La seduta del Consiglio regionale si è aperta, questo pomeriggio, sotto la presidenza di Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive). In particolare l’Aula è stata chiamata a proseguire l’esame dell’articolo 1 decies. La presidente ha aperto la discussione sull’articolo e gli emendamenti.
Il primo a intervenire è stato Chicco Porcu (Pd): Stiamo entrando in una parte della legge assai delicata, quella che non si occupa soltanto di prevedere integrazioni e modifiche volumetriche del Piano casa, ma vuole intervenire sulle norme del Ppr, prevedendo alcune possibilità edificatorie. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato come, già in altri articoli, la maggioranza abbia caricato questo disegno di legge di norme intruse, mentre avrebbe dovuto avere soltanto l’obiettivo di semplificare l’iter del Piano casa. Un provvedimento rozzo, ha proseguito il consigliere del Pd, che evidenzia le profonde differenze tra i nostri schieramenti. In conclusione, Porcu ha ribadito come non sia un modo corretto di procedere, introducendo all’interno di questa legge deroghe permanenti alle norme paesaggistiche di salvaguardia. Tali elementi contenuti nel Dl 265/A, secondo l’esponente del Pd, apriranno il Ppr a ricorsi. Questo articolo si interessa di modificare l’articolo 12 ha spiegato Gian Valerio Sanna (Pd) e vorrei precisare che questo strumento è abbastanza singolare e inquietante. L’esponente dell’opposizione ha ricordato, citando l’articolo 34 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti locali, quanto già ribadito da diverse sentenze per quanto riguarda gli Accordi di programma, ossia che gli interessi dei privati e l’interesse del Pubblico non possano coesistere sullo stesso piano, ma che eventualmente, il Pubblico per soddisfare l’interesse comune, può chiamare alcuni soggetti privati a presentare delle proposte. Perché tornare indietro, perché approvare un articolo che dà la facoltà della proposta ai soggetti privati? Secondo Sanna potrebbe essere sollevato il dubbio che ci sia un soggetto privato prevalente e ha aggiunto: Noi siamo d’accordo a votare per parti eliminando il soggetto privato. Anche sul secondo comma, ossia quello che parla di riassetto urbanistico, Sanna ha mosso critiche, perché “il riassetto urbanistico segue specifiche leggi e procedure. L’esponente del Pd ha proposto all’Aula di emendare l’articolo 1 decies o di cancellarlo.
il vicepresidente Michele Cossa ha messo in votazione la lettera a del comma 1 dell’art 1 decies che è stato respinto con 53 no, 2 sì e 3 astensioni.
La presidente Lombardo ha messo in votazione la lettera b del comma 1 dell’art. 1 decies che non è stata approvata con 56 no, 2 sì e 2 astensioni. L’articolo in questione prevedeva originariamente la modifica della disciplina dei piani a valenza strategica.
Il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana ha chiesto lo scrutinio segreto sull’emendamento 79 (Diana Giampaolo e più) che è stato accolto con 33 voti a favore, 27 contrari e un’astensione. Si modifica la legge 8 del 2004 (Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale) stabilendo che, anche in caso di qualunque modifica o aggiornamento, il presidente della Regione espone al Consiglio regionale, che si pronuncia nel merito, le linee guida caratterizzanti il Piano paesaggistico regionale.
È stato approvato l’emendamento 80 (Diana Giampaolo e più) con i pareri favorevoli della maggioranza e della Giunta. Alla legge 12 del 2011 (Disposizioni nei vari settori di intervento) si inserisce il comma 32 bis al comma 32 (che stabiliva, per certi casi, la conversione in volumetrie residenziali di cubature destinate a servizi per la residenza): prevede l’automatica variazione dello strumento attuativo all’atto del rilascio del permesso di costruire o di denuncia di inizio attività da parte degli aventi diritto.
Il Consiglio ha approvato l’emendamento di sintesi 271 (Diana Mario e più) che nel Piano casa del 2009 inserisce l’art. 13 bis (Norme in materia di tutela, salvaguardia e sviluppo delle aree destinate all’agricoltura): si riconosce la tutela del paesaggio rurale e si punta a contrastare il frazionamento delle aree agricole finalizzato all’edificazione; contro un improprio sfruttamento si stabilisce l’applicazione delle Direttive per le zone agricole del 1994; negli ambiti costieri individuati dal Ppr, la superficie minima di intervento, con connessione funzionale all’attività produttiva, è fissata in un ettaro, incrementabile a tre ettari previa delibera del Consiglio comunale; l’indice massimo di fabbricabilità per le nuove residenze è pari a 0,03 mc/mq per il primo ettaro, da ridurre del 50% per il secondo e del 75% per i successivi.
Sull’art. 1 undecies l’on. Chicco Porcu (Pd) ha rimarcato l’attenzione mostrata per evitare di produrre degli obbrobri legislativi affinché sia confermata sulle norme legate al Ppr. Ha aggiunto che il voto segreto sull’emendamento 79 ha stabilito un principio fondamentale: il Consiglio regionale si è riappropriato della possibilità di fornire indirizzi su cosa il Piano paesaggistico o ogni sua modifica debba o non debba prevedere. Per Porcu si blocca il tentativo di incorporare nel Ppr il fatto salvo dalle leggi, a suo avviso illegittime, approvate dalla maggioranza. Sul resto del disegno di legge in esame il consigliere del Pd ha invitato l’Aula a dare un senso al percorso di semplificazione e alleggerimento della legge, garantendo la futura salvaguardia del territorio. Luigi Lotto (Pd) ha dichiarato che è giusto soffermarsi su una parte della legge che ha avuto, come convitato di pietra, il Piano paesaggistico regionale. Abbiamo sempre sostenuto che, utilizzando una legge ordinaria, non si potessero modificare le norme di un Ppr approvato secondo un percorso molto preciso che prevedeva, fra lìaltro, una intesa con il Ministero dei beni culturali. Per questi motivi, le norme di revisione del Piano che la maggioranza ha voluto introdurre prima nella legge 4 del 2009 ed ora nella 265, devono essere considerate “intruse”. Chiedo che la maggioranza trovi un momento di coerenza con quanto da essa stessa affermato e respinga questo articolo consentendo al Consiglio di evitare guasti irreparabili all’ambiente costiero della Sardegna.
Luciano Uras (Misto), riprendendo il suo intervento della mattinata, ha ricordato che “la giunta, al posto delle direttive previste dalla legge che, fra l’altro, facevano scattare sul territorio le azioni di monitoraggio degli interventi di trasformazione urbanistica, ha deliberato soltanto una circolare applicativa della legge 4 del 2009, che è cosa ben diversa. Tanto è vero che, nella stessa delibera, l’esecutivo si riserva di approvare le direttive in un secondo momento. In un recente incontro di tutti i presidenti di gruppo abbiamo cercato un modus operandi che desse un senso al nostro lavoro. Ma se non arrivano risposte per fare chiarezza in questa legge - mosaico in cui ogni tassello corrisponde ad un soggetto o a gruppi ben individuati, siamo disposti a ricominciare con l’ostruzionismo.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha evidenziato che nel testo della giunta c’è una cosa praticamente impossibile, cioè la volontà di tutelare il territorio da un improprio sfruttamento, che però è il vero obiettivo che la maggioranza vuole raggiungere con questa legge. Se si interviene sulla classificazione delle aree agricole eliminando i vincoli, praticamente quelle aree diventano dal punto di vista urbanistico totalmente libere, consentendo quindi interventi edificatori. Nella precedente legislatura, fino all’adeguamento del Puc al Ppr, era consentita l’edificazione di fabbricati solo se funzionali all’esercizio dell’attività agricola da parte del proprietario. Questa disciplina, come norma di salvaguardia, resta in vigore fino all’adeguamento del Piano paesaggistico regionale e non può essere aggirata da una legge ordinaria. Inoltre, nel perimetro dei beni identitari, lo stesso Ppr prevedeva una cintura di protezione di 100 metri in via transitoria, fino alla definizione della pianificazione urbanistica da parte del comune. Qui si arriva al paradosso non solo di permettere l’edificazione in quel perimetro ma anche lo stravolgimento dello stesso bene identitario; una norma del genere sarà sicuramente impugnata.”
Ha preso poi la parola Renato Soru (Pd) che ha affermato: Non siamo riusciti a cancellare l’articolo 13 finora in Aula, auspico che lo faccia il ministro Galan, che ha chiarito che avrà un comportamento diverso da quello disattento del suo predecessore Bondi. E ha aggiunto che non bastano poche righe per cancellare il Ppr, una legge di rango superiore. Secondo Soru questa discussione è stata molto utile per chi l’ha seguita da fuori per capire cosa prevede realmente il Piano casa, una legge che sarebbe dovuta essere utile alle famiglie e alle piccole imprese. In realtà, ha evidenziato Soru, questo articolo 13 serviva a rimettere in vita lottizzazioni bloccate nel 2004 e nel 2006, prevedendo anche la possibilità di costruire in zona F, entro i 300 metri, oltre i 300, dove c’è il Puc, dove non c’è e così via. È tutto un articolo fatto per resuscitare il consumo del territorio in aree che dovevano essere tutelate. Voi avete l’unico desiderio di ingannare e mistificare la realtà”. Renato Soru ha poi evidenziato come questa legge non solo distrugga l’ambiente, ma con esso anche il turismo della Sardegna, e ha accusato la maggioranza di cancellare la tutela esistente del territorio agricolo e anzi di “spingere alla costruzione in agro”. Il vice presidente Michele Cossa ha poi dato la parola all’on. Giorgio Cugusi (Misto) che ha affermato come tutto l’articolato del capo 2 non sia per niente attinente al tema in esame. L’esponente dell’opposizione ha spiegato quanto sia sbagliato e scorretto introdurre norme diverse da quelle relative al Piano casa in questo testo normativo. Cugusi ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento perché non è giusto costringere il cittadino a cercare le norme nei più svariati testi di legge o in ogni Collegato alla Finanziaria. “E’ una abitudine scorretta e quindi sbagliata”.
Dopo Cugusi ha preso la parola Uras (Misto) che ha chiesto al presidente della Regione di presentarsi in Aula e riferire in ordine alle ipotesi secondo cui “ci sono voci di dimissioni di componenti della Giunta”. Il capogruppo del Pd ha chiesto: “Ci comunichi il presidente Cappellacci, visto che è entrato ora, se si è dimesso”.
La presidente Lombardo ha detto: “Possiamo proseguire, visto che non ci sono pervenute dimissioni del presidente della Regione”.
Poi la presidente ha messo in votazione il testo del comma 1 lettera a), che è stato approvato insieme al testo del comma 1 lettera c).
Preso atto delle difficoltà dell’Aula, dopo tre richiami la presidente Lombardo ha sospeso i lavori.
Alla ripresa, sull’emendamento 86 hanno preso, a favore, la parola gli on. Porcu e Lotto (Pd) e l’on. Uras (Sel), che hanno parlato di tradimento degli accordi presi con la maggioranza. L’emendamento è stato bocciato. Approvato, invece, l’emendamento aggiuntivo 115. La presidente ha messo poi in discussione l’articolo 1 duodecies sul quale Gianvalerio Sanna (Pd) ha detto: “Questo articolo complica ulteriormente la strada alla legge e per questo chiedo che lo eliminiate, visto che è del tutto inutile anche rispetto ai vostri scopi ed è privo di senso”. Ma il Consiglio ha approvato la norma.
L’articolo 1 terdecies è stato approvato mentre sul quaterdecies sono intervenuti gli Gianvalerio Sanna (Pd), Sechi (Sel), Soru (Pd), che ha detto”: Con le regole di oggi state portando i cittadini a dormire in locali che sarebbero bagni e sottotetti. Tutto per consentire a qualcuno di fare le sue speculazioni, nonostante risorse finanziarie ce ne saranno sempre meno per costruire case che rimarranno vuote”.
Mario Bruno (Pd), dopo aver invitato il Consiglio a garantire una elevata qualità nelle decisioni, anche in prospettiva dell’esame delle linee guida del Piano paesaggistico regionale, ha spiegato che l’art. 1 quaterdecies è l’emblema della legge: dimostra che è fatta per gli speculatori e non per chi non ha la casa; serve per creare ricchezza aggiuntiva a chi i soldi li ha. Bruno ha aggiunto che si tratta di una norma sbagliata e diseducativa perché, nei sottotetti, consente deroghe e tutela gli abusivi. L’esponente del Pd ha ricordato che dai banchi della minoranza erano stati avanzati suggerimenti per aiutare le famiglie indigenti, per predisporre piani di edilizia residenziale, per incentivare i mutui per la prima abitazione, per contribuire al pagamento degli affitti. Infine, rivolgendosi all’assessore dell’Urbanistica Nicolò Rassu, ha detto che non bisogna fidarsi dei consigli non disinteressati di chi sta all’esterno del Consiglio.
Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha rilevato, in materia di recupero dei sottotetti, l’approccio riformista della maggioranza e quello apocalittico dell’opposizione e ha ricordato che pure il centrosinistra aveva affrontato lo stesso tema in una distinta proposta di legge. Dopo aver suggerito di tenere in adeguata considerazione i rilievi mossi da Campus sul rispetto degli standard igienico-sanitari, Maninchedda ha ricordato che il Partito Sardo d’Azione non è disponibile a garantire incrementi volumetrici a chi ha commesso degli abusi. Poiché non è stato rispettato un accordo di maggioranza sulla modifica dell’art. 1 opties, l’esponente sardista ha chiesto che l’argomento venga approfondito ed eventualmente sottoposto a revisione immediata perché in contraddizione con lo spirito della legge. Altrimenti, ha concluso si “creerebbe imbarazzo in non pochi di noi”. (segue)