Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa sera al Quirinale il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta. All'incontro ha partecipato il segretario generale della Presidenza della Repubblica, consigliere Donato Marra.
Il presidente del Consiglio ha manifestato al capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l'urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l'approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea.
Una volta compiuto tale adempimento, il presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione.
"Il Governo non ha più la maggioranza"
Pier Luigi Bersani è tornato a chiedere al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di dimettersi, dopo che la maggioranza si è fermata oggi a quota 308 voti. "Berlusconi non può avere puntigli personali, il governo non ha più la maggioranza e chiedo che il premier vada al Quirinale", ha insistito il leader del Pd al termine della seduta. "Sette voti in meno significa che la maggioranza non c'è", ha insistito.
L'aula della Camera ha approvato con 308 sì il rendiconto generale dello Stato. I votanti erano 309 e c'è stato un voto di astensione. Le opposizioni erano in aula ma non hanno partecipato al voto
"Rassegni le dimissioni, qui faremo la nostra parte per il Paese. E sia chiaro che sei lei non lo facesse, non oso credere che lei non lo faccia. Se lei non lo facesse le opposizioni considererebbero iniziative ulteriori perché così non possiamo andare avanti" ha detto Bersani dopo che in questi giorni si era parlato di mozione di sfiducia al premier".
Dopo il voto sul Rendiconto, Silvio Berlusconi resta nell'Aula della Camera al suo posto al banco del governo, circondato da ministri e sottosegretari con i quali verifica i tabulati del voto. Ragazzi, stringiamoci e decidiamo subito cosa fare. Sono queste le parole che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avrebbe riferito ai suoi subito dopo la proclamazione del voto sul rendiconto dello Stato e prima di riunire i vertici di maggioranza alla Camera