“Dopo le scalate alle banche (e sappiamo com’è andata) c’è qualche furbetto che sta provando a scalare la Sardegna e i finanziamenti regionali all’ombra del gasdotto Galsi, alla faccia delle regole della concorrenza e del mercato, della necessità di eliminare i monopoli e di modernizzare il sistema dei servizi attraverso gare ad evidenza pubblica”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale del Psd’Az. On. Efisio Planetta che in una interpellanza rivolta al Presidente della Regione e all’Assessore dell’Industria ha ricostruito l’origine della ragnatela di società che si preparano “all’ennesima speculazione coloniale” ai danni dei sardi e della Sardegna. “Gli intrecci sono chiarissimi: – ha affermato Planetta – dell’azionariato di Galsi fa parte (con il 10.4%) il Gruppo Hera, holding quotata in borsa con oltre 1.6 miliardi di fatturato nel 2010 ed una proprietà prevalentemente pubblica divisa fra i comuni dell’Emilia-Romagna ed importanti società facenti capo alla Lega delle cooperative, secondo lo schema consolidatosi in quella regione dal dopoguerra ad oggi.”
Dietro questa classica punta dell’iceberg, ha proseguito l’on. Planetta, “c’è molto altro. Per esempio la Intermedia Finance di Giovanni Consorte (quello dei furbetti del quartierino) che si occuperà per conto di Hera del project financing relativo alla metanizzazione di 12 comuni dell’area cagliaritana, i cui lavori saranno affidati alla coop Concordia già impegnata per le stesse opere nelle province di Sassari e Nuoro. Con alcune controllate in comune fra Hera e Concordia inoltre, la coop sta operando sempre nelle reti del gas e nel fotovoltaico anche nella Sardegna nord occidentale in Ogliastra. Ora, siccome la Regione Sarda ha suddiviso il territorio da metanizzare in 38 ambiti, si ha l’idea della capacità di penetrazione di questo grande gruppo economico-finanziario e della vera posta in gioco, che in termini reali sono le risorse regionali stanziate per coprire buona parte, dal 40 fino al 50%, del costo delle reti. Non è un caso infatti che, a fronte della scalata, si sia sviluppata una offensiva mediatica condotta dai referenti politico, sindacali e ambientalisti del maggiore partito della sinistra da sempre contiguo al mondo cooperativo emiliano. Di qui la necessità di sapere dalla Regione se questa è una speculazione coloniale e se, soprattutto, è coerente con una vera impostazione riformista affermare da un lato la scelta dell’apertura ai mercati ed alla concorrenza nell’interesse dei cittadini-consumatori e, dall’altro, aprire la strada al più forte monopolio italiano, di cui la Sardegna non ha affatto bisogno.”