avvenuta il 25.06.2008, si definiva un primo importante passaggio, volto a definire un quadro di tutele e certezze al personale interessato. Il decreto-legge n.98 del 2011, convertito con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, ha ridefinito le modalità del collocamento fuori ruolo del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla funzione docente, ma idoneo ad altre mansioni. L’art. 19 di quel decreto legge, ai commi 12, 13, 14, e 15 stabilisce di fatto l’inquadramento “volontario” nei ruoli del personale Ata di detto personale docente (che sia stato dichiarato, dalla commissione medica operante presso le ASL, permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute ma idoneo ad altri compiti). Passando all’inquadramento Ata lo stipendio è riassorbibile, cioè non aumenterà sino all’equiparazione con i colleghi Ata. L’assegno ad personam in busta paga non è pensionabile. Una volta nei ruoli Ata, i docenti inidonei saranno considerati pienamente idonei alla funzione loro assegnata (in altri termini saranno considerati “sani”); anche se, naturalmente, eventuali richieste di riconoscimento di inidoneità nel nuovo status potranno provocare l’esonero da alcune mansioni”.

Il personale che avesse omesso di presentare la succitata domanda volontaria verrebbe – ha precisato Melis - ricollocato forzatamente su posti in mobilità intercompartimentale attuata in ambito nazionale presso gli uffici dell’amministrazione scolastica, nonché presso altre amministrazioni pubbliche, sempre qualora vi fossero posti disponibili, senza tener in alcun conto delle reali condizioni di salute degli interessati e dei gravissimi disagi a cui si andrebbe incontro oltre al disservizio che si procurerebbe alla strutture scolastiche; l'applicazione di queste norme, che sollevano molti dubbi di legittimità, è destinata, presumibilmente, a generare un lungo e costoso contenzioso dal punto di vista economico (con riflessi umani) tra singoli docenti, sindacati e Ministero; per le mansioni esercitate da anni nelle strutture scolastiche, presso le quali vi è stato un riconosciuto merito per il lavoro svolto, questi docenti hanno maturato professionalità, conseguendo, attraverso corsi certificati, competenze specifiche che si esplicano soprattutto nella gestione delle biblioteche scolastiche, dove per lo più sono impiegati”.

Le scelte governative – ha sottolineato il deputato - appaiono in contrasto con i molti progetti ministeriali a sostegno della lettura e con la creazione di “Il centro per il libro”, istituito con Dpr n. 34 del 25.01.2010, il cui regolamento stabilisce, alla lettera G dell’art. 2, che tra i compiti istituzionali rientrano le iniziative volte alla promozione, al supporto e al potenziamento delle Biblioteche Scolastiche e le loro proposte di collegamento del territorio e di Laboratorio per quanto riguarda l’apertura del mondo giovanile alle nuove forme di conoscenza attraverso l’uso di nuove tecnologie”.

Melis chiede quindi al Ministro “se non ritenga più congruo operare in prima istanza per la piena salvaguardia di professionalità maturate sul campo in anni di lavoro presso le strutture alle quali questi docenti sono stati assegnati; se non sia opportuno abrogare a tal fine i commi 12-13-14-15 dell’art.19, mantenendo il suddetto personale nelle attività attualmente svolte; se non sia possibile che i risparmi previsti per l’operazione di mobilità dei docenti inidonei (80 milioni di euro) siano recuperati attraverso la procedura che lo stesso Governo ha previsto (vedi Ddl n. 2968 sulla stabilità finanziaria anno 2012; art. 4 comma 89) per il recupero delle somme mancanti per il pagamento degli scatti di anzianità”.

Si domanda inoltre il deputato del Pd “se, alternativamente, non ritenga il Ministro di dovere stabilire se in questo quadro non ritenga di garantire almeno la possibilità di fruizione di un abbuono di 5 anni per chi, tra coloro che intendono chiedere la dispensa dal servizio, abbia almeno 20 anni di servizio; se comunque non ritenga il Ministro opportuno varare sull’intera materia norme attuative più chiare delle attuali e diffondere interpretazioni autentiche di una normativa che, allo stato dei fatti, appare per comune giudizio poco chiara e suscettibile di generare nuovi contenziosi; e in tal senso se non ritenta di dover stabilire comunque tempestivamente”. Red-Com.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »