"Stiamo parlando di parole, di nessun atto. Di parole, tre quarti delle quali riguardano il già visto, e già bloccato. E un'altra parte sono una minaccia, come la parte sui licenziamenti. E certamente noi non siamo d'accordo".
Lo ha detto questa mattina il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a intervenendo alla trasmissione della Rai “Radio Anch'io”, durante la quale ha commentato con delusione la lettera d'intenti del governo italiano alla Ue.
Se gli impegni della lettera venissero messi in atto, "I 300mila cassintegrati che ci sono ora, dal giorno dopo sarebbero licenziati". Per Bersani tutto ciò "è impensabile, è un intervento a gamba tesa sul licenziamento, che non è una priorità nel momento in cui il problema e' l'opposto. Tolto quello non c'è niente".
Il leader Pd, afferma ancora: "Tutte le aperture di credito che vengono dall'Europa le prendiamo per buone, anche perché' l'Italia è troppo grande per essere salvata, tutti hanno l'interesse a che il nostro Paese mantenga il suo buon nome. Ma temo – ha concluso Bersani - che venga fuori di nuovo l'impressione che stiamo raccontando cose che non ci sono, con un effetto boomerang. Se mi sbaglio son contento". Bersani ha anche affermato che a Bruxelles "un passo si è fatto" con il fondo salva stati, anche se resta ancora strada da fare.