Sotto la presidenza del presidente Claudia Lombardo il Consiglio regionale si è riunito per discutere la legge sul Piano casa, partendo dal voto agli emendamenti. Ma la mancanza del numero legale ha costretto la presidente a sospendere per trenta minuti la seduta.
Alla ripresa, intervenendo sull’ordine dei lavori, Chicco Porcu (pd) ha detto: La maggioranza continua a fare opposizione a se stessa e non è presente quando deve esserlo. Dunque, chiedo di sapere come la presidente intende far proseguire i lavori di oggi. La presidente Lombardo ha ricordato che la conferenza dei presidenti dei gruppi ha deciso che i lavori sono previsti ogni giorno dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 24, con possibilità di proseguire a oltranza, se necessario.
La presidente ha messo in discussione l’emendamento 184, sul quale è intervenuto Porcu (Pd): Nel Piano casa 1 voi avete incoraggiato i Comuni a non adeguare il Puc al Piano paesistico regionale. E con questa norma voi proseguite in questo senso. Da qui il nostro emendamento. Per Gianvalerio Sanna (Pd), che si è rivolto all’assessore all’Urbanistica, anche di recente il Tar Sardegna ha affermato il ruolo del Ppr sul fronte della pianificazione urbanistica. Dunque, con queste norme voi volete sovrapporre illegittimità a illegittimità: voi non avete il potere di ingrandire la potenzialità di deroga prevista dal Piano casa.
Per Luciano Uras (capogruppo del Gruppo Misto Sel) con questo articolo si è certificata, da parte della maggioranza, il fallimento di quel provvedimento legislativo, ossia del Piano casa. L’esponente dell’opposizione ha prima evidenziato che la Giunta è incapace di produrre norme applicabili, coerenti con lo sviluppo dell’economia della Sardegna e ha quindi esortato l’Aula a occuparsi, con specifici interventi legislativi, di problemi più importanti per la Sardegna, ultima ruota del carro di un’Italia disastra.
Voglio esprimere il mio voto a favore dell’emendamento che richiama i pochi Piani urbanistici comunali che sono in vigore, ha affermato Tarcisio Agus (Pd), Molti consigli comunali dovrebbero essere richiamati al loro dovere. Io fui tra i primi in Sardegna a mettere su un Piano urbanistico comunale, coinvolgendo la popolazione. E ha aggiunto: I cittadini spesso sono molto più avanti di quanto pensiamo in quest’aula. Cogliamo questo momento per dare una opportunità ai Comuni di fare i Puc, superando così il Ppr. Riprendiamo oggi un’ulteriore - ha affermato Luigi Lotto (Pd) fase di quella che possiamo definire la lunga commedia degli inganni, dove l’unico ingannato è il cittadino. Secondo Lotto, nel corso di questa discussione, si sta commettendo un errore, ossia la convinzione di occuparsi di un Piano Casa o il rilancio dell’economia attraverso il rilancio del settore dell’edilizia. Per l’esponente dell’opposizione con il DL 265/A si vuole rimettere in discussione il Ppr. Sarebbe opportuno farlo in modo differente, proponendo un nuovo Ppr al Consiglio regionale, che avrebbe così modo di discuterlo.
Ha annunciato il voto favorevole anche l’esponente del Pd, Marco Espa: Credo che il segnale che questa maggioranza vuole dare con questo Dl sia la volontà di modificare il Ppr, utilizzando questo provvedimento. E ha aggiunto che il modello di crescita proposto nel provvedimento non può avere alcun sviluppo economico. La Sardegna rischia il tracollo perché noi ci occupiamo di mattone e non di iniziative legislative più importanti. La nostra politica resta, senza alcuna posizione bigotta, a favore della possibilità di usufruire del territorio, rispettandolo. Intervengo per esprimere parere favorevole a questo emendamento - ha affermato Carlo Sechi (Gruppo Misto-Sel) - perché tende a snellire, a migliorare e a semplificare norme che sarebbero altrimenti farraginose e discrezionali. La vivibilità del territorio e dei centri abitati è al centro del nostro pensiero politico. I vostri modi di presentare le leggi è sempre permissivo: è tutto un procedere senza una visione complessiva, come quella che invece oggi offre il Ppr. Voi non lo volete migliorare, ma lo volete smantellare. Il Ppr resta un modo strategico di guardare al territorio della Sardegna in una visione futura”. Ha annunciato il voto favorevole anche Francesca Barracciu (Pd): “Oggi riprendiamo una discussione su una legge pasticciata, di deroga, perché tenta di derogare alle norme del Ppr. E’ la dimostrazione di una totale inconsapevolezza da parte della maggioranza del fatto che le risorse della Sardegna vadano tutelate e quali siano gli strumenti da utilizzare per aiutare la Sardegna”. Barracciu ha poi evidenziato l’assenza del presidente della Regione al congresso della Fasi e delle forti critiche mosse dagli emigrati al capo dell’Esecutivo regionale. Il capogruppo dell’Idv, Adriano Salis, ha annunciato la sua astensione spiegando che, pur avendo sempre avuto una visione comune a quella dei colleghi dell’opposizione, non è a favore della soppressione del comma C dell’articolo 13, in cui si parla dei Comuni che si sono dotati di Puc e che possono realizzare interventi in zone c, d, e, f. “Devono essere premiate le regole – ha affermato l’on. Salis - e non le deroghe. In questo modo tutti i Comuni saranno portati a dotarsi del Piano urbanistico comunale”.
Antonio Solinas (Pd) ha accusato la maggioranza di mascherare con furbizia, attraverso questo disegno di legge, “l’intenzione di cambiare profondamente il Ppr. E di fronte a questo tentativo, ribadiamo che utilizzeremo tutti gli strumenti regolamentari per impedire alla maggioranza di raggiungere questo risultato. Non si possono però invocare le regole della democrazia per poi disapplicarle, cambiando il Ppr senza nemmeno portare le proposte di modifica all’attenzione della commissione.”
Giampaolo Diana (Pd) ha chiesto all’Assessore Rassu di pronunciarsi sulle accuse relative ai nomi di quanti “sarebbero avvantaggiati dalle norme di questa legge. Il legislatore, nel fare il suo lavoro, conosce sempre i potenziali destinatari”. In questo emendamento, ha chiesto, “ci sono quelli che hanno cantieri e lottizzazioni bloccate? Su questo occorre una risposta”.
Giuseppe Cuccu (Pd) ha dichiarato che quello dell’opposizione “non è ostruzionismo, ma il tentativo di ragionare nel merito sui ogni singolo emendamento. Vogliamo cercare di ristabilire un certo ordine nella gerarchia delle leggi, perché la maggioranza ha inserito questa norma facendo finta che non esistesse il Ppr. Che la maggioranza faccia un emendamento di sintesi che accoglie i nostri emendamenti, dato che sono tutti abrogativi, in modo da risparmiare tempo”.
L’on. Renato Soru (Pd) ha detto che a suo avviso “si cerca di modificare una parte della legge 4 del 2009 attraverso un annuncio di cancellazione della pianificazione paesistica della Regione; è solo un annuncio ma comunque deleterio perché tocca un punto inderogabile; è un passo indietro nella tutela della fascia costiera facendo rivivere lottizzazioni bloccate. In Sardegna questa fascia è consumata per il 50%, è necessario fermarsi. A chi giova questa inversione di tendenza? Non è un dettaglio, stiamo parlando di modelli di sviluppo.”
L’Assessore agli Affari generali on. Mario Floris ha rilevato una forte esasperazione “nel gioco delle parti, siamo lontani da punto d’incontro perché imbrigliati nella logica del muro contro muro. E’ sbagliato contrapporre deroghe a regole, nel caso della struttura di Tiscali a Sa Illetta c’è stata una deroga a regole nazionali e internazionali, ma quel provvedimento era giusto, era un uso intelligente di un’area protetta. Non si possono dunque criminalizzare le deroghe, vedendo in ogni intervento una devastazione, troviamo un modo intelligente per raggiungere un accordo.”
Cesare Moriconi (Pd) si è detto convinto che “buona parte di questa legge dovrebbe essere soppressa, perché a parte ogni altra considerazione, emergono fortissimi profili di illegittimità. Chiedo alla maggioranza di considerare l’ipotesi di eliminare l’intero capo 2, portandolo fuori da questo disegno di legge ed assegnandogli un’altra collocazione”.
Matteo Sanna (Udc-Fli) ha sottolineato che “alla luce della discussione odierna, ripetitiva e sterile, emerge in qualche modo la vecchia favola del lupo che attribuisce agli altri le sue intenzioni e i suoi atti. Anche stamane si continua con la storia dei nomi, ma ai sardi non interessano le illazioni su passato e presente, perché l’unico committente del consiglio regionale è il popolo sardo. Nell’opposizione, purtroppo, hanno vinto i falchi che, a mezzanotte, hanno voluto interrompere il confronto e respingere le aperture della maggioranza”.
Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente ha messo in votazione l’emendamento n°184 con il seguente esito: favorevoli 24, contrari 36, astenuti 5. Il consiglio non approva. Per dichiarazione di voto sull’emendamento 185 ha preso la parola Chicco Porcu (Pd) per annunciare il voto favorevole e per ricordare che il ruolo di un grande partito riformista deve essere quello di perseguire il bene generale, di cercare il dialogo con chi evita la facile demagogia. Il mantenimento della lettera d del comma 1 dell’art. 13 della legge 4/2009, ha aggiunto, fa rivivere vecchie lottizzazioni nei comuni privi di piano urbanistico.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha ricordato che a tali comuni viene consentito di porre in essere interventi previsti da strumenti attuativi approvati e convenzionati a condizione che le opere di urbanizzazione fossero legittimamente avviate. Al di là della necessità di interpretare la norma, Uras ha spiegato che si vuole il recupero sistematico di cose non fatte e delle quali il mercato non ha bisogno.
Renato Soru (Pd), replicando all’assessore delle Riforme on. Mario Floris, ha detto che quanto detto dall’esponente della Giunta regionale sulla sede di Tiscali a Sa Illetta era palesemente sbagliato: perché risale al 2002, quindi precedentemente all’adozione del piano paesaggistico e al suo ingresso in politica. L’on. Soru ha ricordato che Casic, Comune di Cagliari e Regione avevano favorito l’insediamento dando, attraverso un accordo di programma, la possibilità di accelerare il rilascio delle autorizzazioni edilizie.
Luigi Lotto (Pd) ha difeso quanto deciso nella passata legislatura perché con la legge 8 e con il Ppr era stato indicato un percorso chiaro e uguale per tutti nella gestione del territorio. Il via libera a vecchie lottizzazioni, ha aggiunto, ha creato disordine e disparità di trattamento e adesso la maggioranza vuole aggravare la situazione insistendo nell’errore.
Il capogruppo Idv Adriano Salis, annunciando il voto favorevole, ha ricordato di essere favorevole alle intese che stabiliscono qualche deroga nel caso rispondesse al ben pubblico. Invece, ha espresso contrarietà alla deroga quando viene generalizzata perché inserita tra i principi generali della legge in esame. Per Salis è inaccettabile che si consenta, anche temporaneamente, il superamento degli indici massimi di edificabilità.
Carlo Sechi (Misto) ha spiegato che, prima dell’adozione del Piano paesaggistico regionale, i comuni avevano avuto ben 15 anni di tempo per approvare i piani urbanistici. Criticando l’eccessivo permissivismo, ha auspicato che le amministrazioni locali sappiano prima provvedere alle urbanizzazioni e poi stabilire i lotti edificabili, anche se “realtà come queste, in Sardegna non ne conosco”.
Marco Espa (Pd), annunciando il voto favorevole, ha espresso il timore di andare incontro a situazioni nelle quali si potranno rendere legittime cose che non lo sono. Ha citato l’esempio delle campagne di Capoterra dove, entro la fascia dei 2000 metri, sono presenti file di mattoni o lampioni circondati da reti, elementi di un avvio di urbanizzazione delle vecchie lottizzazioni alle quali fa riferimento l’emendamento 185.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha contestato la volontà della maggioranza di risvegliare tutte le lottizzazioni “in sonno” nei comuni senza Puc che potranno beneficiare del raddoppio delle volumetrie in zona F, quella turistica. Sanna ha citato alcune dichiarazioni del ministro dei Beni culturali Galan sul fatto che non accetterà abusi del paesaggio e leggi regionali incostituzionali, con riferimento al Piano casa della Regione Lazio.
Francesca Barracciu (Pd), dopo avere ricordato che un grande partito riformista deve cercare la strada per ridurre i danni e deve battersi perché vengano stabilite le regole a tutti i livelli, ha rilevato la crescita del nervosismo nell’aula consiliare. Sul disegno di legge in esame, ha spiegato, forse maggioranza e Giunta subiscono pressioni e mostrano la voglia di chiuderlo in fretta, fretta che l’opposizione invece non ha. (MM)
Nel suo intervento, Tarcisio Agus (Pd) ha espresso voto favorevole all’emendamento. “La lettera d comma 1 dell’articolo 13 darebbe luogo a speculazione in zone marine”. E ha aggiunto che molte seconde case nelle zone marine scaricano ancora i liquami nelle fosse settiche, “compromettendo quindi l’ambiente non solo sotto il profilo estetico ma anche sotto il profilo igienico sanitario”. Rivolgendosi a Matteo Sanna e all’assessore Mario Floris, il capogruppo del Pd, on. Giampaolo Diana, ha sottolineato: “Abbiamo espresso fin da subito una posizione chiara e fatta una proposta chiara: togliete tutto il Capo 2 che deroga alle norme del Ppr. Per tutta risposta cercate di innescare dei cunei all’interno del Pd: è un tentativo vano, perdete tempo e basta. Nel Pd non ci sono né falchi né colombe, se ci sono rapaci quelli siete voi che state cercando di consumare il territorio. Vi abbiamo sfidato a un confronto sul merito. Che senso ha buttarla su questioni personali, se non alimentare la rissa? E noi non ci stiamo. Ritirate il Capo 2”.
Voto favorevole è stato annunciato anche Elio Corda (Pd) e ha aggiunto: “Vorrei chiedere all’assessore Rassu: la legge 4 risale a due anni fa, in questi 2 anni quanti interventi di cui si occupa l’emendamento 185 sono stati realizzati? E quali resterebbero da realizzare eventualmente? A quale fattispecie vi riferite?”. Poi l’esponente dell’opposizione ha aggiunto: “Voi avete deciso di aggravare una situazione già molto grave: evitare la necessaria verifica di coerenza, prevista al comma 2, delle volumetrie programmate con il contesto paesaggistico”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Mario Bruno (Pd): “Apriamo un confronto, un dialogo - ha affermato - su temi che sono fondamentali. Bisogna interrogarsi perché non si fanno i Puc da 20 anni, perché si cercano scorciatoie”. Bruno ha anche ventilato la possibilità che questo Piano casa possa fare la stessa fine di quello della Regione Lazio: “Ieri il Governo ha detto sì all’impugnativa del Piano casa del Lazio – ha evidenziato Bruno - in base a tre elementi: la deroga al Ppr, alla legge Galasso, e al silenzio assenso sull’edificabilità nelle aree verdi. Confrontiamoci su queste posizioni”.
La presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo, ha dato poi la parola Franco Sabatini (Pd): “Ripeteremo all’infinito che è necessario occuparci del Piano casa, non questo piano che non abbiamo mai condiviso, noi concepiamo un Piano casa che offra la possibilità ai giovani e alle giovani coppie di avere una casa, anche con supporti finanziari. Questa legge non ha avuto quei risultati auspicati”. Sabatini ha poi aggiunto: “Continuiamo a proporvi di ripulire il testo di legge, eliminando tutti gli aspetti che hanno l’obiettivo di derogare alle norme del Ppr. Diversamente continueremo a fare opposizione senza alcuna divisione tra di noi”.
Pietro Cocco (Pd), all’inizio del suo intervento, ha cercato di abbassare i toni della discussione evidenziando che sicuramente ci sono, anche nel centrodestra, persone che hanno a cuore la tutela del paesaggio e del territorio. “Un provvedimento imbarazzate per tanta gente. Farebbe bene la Giunta a mettere mano – ha proseguito Cocco - a una norma che consentisse ai Comuni di fare i piani urbanistici comunali da presentare in Regione, da approvare in tempi rapidi”. La presidente Lombardo ha poi dato la parola a Antonio Solinas (Pd) che ha sottolineato la contrarietà del centrosinistra a questo Piano Casa 3, ma anche a quello numero 2 e 1. “Diceva bene il capogruppo: non ci sono nel Pd falchi o colombe”, ha detto Cocco esortando la maggioranza “a dividere le due cose: una cosa è il Piano casa un’altra è il Ppr. Con questa legge si fa solo un danno alla Sardegna. Siamo pronti a discutere nel merito del Ppr quando voi sarete pronti su questa materia”.
Cesare Moriconi (Pd) si detto sicuro che “non ci sono né falchi né colombe. La maggioranza cerca di migliorare il testo, l’opposizione di limitare i danni; entrambe le posizioni sono legittime, ma occorre impegnarsi di più per allentare una morsa che non fa bene al consiglio. Credo comunque sia ancora possibile un dialogo trasferendo il blocco del capo 2 della legge in un’altra sede di confronto.”
Gavino Manca (Pd), rivolto alle persone “più aperte” della maggioranza, ha affermato che “occorre prendere atto di un dibattito in cui da parte dell’opposizione si avanzano proposte concrete e dall’altro si respinge ogni apertura con la logica del muro contro muro. Abbiamo detto, in tempi non sospetti, che per noi è fondamentale stralciare le norme che stravolgono il Piano paesaggistico; magari continueremo a dividerci su qualcosa, ma su altri contenuti potremo ritrovarci”.
Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente ha messo in votazione l’emendamento n°185 con il seguente esito: favorevoli 25, contrari 38, astenuti 2. Il consiglio non approva.
Successivamente, l’assemblea ha iniziato l’esame dell’emendamento n°186.
Chicco Porcu (Pd) ha sostenuto che con la norma in esame “si cerca di porre qualche vincolo ma, in realtà, emerge che si vuole intervenire pesantemente anche nella fascia dei 300 metri. Perché nuove possibilità edificatorie nelle coste, anche dove i Comuni hanno approvato i Puc, e nell’agro dove non occorre più essere imprenditori agricoli? Volete fare più del molto che avete già fatto nel primo Piano casa; è una posizione ideologica al servizio del cemento.”
Gian Valerio Sanna (Pd) ha sottolineato che “si vuole riproporre una norma già cassata dal Tar a proposito di alcuni alberghi di Arzachena. Il tribunale ha detto che la strada della deroga non è percorribile perché prima bisogna modificare il Ppr. Quindi è più che opportuno approvare questo emendamento, ma dovrebbe votarlo anche la maggioranza”.
Adriano Salis (Idv) ha ricordato che “era già impresentabile, su questo punto, la legge 4 del 2009. Ma va aggiunto che già la legge 45 dell’89, che portava la firma dell’allora Assessore Mario Floris, parlava di una fascia protetta di 500 metri; ora si vuole aprire ad ogni intervento nella fascia di 300 metri con una maxi deroga e l’aumento di ulteriori volumetrie”. Salis, infine, si è associato alla richiesta di stralcio di tutte le norme che riguardano indirettamente il Ppr.
Luigi Lotto (Pd) ha lamentato che “si continua a parlare delle stesse cose, della parte più delicata di questo disegno di legge. Ma insistiamo perché vogliamo che la maggioranza si renda conto che sta commettendo un macroscopico errore volendo stravolgere il Ppr con una legge ordinaria. Questo errore si ritorcerà su chi lo ha voluto. La maggioranza, però, può evitarlo, se accetterà la proposta di dialogo che viene dall’opposizione”.
Tarcisio Agus (Pd) si è dichiarato sicuro che “l’emendamento è da votare, perché elimina la possibilità di nuove cubature bella fascia dei 300 metri dal mare, sia pure con l’alibi della qualità urbanistica che tuttavia resta un riferimento vago e generico lasciato alla discrezionalità del progettista o dell’imprenditore. Una posizione del genere significa mettere il mattone davanti a tutto, ma ci dovranno pur essere altre vie per lo sviluppo della Sardegna.”
Luciano Uras (Misto) ha polemizzato con la maggioranza, che “sta rincorrendo da anni il sogno della crescita a costo zero e, per questo, il Presidente ha minacciato di sciogliere il consiglio se la legge non sarà approvata entro il 30 ottobre. E’una sfida da raccogliere, perché anche questa sarebbe a costo zero per i sardi, che potrebbero finalmente avere un nuovo governo regionale. Come tempi di questo dibattito siamo in grado di arrivare all’anno prossimo, è meglio che la maggioranza riveda la sua posizione.”
Carlo Sechi (Misto) ha ribadito che l’opposizione “continuerà serenamente la sua azione, perché la mancata approvazione di questa legge sarebbe un bene per i sardi. L’emendamento va votato con convinzione perché è la norma più aberrante dell’intera legge; attraverso termini come ristrutturazione e rinnovamento si può stravolgere la fisionomia architettonica dell’edificio, aumentando i volumi ed assorbendo in essi anche i volumi tecnici: praticamente un nuovo eco –mostro”.
Franco Sabatini (Pd) ha sostenuto che anche con questo emendamento “l’opposizione tende a ridurre per quanto possibile una legge già profondamente sbagliata. Per fare tutto questo, inoltre, volete pure aggirare il Ppr. Parliamo invece del vero Piano casa ma a condizione che stralciate dalle legge ogni riferimento al Ppr.”
Francesca Barracciu (Pd) ha definito la proposta dell’opposizione “ragionevole, evidentemente la maggioranza ha smarrito ogni residua capacità di ascolto, prigioniera del suo delirio di onnipotenza. E non serviranno le insinuazioni sulle presunte divisioni del centro sinistra.”
Giampaolo Diana (Pd) ha affermato che “forse c’è qualche novità nel dibattito. Resta però il fatto che non si può parlare di Piano casa spacciandolo per quello che non è, cioè una norma riservata ai piccoli miglioramenti del patrimonio edilizio. Il centro sinistra parla con una sola voce e continuerà a farlo, la nostra proposta è chiara e la ribadiamo, se c’è questa risposta si può parlare del resto”.
Antonio Solinas (Pd) ha fortemente criticato il provvedimento in esame, “una norma a sportello, con dettagli talmente particolari che forse ci si è dimenticati solo di scrivere nome e cognome dei destinatari. Ribadisco le nostre aperture al confronto, ma è la maggioranza che si arrocca su posizioni insostenibili. Cosa impedisce di approvare, magari entro oggi, una semplice proroga al Piano casa per poi avviare la discussione delle modifiche al Ppr?”
Cesare Moriconi (Pd) ha rivendicato la facoltà dell’opposizione di avere idee diverse da quelle portate avanti dalla maggioranza sulla tutela del paesaggio. Ha difeso la legittimità del confronto e ha ribadito la necessità di togliere dal testo tutto ciò che riguarda le linee guida del Ppr per affrontare l’argomento in un altro momento.
Marco Espa (Pd) ha ricordato che le premialità volumetriche, ammissibili con la lettera E del comma 1 dell’art. 13 della legge 4/2009, sono ammesse in tutta la Sardegna senza tenere conto delle zone a rischio idrogeologico. Piuttosto, ha spiegato, occorre realizzare opere per metterle in sicurezza, ma per questo il governo Berlusconi ha dato pochi spiccioli.
Giuseppe Cuccu (Pd) ha detto di voler continuare a promuovere il dialogo con una maggioranza che, però, si chiude a riccio. Gli interventi nella fascia dei 300 metri dal mare con possibili aumenti volumetrici del 25%, ha aggiunto, intendono derogare al Ppr e scavalcano i comuni: è una parte della legge che non ha ragione alcuna per essere prorogata.
Mario Bruno (Pd), annunciando il voto favorevole all’emendamento 186, ha criticato la maggioranza perché non le piacciono le regole e perché non intende adottare il metodo della programmazione. Piuttosto, ha proseguito, bisognerebbe escludere ciò che non attiene al Piano casa e, ad esempio, incentivare i comuni per adottare i Pul, i Piani di utilizzo dei litorali.
Renato Soru (Pd) ha detto che ancora una volta si va nella direzione contraria al buon governo del territorio perché si intende derogare ai Puc ammettendo un aumento di cubatura fino al 25% nelle strutture ricettivo-alberghiere. Citando come esempio La Maddalena, ha evidenziato il rischio di danneggiare i centri storici: se fossimo a Roma, ha concluso, sarebbe come stravolgere Piazza Navona.
La presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 186 che è stato respinto con 35 voti contrari, 25 favorevoli e 5 astensioni.
Per dichiarazione di voto sull’emendamento 187, l’on. Chicco Porcu (Pd) ha spiegato di essere contro un provvedimento che introduce nuove tipologie edificatorie, creando una distinzione difficilissima da capire tra beni identitari vincolati e non vincolati paesaggisticamente. Porcu, contestando gli eccessi, ha spiegato che il Piano casa ter introduce deroghe non solo al Ppr, ma anche misure edificatorie permanenti.
Il vice presidente, Mario Bruno, ha dato poi la parola a Luciano Uras (capogruppo Gruppo Misto – Sel), che ha espresso il suo voto favorevole all’emendamento 187 e definendo la lettera F del comma 1 dell’articolo 13 “una acrobazia a danno del nostro patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico”. Uras ha aggiunto: “La Sardegna che ci state lasciando è una Sardegna devastata: altro che Piano casa. Siamo al tracollo”. Per Gian Valerio Sanna (Pd) “questo emendamento va approvato perché la lettera f è assolutamente pericolosa: possono essere realizzati interventi di trasformazione, anche nuovi corpi di fabbrica, a patto che abbiano l’autorizzazione paesaggistica. Come fanno gli immobili vincolati ad avere l’autorizzazione paesaggistica?”.
Per Luigi Lotto (Pd) “questa lettera f deve essere soppressa: rappresenta un approccio del centrodestra inadeguato, la palese intenzione di ignorare l’importanza che questo grandissimo patrimonio rappresenta per la nostra regione, cultura ed economia”. E ha aggiunto: “Per voi questo patrimonio invece è un intralcio, da rimuovere per dare corso all’unica religione in cui questo centrodestra crede: che si possa costruire sempre, ovunque e dovunque”. Voto favorevole all’emendamento 187 dell’articolo 1 bis è stato annunciato da Tarcisio Agus (Pd): “Con questo provvedimento si rischia di deturpare i beni identitari e paesaggistici, che devono essere tutelati perché rappresentano il nostro valore aggiunto che il mondo ci invidia”. Dello stesso parere anche il collega di partito, on. Pietro Cocco: “Credo che il vostro tentativo di colpire il Ppr con una leggina di proroga al Piano casa sia stata una scelta poco oculata. Credo che non siano stati fatti fino in fondo i necessari ragionamenti su questa scelta. Per noi la legge così strutturata è assolutamente inaccoglibile”. E ha aggiunto: “Anche sui beni identitari siete entrati a gamba tesa consentendo gli ampliamenti entro i 100 metri”.
Francesca Barracciu (Pd) si è chiesta se la maggioranza ha letto “le dichiarazioni di guerra rivolte alla giunta dalla Confindustria e dai sindacati. Hanno contenuti specifici che non possono essere sottovalutati ed è surreale che, di fronte a questa presa di posizione, il consiglio regionale continui a discutere del Piano casa spacciandolo per uno strumento capace di garantire lo sviluppo della Sardegna. Nel merito, sui punti in oggetto non ci può essere alcun dialogo, perché sono norme pericolose e inutili.”
Adriano Salis (Idv) ha affermato che “con questa norma si certifica il fallimento della giunta in materia urbanistica. La giunta, in questi due anni, aveva tutti gli strumenti per modificare il Ppr, non lo ha fatto e sta cercando di infilare nuove disposizioni, come cavalli di Troia, nell’ordinamento regionale. Questa scorciatoia è inammissibile; stralciate queste norme e fate un nuovo Ppr compatibile col codice Urbani, se ci riuscite. Altrimenti, questa legge sarà impugnata dal governo come è accaduto per quella della Regione Lazio.”
Giuseppe Cuccu (Pd) ha voluto sottolineare che “la legge 4 ha necessità di un lavoro di pulizia, ed è questo che stiamo cercando di fare, per evitare l’azzeramento del valore dei centri storici, dei beni identitari, del paesaggio e dell’ambiente. La Sardegna sta rischiando di fare la figura del Lazio, andando ben oltre gli intendimenti del Governo Berlusconi.”
Antonio Solinas (Pd) ha detto che “il termine stesso di Piano casa avrebbe meritato ben diversi contenuti, mentre qui ci si è infilato di tutto. Per noi Piano casa significa invece dare opportunità di avere una casa alle giovani coppie o costruire immobili di edilizia economica e popolare”. Rivolgendo un appello ai colleghi responsabili della maggioranza, ha poi ricordato che “con questo ritmo sarebbero necessari altri 15/20 giorni di lavoro. La maggioranza, quindi, che deve anche garantire il numero legale, ha solo da perdere nel continuare in questo atteggiamento”.
Renato Soru (Pd) ha evidenziato che quando la stessa norma in esame dice “nelle more dell’adeguamento al Ppr, fotografa un realtà che la maggioranza ha fatto di tutto per alimentare. Non è vero che i Comuni non hanno fatto i Puc per colpa del Ppr. Nella passata legislatura sono trascorsi solo 22 mesi dall’approvazione del Ppr alla fine della stessa. E’ stata la giunta attuale che avendo annunciato la cancellazione del Ppr, ha di fatto incoraggiato i Comuni a non approvare i loro strumenti urbanistici. Il messaggio è molto chiaro: operare completamente fuori dalle regole, comprese quelle che proteggono i beni identitari.”
Carlo Sechi (Misto) ha definito la norma in esame “una autentica vergogna, che deve essere respinta da chiunque abbia un minimo di responsabilità. Qui si vuole eliminare il vincolo che protegge il paesaggio e l’area che sta intorno ai beni identitari; un minimo di logica avrebbe dovuto invece suggerire un divieto generalizzato in attesa dell’adeguamento del Ppr, ed anche la terminologia usata, laddove parla di trasformazione degli edifici, è volgare, inadeguata ed inopportuna.”
Non essendoci altri iscritti a parlare, il vice Presidente Bruno ha messo in votazione l’emendamento n°187 con il seguente esito: favorevoli 23, contrari 34, astenuti 1. Il consiglio non approva.
Per fatto personale è intervenuto Renato Soru (Pd). Ha voluto chiarire i contenuti di una discussione avuta in mattinata con l’assessore delle Riforme on. Mario Floris che si era riferto all’insediamento della sede di Tiscali nella zona di Sa Illetta a Cagliari. Soru ha detto che l’esponente della Giunta ha avuto un momento di scivolata e che occorre migliorare la qualità dei rapporti nell’Aula. Spiegando che nella passata legislatura, quando iniziò a occuparsi di tutela ambientale, fu destinatario di accuse ingiuste, ha ricordato di essere contro le deroghe. Sul caso specifico di Tiscali, Soru ha precisato che la sede fu indicata dal Casic che aveva già espropriato i terreni e aveva speso soldi pubblici per urbanizzarli senza che fosse stata chiesta e concessa alcuna deroga. Chiedendo di entrare tutti seriamente nel merito delle questioni in discussione, ha poi ammesso di trovarsi in “conflitto d’interessi al contrario” perché, essendo lui obbligato, “per realizzare”, a vendere un edificio a Funtanazza avrebbe tutto il vantaggio di avere 10.000 metri cubi in regalo.
Il vicepresidente del Consiglio regionale on. Mario Bruno ha chiuso i lavori che riprenderanno alle ore 16. Red-com