La crisi ha toccato in modo sensibile anche il mondo dell’imprenditoria femminile della Sardegna.
Infatti le ditte individuali artigiane con donne titolari, sono calate del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, contro una crescita media italiana dello 0,8%.
I settori più colpiti sono stati quelli relativi al manifatturiero (-70 imprese/-5,1%), ai Servizi alle imprese (-16 imprese / -1,7%), ai Servizi alle persone (-13 imprese / -0,8%), al Ristoro e Commercio (-10 imprese / 1,3%) e ad altri settori (-128 imprese / -2,3%), per un saldo totale negativo di 128 attività (-2,3%) .
Sono questi i dati che emergono dal dossier “Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, sui dati Unioncamere-Infocamere, che ha analizzato le variazioni tra il secondo trimestre 2010 e lo stesso periodo del 2011.
Nella nostra isola, sempre nel secondo trimestre di quest’anno, le imprenditrici artigiane erano 5.504, il 20% sul totale delle donne titolari di tutte le imprese individuali, media che corrisponde a quella nazionale.
E alla media italiana, ma in calo rispetto all’anno passato, corrisponde la percentuale delle donne sarde che hanno un ruolo (titolare o socio) nelle imprese: sempre nel secondo trimestre del 2011, erano 10.260, il 19,6% di tutte le persone con cariche nelle imprese artigiane; il decremento registrato è dell’1,45 rispetto allo stesso periodo del 2010.
Confartigianato Imprese ha anche analizzato il “Mercato del lavoro femminile” del 2010 in Sardegna.
Donne occupate - Nella nostra isola le donne occupate, alla fine dello scorso anno, erano 240.100, con un tasso di occupazione (nella fascia 15-64 anni) del 41,8% mentre quelle in cerca di lavoro erano 42.100, con un tasso di disoccupazione del 14,9%. La percentuale relativa di inattività era del 50,8%, corrispondenti a 289.600 donne.
Tasso di inattività - Il tasso di inattività in Sardegna, che mostra la percentuale di donne residenti (sul totale) che non lavorano, è assai elevato.
La classifica nazionale dice come, sul totale delle donne tra 15-64 anni, la nostra regione sia al 7° posto: al primo posto troviamo la Campania e all’ultimo la Provincia di Bolzano.
I dati più allarmanti si registrano nella fascia tra i 55 e i 64 anni (72,5%) e tra i 15 e 24 anni (72%) mentre i tassi più contenuti si rilevano tra i 35 e 44 anni (35,1%) e tra i 25 e 34 anni (36,4%).
A livello provinciale, il tasso più elevato lo troviamo a Carbonia-Iglesias (62,9%) mente quello più basso a Olbia-Tempio (41,6%).
Da segnalare due dati opposti: quello relativo alla fascia tra i 15 e 24 anni delle donne della Provincia di Carbonia-Iglesias (85,9% di donne inattive) e quello relativo alle donne di Olbia-Tempio tra i 33 e 44 anni (25,6%).
A livello europeo, la Sardegna, tra le 271 regioni continentali, si posiziona al 225esimo posto con un tasso di inattività del 50,8, con una variazione negativa del 3,7% rispetto al 2007. Gli ultimi 10 posti sono occupati dalla Campania (la peggiore) Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Malta (MAL), Molise, Ceuta (SPA), Voreio-Aigaio (GRE) e Sardegna.
All’opposto, le regioni italiane con i tassi minori di inattività sono la Provincia di Bolzano (34,9%), l’Emilia Romagna (35,5%) e la Valle D’Aosta (36,4%).
Tasso di occupazione - Al contrario, analizzando il tasso di occupazione femminile, tra le regioni europee, la Sardegna è al 259° posto europeo con il 41,8% di donne occupate. Tra le regioni italiane primo posto per la P.A. di Bolzano (108° posto assoluto con il 62,9% di occupazione) e ultimo per la Campania (271esima su 271 regioni, con solo il 25,7% di tasso di occupazione).
L’habitat per “fare impresa donna” in Sardegna - Le imprenditrici sarde, nonostante la crisi e il mercato non favorevole, in ogni caso resistono. Anche se “fare impresa” nella nostra regione, per una donna, non è facile.
Confartigianato Imprese ha per questo analizzato l’habitat delle imprese della Sardegna ovvero le condizioni ideali perché si sviluppino l’imprenditorialità e l’occupazione femminile; l’analisi è condensata nell’ “Indice 2011 Confartigianato Donne, Imprese & Lavoro” che fornisce una misura sintetica della capacità di ciascuna provincia di mettere a disposizione delle donne, le migliori condizioni dell'habitat economico per fare impresa e per operare attivamente sul mercato del lavoro.
Si basa sull'esame di 40 indicatori per provincia, raggruppati in 5 ambiti: Imprenditorialità femminile, Mercato del lavoro femminile, Istruzione e capitale umano, Servizi di welfare e Tempi di arrivo al lavoro e accessibilità ad alcuni servizi pubblici.
Dall’analisi nazionale emerge come la Sardegna, al 10° posto su 21 regioni e province autonome, offra condizioni ambientali interessanti o meglio “non negative” affinché le imprese “rosa” possano svilupparsi e affermarsi nei mercati. Da segnalare che la nostra regione è la prima di tutte quelle appartenenti all’area centro-sud dell’Italia.
Al primo posto il Friuli, seguito dall’Emilia Romagna e dall’Umbria mentre agli ultimi posti la Campania, la Sicilia e la Puglia.
Le fonti da cui sono tratti i dati sono: Ufficio Studi Confartigianato Imprese, Copaff, Inps, Istat, Istat-Unioncamere e Istituto Tagliacarne, Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Movimprese-Infocamere. Red-com