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Bonanni: pronti allo sciopero.

"Noi non siamo d'accordo a mettere mano sui licenziamenti, ci sembra una provocazione mentre il Paese ha bisogno di coesione". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che al Tg2 preannuncia: se verrà modificato "l'assetto dei licenziamenti senza il consenso delle parti sociali la Cisl andrà allo sciopero".

"Si tratta di norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano. Misure da incubo più che libro dei sogni. Il sindacato reagirà con la forza necessaria".
Cos
ì la Cgil bolla la lettera presentata ieri dal premier, Silvio Berlusconi al vertice di Bruxelles per salvare il paese dalla crisi.

"Se l'obiettivo è assumere e non licenziare il governo mandi subito una raccomandata urgente a Bruxelles dicendo che si è sbagliato", risponde al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il segretario confederale, Fulvio Fammoni. "L'Europa accetta per non far sprofondare le borse e soprattutto per commissariare, non più solo
politicamente ma di fatto, il nostro paese. Ecco il risultato di un governo non pi
ù credibile per nessuno e dannoso per l'Italia. Come nel paese dei balocchi si scrive che 'il governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo', siamo al ridicolo".

E nel merito delle proposte Fammoni osserva: "la lettera e' chiaramente non un programma di governo ma il futuro manifesto elettorale del partito di Berlusconi, lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine 'efficienza dell'impresa' significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici, con un governo che ha già programmato il licenziamento di altri 200 mila precari nei prossimi 3 anni con in più mobilità obbligatoria e cassa integrazione, cioè meno lavoro e ulteriore drastico taglio dei servizi; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno".

Ciò di cui non c'è traccia invece, precisa ancora la Cgil, "è la lotta al sommerso o l'introduzione della patrimoniale. E' evidente l'unidirezionalità delle scelte che punta a far diminuire la pressione del sistema delle imprese che, pensando in modo avaro di essere al riparo da questi provvedimenti, si scordano cosa detto fino a ieri e danno un giudizio positivo. Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente, reagirà con la forza necessaria - conclude Fammoni - per non far varare queste norme ingiuste".