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In forte aumento i ‘dissidenti’ nel centrodestra: il premier ormai davanti al precipizio e in molti lo vorrebbero spingere giù.

"Il momento è sempre più drammatico. L'unico modo per uscirne è che il premier faccia un passo indietro. E' una figura troppo conflittuale che non permette di varare
riforme condivise". Per il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, "il problema del governo è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi".

Dalle pagine del Riformista, il primo cittadino di Verona non mette in discussione l'alleanza Lega-Pdl. "Anzi - dice - deve rafforzarsi per garantire stabilità al Paese,
provando ad allargare la maggioranza e trovando qualcuno del centrodestra che possa sostituire Berlusconi".

"Non penso assolutamente a un governo tecnico - puntualizza a chi gli fa notare la contrarietà di Umberto Bossi a questa ipotesi - Dico solamente che oltre a Berlusconi ci sono altre persone all'interno del centrodestra che potrebbero guidare la maggioranza". Se il premier facesse un passo indietro, "credo si potrebbe finalmente
aprire una nuova fase che sarebbe una ventata di ossigeno per l'economia".

Lo dice Luciano Sardelli, ex responsabile, che già lo scorso 14 ottobre ha 'strappato' non votando la fiducia al governo. "Berlusconi -spiega all'Unità - è finito e può solo farsi da parte. Responsabilmente guidando lui il trapasso. Significa che torna da Cannes e sale al Colle per le dimissioni. Oppure presenta le misure e il maxi emendamento e poi sale al Colle".

Del resto, "la maggioranza assoluta non c'è già più. Con i due che dal Pdl sono andati nell'Udc scende a 313 senza contare i 6 firmatari della lettera. Le opposizioni sono a 312. Ma credo che nelle prossime ore altri decideranno di staccare la spina. Lo smottamento è forte e il punto di rottura della frana alto". Per questo "faccio un
appello a Berlusconi e lo prego di rinsavire: se non fa un passo indietro il Pdl si frantuma e la sua ricomposizione diventerebbe più difficile".

"E' evidente che quando si balla sull'orlo del precipizio, prima di tutto viene il Paese. E 
allora oggi occorre un comune senso di responsabilità per un governo sorretto da una maggioranza più vasta. Sul modello tedesco, se vogliamo". Lo afferma a Repubblica, Carlo Vizzini, che lascia il Pdl e trasloca nel gruppo dell'Udc che comprende
anche autonomisti, liberali e repubblicani. "Ognuno per superare questa impasse deve fare la sua parte. Anche Berlusconi' aggiunge Vizzini che spiega di essere stato
'aiutato' nella sua decisione da Angelino Alfano. Il segretario 'ha detto che il Pdl si propone di diventare il raggruppamento dei cattolici democratici. Una Balena bianca più piccola di prima, insomma. Ma io, che con Occhetto e Craxi, nel 1992 fondai il Partito socialista europeo, non morirò democristiano'. Vizzini annuncia inoltre la sua astensione al voto di fiducia in Senato.