Non e' la lettera all'Ue, ma una missiva tutta interna al Pdl, a guastare a Silvio Berlusconi il giorno dopo il vertice di Bruxelles. Una lettera-appello per chiedere al premier di allargare la maggioranza ai moderati. E invocare dunque, spiegano alcuni firmatari, quel suo passo indietro che e' pregiudiziale all'ingresso dei centristi nel governo. Il testo da ieri circola tra gli 'scontenti' del partito, per essere sottoscritto e consegnato al Cavaliere la prossima settimana. Massimo riserbo sui firmatari. Ma i principali 'indiziati' (secondo le voci circolate oggi in ambienti parlamentari) Beppe Pisanu e Claudio Scajola, negano decisamente di essere della partita, così come tanti altri esponenti del Pdl chiamati in causa dai boatos.
"Caro presidente Berlusconi", e' tempo di "rilanciare l'azione politica, allargare la maggioranza alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all'azione di governo", si legge nella lettera. La convinzione espressa e' che la maggioranza sia troppo debole per realizzare le riforme indicate nella lettera all'Ue. Dunque serve una "forte discontinuità politica e di governo", senza la quale, sottolineano i parlamentari 'scontenti', la "lealtà' non potrà più "essere garantita". Un vero e proprio ultimatum, insomma. Che sarebbe stato partorito, si racconta in ambienti del partito, nel corso di una cena che ieri sera ha riunito 18 senatori con Beppe Pisanu.
L'ex ministro smentisce però seccamente di esserne l'artefice: "Non l'ho ideata, ne' dettata, ne' tanto meno sottoscritta", afferma. Ma un firmatario, restando nell'anonimato, conferma che il testo sta circolando. E spiega l'esito non scritto, ma chiaramente implicito dell'iniziativa: "Il passo indietro del premier e' una delle precondizioni per un allargamento della maggioranza". "Non commento documenti fantomatici, senza firme", replica a muso duro il segretario del Pdl Angelino Alfano.
"Non mi risultano lettere di Scajola ne' di nessuno - aggiunge - quando la riceveremo ce ne occuperemo". Ma nel Pdl sarebbe già in corso la caccia ai possibili firmatari, per bloccare l'iniziativa sul nascere. Il malcontento, si sa, è diffuso in diverse aree del partito. Monta tra l'altro il timore di elezioni anticipate e aumentano coloro che preferirebbero piuttosto un esecutivo di larghe intese. Ma quando la notizia della lettera dei parlamentari pidiellini emerge, c'è chi prende subito le distanze.
Come gli scajoliani, che nelle scorse settimane proprio l'idea di un documento avevano accarezzato e invece oggi smentiscono: "Non so nulla e nessuno mi ha informato", dice il senatore Franco Orsi, vicino a Scajola.
L'unico che si dice pronto a firmarla, e' Luciano Sardelli, ex 'responsabile', che però è già fuori dalla maggioranza e annuncia come prossima la nascita di una componente del gruppo Misto, che apra la strada a un nuovo gruppo del Terzo polo. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini intanto dichiara: "C'è bisogno oggi più che mai di un armistizio. Mi auguro che in tanti nel Pdl siano disposti a fare un patto con noi".