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I lavori del Consiglio regionale – Il riepilogo della seduta mattutina.

In apertuta di seduta, questa mattina, il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Bruno ha messo ai voti l'emendamento 174 che è stato respinto.

Sull'emendamento 175 Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che punta a sopprimere il primo comma dell'art. 13 della legge 4/2009, una norma che non può trovare applicazione perché vuole introdurre con legge regionale indirizzi, principi e direttive finalizzate a sovvertire le norme di salvaguardia paesaggistica che, invece, hanno valore costituzionale.

Angelo Stochino (Pdl), annunciando voto contrario, ha detto che con la proposta in esame si intende chiarire la questione e che la maggioranza, nelle forme dovute, sta predisponendo le nuove indicazioni sulla pianificazione.

L'emendamento 175 è stato messo in votazione: riscontrata la mancanza del numero legale, i lavori però sono stati sospesi per trenta minuti.

Alla ripresa della seduta la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha nuovamente posto in votazione l'emendamento 175 che è stato respinto. L'Assemblea non ha inoltre approvato gli emendamenti 176, 177 e 178.

Sull'emendamento 179 Renato Soru (Pd) ha detto che la discussione è fuori contesto rispetto a quanto sta accadendo in Italia e, in particolare, rispetto alle necessità della Sardegna. Ha spiegato che la legge 4/2009 non ha risolto i problemi e che è inutile prorogarla ulteriormente. "Gli obiettivi della maggioranza - ha proseguito - sono quelli di sopprimere il Piano paesaggistico regionale, di inserire elementi di arbitrarietà nella pianificazione urbanistica e di cancellare gli elementi di tutela della fascia costiera".

Gian Valerio Sanna (Pd) ha ribadito che occorre correggere il tiro visti gli errori fatti con il Piano casa del 2009. Specificatamente ha spiegato che è "da instabili di mente" cercare di normare con gli strumenti sbagliati quanto è già disciplinato dalle norme tecniche di attuazione del Ppr.

Francesca Barracciu (Pd), annunciando il voto favorevole, ha aggiunto che bisogna arginare gli effetti devastanti causati nei centri abitati e lungo le coste dalla legge 4 e che non si può consentire l'aggiramento delle norme del Ppr. "Piuttosto, occorre dare ai comuni le risorse perché possano dotarsi degli strumenti di pianificazione locale, ma queste continuano ad essere negate dalla maggioranza".

Mario Bruno (Pd) ha affermato che "in gioco ci sono principi non negoziabili sui quali è impossibile drogare. Dopo due anni e mezzo di vuoto si vuole ricominciare la campagna elettorale, con la legge sul golf, l'ennesimo piano casa e revisione del Ppr. L'ambiente è un vantaggio competitivo per l'Isola che non deve essere disperso".

Carlo Sechi (Misto) ha espresso "dissenso per l'ennesima norma a maglie larghe; sembra disciplina ordinaria, ma nasconde deroghe che aprono alla peggiore discrezionalità, fino ai confini della legittimazione dell'abusivismo. In concreto, inoltre, questi interventi non favoriscono nessun rilancio dell'economia. Gli stessi volumi tecnici e interrati, anche in agro, devono essere quantificati e definiti, non si può fare tutto dappertutto".

Luigi Lotto (Pd) si è detto convinto che "si sta andando a peggiorare la già pessima legge 4, non si può consentire che si ritorni in consiglio dopo 2 anni a riproporre l'ulteriore aggravamento di uno scempio che avevamo già denunciato a suo tempo. Poi è profondamente sbagliato il percorso che punta a bypassare il Ppr attraverso norme ordinarie. La Sardegna non merita tutto questo".

Antonio Solinas (Pd) ha definito la situazione attuale "molto chiara. Il consiglio è ancora impegnato dal centro destra a scardinare il Ppr, per riconsegnare agli speculatori le aree più pregiate della Sardegna, ma ancora non ci siete riusciti. Avete adottato il metodo delle modifiche a sportello, anziché seguire la strada maestra delle regole certe e uguali per tutti, dalla Regione ai Comuni, che avevano tutti gli strumenti per fare i Puc e i piani particolareggiati. Avete bloccato questo percorso virtuoso".

L'Assessore alle Riforme, Mario Floris, ha dichiarato la sua contrarietà ad alcuni "toni poco consoni emersi nel dibattito, che parlano di attacco alla pianificazione urbanistica della Regione, insieme a richieste di finanziare i Comuni per la predisposizione dei Piani urbanistici. In realtà, fin dagli anni '60 la Regione ha erogato finanziamenti in continuazione agli Enti locali; il problema è che non sappiamo cosa è avvenuto di queste risorse".

Adriano Salis (Idv) ha ricordato che "nella legge 45 dell'89 era fissato il termine di un anno ai Comuni per approvare i Piani urbanistici. Il problema enorme che abbiamo di fronte e che cerchiamo di risolvere attraverso leggi di vario genere è questo: non c'è mai stata una politica rigorosa che imponesse ai Comuni di fare i Piani urbanistici. Le regole certe sono le uniche che bisogna imporre, superando la logica facile della discrezionalità dei politici e della macchina amministrativa".

Valerio Meloni (Pd) ha sottolineato che "questa legge tocca due aspetti principali, edilizio e ambientale. C'è la volontà di de-regolamentare smontando una filosofia condivisa e dall’altra parte una disciplina assai discutibile del paesaggio. Il Piano casa poteva essere un provvedimento con lo scopo di far fronte all'emergenza economica per un tempo definito, ma poi è arrivata la proroga e adesso questa legge. Bisogna fermarsi e fissare una volta per tutte un quadro di regole certe".

Giampaolo Diana (Pd) ha messo l'accento sulla qualità dell'opposizione del centro-sinistra che "non è affatto strumentale ed ha prodotto finora qualche risultato, visto che ieri ha determinato nella maggioranza le condizioni per fare una proposta al centro sinistra. Su quella proposta per noi non è cambiato niente: continueremo ad opporci per le ragioni che abbiamo esposto, non possiamo assolutamente accettare la sofferenza verso le regole e nessuna norma che modifichi artificiosamente il dettato del Ppr. Apprezziamo il tentativo, ma restiamo sulle nostre posizioni".

L'Assessore all'Urbanistica, Nicola Rassu, ha detto in apertura che di non voler intervenire "di fronte all'ostruzionismo, ma occorre precisare alcune cose. Nessun Comune è riuscito a fare i Puc per le difficoltà interpretative del Ppr. Ne sono stati fatti solo 10 in Sardegna e i ritardi non sono stati causati dalla mancanza di risorse: i fondi sono stati stanziati anche da questa giunta, ma tutti i Sindaci hanno dichiarato che non ce la fanno. Se non si mette mano al Ppr nessun Puc sarà mai approvato in Sardegna, così come i Piani per le zone costiere e interne. La giunta regionale non sta bloccando niente e gli uffici nemmeno, anzi proprio gli uffici possono testimoniare che le difficoltà tecniche sono in moltissimi casi oggettivamente insuperabili".

Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 179 con il seguente esito: favorevoli 23, contrari 33, un astenuto. Il consiglio non ha approvato.

Sull'emendamento 180 il capogruppo del Psd'Az, Giacomo Sanna, ha chiesto lo scrutinio segreto. Gian Valerio Sanna (Pd), annunciando l'astensione, ha censurato la tecnica del voto segreto per impedire la discussione: nel caso specifico, su quanto già disciplinato dal Ppr. Sanna ha poi ricordato come l'ex assessore dell'Urbanistica Asunis abbia destrutturato la task force creata nella passata legislatura per sostenere i comuni, con il sistema dei tutor, nell'adozione dei Puc. "Voi - ha concluso - avete costretto i comuni a rallentare".

Luigi Lotto (Pd) ha detto che il voto segreto non è lo strumento giusto per affrontare una battaglia politica. In particolare, ha ricordato che le intese previste dalla Giunta Soru con i comuni erano state messe in piedi per realizzare opere pubbliche in aree nelle quali, in mancanza di Puc, era necessario trovare un accordo.

Carlo Sechi (Misto), annunciando l'astensione, ha ricordato che è superfluo intervenire con una norma specifica quando già è previsto che si possa derogare in caso di interventi pubblici giustificati dall'interesse generale.

Renato Soru (Pd) ha precisato che il centrosinistra non sta facendo ostruzionismo, ma sta cercando di contribuire alla qualità delle leggi che si approvano in Consiglio regionale. Ha suggerito che il modo giusto per intervenire sul Piano paesaggistico è quello di far adottare i Puc perché così decadranno le norme di attuazione. Rivolgendosi all'assessore dell'Urbanistica, Nicolò Rassu, ha aggiunto che è impossibile approvare i Puc poiché, fin dall'inizio della legislatura, la maggioranza aveva detto di voler cancellare il Ppr.

Il capogruppo Idv, Adriano Salis, ha respinto l'accusa di ostruzionismo perché si discute di temi sensibili: si tratta di definire regole che consentano di uscire da una situazione di assoluto caos e di indeterminatezza. "Sui Puc - ha aggiunto - è chiaro che non verranno mai fatti, soprattutto nelle zone costiere, dopo che sono state sbandierate le bandiere della deregulation".

Francesca Barracciu (Pd) ha spiegato che, mentre in Consiglio si discute di provvedimenti inutili, altrove si decidono gli interventi capaci di influenzare lo sviluppo della Sardegna. L'Isola è stata esclusa dal Piano delle rete dei trasporti europea che stanzia 31,7 miliardi di euro fino al 2030, mentre la Sicilia è ricomparsa perché è stata capace di attivare un braccio di ferro con Roma e Bruxelles.

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Bruno, ha dato, quindi, la parola a Pietro Cocco (Pd), il quale ha dichiarato il suo voto di astensione sull'emendamento 180 e, facendo riferimento alle dichiarazioni dell'assessore Mario Floris, ha aggiunto: "Non mi risultano tutti questi finanziamenti erogati ai Comuni. I ritardi spesso dipendono dalla complessità delle questioni e dalla farraginosità degli uffici". E rivolgendosi all'assessore dell'Urbanistica, Nicola Rassu, Cocco ha aggiunto: "I Comuni hanno necessità concreta che i soldi vengano erogati. I lavori pubblici devono essere sbloccati. I Comuni così muoiono, fermi. Il patto di stabilità va rinegoziato".

Voto di astensione è stato annunciato anche da Giorgio Cugusi (Gruppo Misto - Sel), il quale ha affermato: "In questo modo vediamo vanificati i risultati del Ppr. Con questo articolato si torna indietro di molti anni. Per coerenza mi asterrò perché non posso permettere che ci siano fraintendimenti sulle mie posizioni, che credo ormai siano chiare". "Assessore Rassu sbaglia ad affermare che i Comuni non sono in grado di approvare i Puc a causa della normativa prevista all'interno Ppr - ha affermato Antonio Solinas (Pd) - e quelli che l'hanno approvato quale normativa hanno utilizzato? Mettere mano oggi al Ppr è una cosa sbagliata, perché questo Ppr fa gli interessi di tutti i sardi e non di pochi".

Il vice presidente Bruno ha dato poi la parola a Giampaolo Diana (capogruppo del Pd): "Ricordo alla maggioranza, in particolare a chi ci accusa di ostruzionismo, che nella passata legislatura, sia sul Ppr sia sul Piano sanitario regionale, molti consiglieri dell’attuale maggioranza, allora opposizione, leggevano nei loro interventi pagine intere di libri. Quella era un'opposizione che offende, noi stiamo facendo una opposizione seria e propositiva". Il capogruppo del Pd si è poi rivolto a Rassu, anticipando il suo voto di astensione: "Assessore fareste bene a sostenere tutti i Comuni che non hanno ancora il Puc e il Piano particolareggiato con tutte le possibili risorse tecniche, amministrative e finanziarie".

Voto di astensione è stato annunciato anche da Claudia Zuncheddu (Gruppo Misto - Indipendnetistas) che ha ritenuto questa legge "funzionale solo a interessi lobbistici" e ha accusato la maggioranza di portare avanti azioni legislative che non tengono conto dei bisogni veri della gente e "dello scenario generale che è sotto gli occhi di tutti. Volete stravolgere le regole che hanno l'obiettivo di tutelare l'ambiente".

Per Tarcisio Agus (Pd), che ha dichiarato il voto di astensione, da parte dell'opposizione "non c'è alcuna volontà di fare ostruzionismo, ma di aprire un varco di dialogo possibile. Sembrava ci fosse questa possibilità ma lo sappiamo che i primi tentativi sono sempre difficili". Il vice presidente Bruno ha messo dunque in votazione l'emendamento 180, a voto segreto, che è stato bocciato (32 voti contrari, 4 favorevoli, 15 astenuti e 1 nullo).

Gian Valerio Sanna (Pd) ha respinto in primo luogo l'accusa di ostruzionismo, anzi "diamo alla maggioranza la possibilità di capire quello che ha fatto. In questo caso un pasticcio, la deroga permanente ai piani urbanistici con limiti di volumetria annessi si trasforma in norme di salvaguardia e di tutela paesaggistica. C'è un problema di logica".

Luigi Lotto (Pd) ha ribadito il voto favorevole evidenziando che "con questo passaggio si commette un grande azzardo con preoccupante leggerezza, si è toccato il fondo. Non è possibile mettere in piedi un provvedimento che prevede un così elevato numero di deroghe ad un Piano paesaggistico approvato poco tempo prima. Sarebbe stato comprensibile intervenire su un piano vecchio ma in questo caso rivedere la pianificazione è chiaramente strumentale".

Renato Soru (Pd) si è detto favorevole all'emendamento per le ragioni tecniche espresse dai colleghi di gruppo e ha poi stigmatizzato "la volontà permanente di procedere attraverso deroghe alla normativa vigente. Le costruzioni hanno perso 18.000 posti di lavori in due anni, non certo per colpa del Ppr, ma a causa della mancata approvazione dei Puc. Continuare a cancellare regole non può mai diventare una pratica di governo".

Chicco Porcu (Pd) ha affermato che "si vogliono far rivivere tutte le vecchie lottizzazioni sulle coste, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Voglio organizzare fuori di qui un grande movimento di opinione che racconti ai cittadini cosa sta accadendo in quest'aula, spiegando a tutti che questo è l'ennesimo tentativo di cementificare il territorio della Sardegna".

Francesca Barracciu (Pd) ha criticato "l'enorme pasticcio legislativo provocato da questa legge. Con la campagna pubblicitaria Sardegna Nuove Idee per la modifica del Ppr la maggioranza ha dimostrato di avere poche idee e molto confuse. Va riaffermato inoltre il ruolo delle autonomie locale, che il provvedimento in esame calpesta ed annulla".

Adriano Salis (Idv) ha previsto che "almeno un Puc, in Sardegna, sarà approvato in maniera velocissima; quello di Elmas, dove non è stata necessaria la valutazione di impatto ambientale per il nuovo stadio del Cagliari, classico caso di subordinazione dell'interesse pubblico all'interesse privato"."

Carlo Sechi (Misto) ha sostenuto che "la maggioranza dice di voler ascoltare i sardi, ma poi fa il contrario. Hai poi letto il messaggio di un ragazzo di 20 anni, emigrato, che andava a Monte Arcosu. Per favorire il turismo, si legge nel messaggio, 'bisognerebbe favorire lo sviluppo dei paesi poco popolati anziché villaggi vacanze'. Di fronte a questo il Piano casa è una vergogna".

Ha poi assunto nuovamente la presidenza dell'Assemblea la Presidente Lombardo.

Giampaolo Diana (Pd) ha dichiarato che l'opposizione "sta facendo un servizio alla Sardegna, e dovreste farlo voi, cercando di far recuperare il danno arrecato alla Sardegna già con la deregulation introdotta con le legge 4 del 2009, come è accaduto anche con gli impianti di energie rinnovabile con modalità ancora tutte da chiarire. Fermatevi, almeno fino alla valutazione ed al confronto di una vostra proposta di Ppr, poi ne discuteremo. Nel frattempo, se il problema sono i Puc, diamo ai Comuni le risorse finanziarie, professionali e tecniche per farli".

Matteo Sanna (Udc-Fli) ha fortemente criticato "l'ennesimo emendamento ostruzionistico di una opposizione che continua ad offendere. Qui non c'è nessun matto, tantomeno sono matti i sardi che due anni hanno fatto perdere le elezioni al centro sinistra. Abbiamo tentato la strada del dialogo e del confronto di merito per migliorare il testo, ma ci siamo resi conto che ciò che si dice la mattina viene stravolto la sera, forse perché in alcuni di voi c'è poca autonomia. La maggioranza fa il suo lavoro e non farà passi indietro, ma l'opposizione non può pretendere di scrivere la legge".

Radhouan Ben Amara (Misto), annunciando il voto favorevole, ha detto che ci si trova davanti a una legge "leggia" e poco chiara, finalizzata al progressivo allentamento delle regole e a favorire l'edilizia selvaggia.

Elia Corda (Pd) ha accusato la maggioranza di voler causare danni irreversibili e di definire genericamente il Ppr come un piano che blocca la stesura dei piani urbanistici comunali. Rivolgendosi all'assessore Rassu ha chiesto di conoscere quali siano le norme che imbrigliano le amministrazioni locali.

Antonio Solinas (Pd) ha criticato il silenzio del centrodestra che intende privilegiare coloro che vogliono aggirare le regole esistenti. "Invece - ha aggiunto - sono altre le priorità da affrontare, a cominciare dalla Manovra finanziaria per il 2012 sulla quale sono stata anticipate notizie allarmanti".

L'assessore dell'Urbanistica, Nicolò Rassu, ha voluto precisare che per i comuni costieri e per quelli delle zone interne la Giunta ha stanziato somme consistenti per l'adeguamento dei piani particolareggiati dei centri storici, benché in parte potranno essere erogate non appena lo consentirà il Patto di stabilità. Ha poi difeso la necessità di procedere con la revisione del Ppr nel pieno rispetto di quanto impone la normativa vigente.

L'assessore dell'Ambiente, Giorgio Oppi, annunciando il voto contrario, ha criticato alcune falsità espresse da parte dell’opposizione in merito alla trattativa avviata ieri sera tra gli schieramenti. Ha poi replicato al capogruppo Idv, Adriano Salis, in relazione alle procedure autorizzative per il nuovo stadio di Elmas: "chi ha scelto non è stata la politica, ma la struttura operativa amministrativa".

Giorgio Cugusi (Misto) ha ricordato che l'urbanistica è un argomento sul quale bisogna programmare nel lungo periodo pensando alle future generazioni. Ha poi chiesto alla controparte di non soffermarsi su quanto deciso nella scorsa legislatura in materia paesaggistica perché, allora, il centrodestra fu protagonista di uno sciacallaggio finalizzato a cercare voti e non a migliorare il Ppr.

E' quindi intervenuta Claudia Zuncheddu (Gruppo Misto - Sel ) che ha annunciato il suo favorevole, sottolineando che in Aula c'è molta confusione. L'esponente dell'opposizione ha poi fatto una proposta ai colleghi: " Riportino al centro del dibattito il Piano casa, quello vero, il grande Piano casa di Fanfani". Messo in votazione, l'emendamento è stato bocciato (34 contrari, 6 favorevoli e un astenuto).

La presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, ha avviato l'esame dell’emendamento 182 aggiuntivo all'articolo 1 bis "dopo il comma 1 è aggiunto il secondo comma: 1 bis. Il n. 1, lettera B, comma 1 dell'articolo 13 della legge regionale 4 del 2009 è soppresso". Il primo intervento, per dichiarare il voto a favore, è stato quello di Gian Valerio Sanna (Pd) che ha evidenziato le incongruenze della legge in discussione e ha aggiunto: "Non potete proporci una legge che dice una cosa da una parte e un'altra dall'altra. Il nostro non è un insulto, ma una constatazione".

Voto favorevole è stato espresso anche da Adriano Salis (capogruppo dell’Idv) che ha accusato Matteo Sanna di aver partecipato, nella scorsa legislatura quando era all'opposizione, a "ostruzionismi ben più pesanti", ricordando alla maggioranza che "ancora siamo senza adeguamento del Ppr e senza legge Statutaria". Rivolgendosi poi all'assessore dell’Ambiente, Giorgio Oppi, ha aggiunto: "Ho solo espresso un dubbio legato alla velocità o meno di approvazioni di Puc da parte di alcuni Comuni".

"Io resto sull'argomento - ha affermato Luigi Lotto (Pd) - ossia su una legge che modifica una pessima legge approvata qualche tempo addietro per dare il via a interventi edilizi, in deroga al Ppr, dove diversamente non sarebbe stato possibile intervenire. Ritengo sia opportuno abrogare il punto in. 1, lettera B, comma 1 dell’articolo 13 della legge regionale 4 del 2009".

Voto favorevole è stato espresso da Renato Soru (Pd) evidenziando che questa legge prevede interventi incongruenti con quanto previsto dal Ppr, anche con riferimento ai centri storici. "Vedo che non ci ascoltiamo - ha aggiunto Soru - chi fa ostruzionismo però non è chi parla, ma chi non ascolta e chi non è pronto al dialogo e a confrontarsi nel merito".

Per Carlo Sechi (Gruppo Misto - Sel) "approvare i Puc è semplice e solo un fatto di volontà". L'esponente dell'opposizione ha aggiunto: "Oggi vi stiamo dimostrando la nostra coerenza con l'idea che abbiamo di territorio e di tutela. Noi su questa posizione non retrocediamo di un passo e saranno i sardi a dire se preferiscono la vostra politica di sacco del territorio o la nostra di tutela".

"Da parte nostra non c'è stato alcun insulto. L'insulto - ha affermato Francesca Barracciu (Pd) - è questa legge che proponete all'Aula. Una legge che è un insulto alla Sardegna". Per Valerio Meloni (Pd), che ha annunciato il suo voto favorevole, "con il Piano casa derogate il piano particolareggiato e questo fatto non è coerente con quanto appena affermato dall'assessore Rassu".

Giampaolo Diana (Pd) ha ricordato che la maggioranza ha citato spesso l'Ance (Associazione costruttori edili) come prova di un consenso diffuso per la legge ma "la stessa associazione, proprio stamane, ha denuncia la difficoltà nell’accesso al credito, la flessione degli investimenti immobiliari residenziali, calati nel 17%, e di quelli non residenziali, in caduta per del 37%. Significa che la vera esigenza della Sardegna è immettere risorse nel sistema attraverso la rinegoziazione del patto di stabilità".

Mario Bruno (Pd) ha sostenuto rivolto alla maggioranza che "è vero che avete vinto le elezioni, ma nel frattempo sono cambiate molte cose, lo stesso Presidente Cappellacci adesso si è autosospeso dal Pdl. La prova muscolare non serve mai in democrazia, la minoranza rappresenta una parte essenziale del corpo elettorale. Su che cosa volete il dialogo? Certamente non su una proposta prendere o lasciare, bisogna muoversi per incontrarsi".

Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 182: favorevoli 22, contrari 34 e un astenuto. Il consiglio non ha approvato.

L'Assemblea ha quindi avviato l'esame dell'emendamento 183.

Gian Valerio Sanna (Pd) ha tenuto a chiarire che, attraverso la norma in esame, "si vuole affermare la possibilità di autorizzare interventi su aree commerciali, purchè intercluse, contigue o integrate con l'ambito urbano. Con questo provvedimento, in altre parole, si vuole allargare surrettiziamente l'area urbana, è una norma ad personam".

Luigi Lotto (Pd) ha rivolto alla maggioranza l'invito a ritirare alcune parti della legge, "nel quadro di un confronto più utile che finora è mancato. E' auspicabile che ci possa essere a partire dalla settimana prossima. Anche la maggioranza deve fare i suoi passi indietro".

Tarcisio Agus (Pd) ha affermato che il centro sinistra ha "fortemente contestato, a suo tempo, la legge 4 del 2009, ora questa la peggiora ed aggrava le sue conseguenze pratiche con disposizioni pasticciate. Occorre invece una legge organica di riordino della materia urbanistica anche per evitare che le interpretazioni prevalgano sulla ratio della norma".

Renato Soru (Pd) ha invitato l'Assemblea a prendere spunto dalle ragioni profonde, ferma restando la più netta condanna della violenza, della recente protesta dei giovani a Roma, nella quale i giovani hanno detto: "Non vogliamo pagare i debiti che ci state lasciando per un sistema sociale non più compatibile che accentua la frattura generazionale. A questi giovani,"e a quelli sardi in particolare, noi non vogliamo lasciare anche il debito di un paesaggio definitivamente compromesso: questo dovrebbe stimolare tutti ad una riflessione in più, non possiamo disporre di un bene che non è nostro".

Giampaolo Diana (Pd), riprendendo ancora alcune posizioni espresse dall'Ance, ha ricordato che "i mutui casa sono prevalentemente la ricontrattazione di quelli esistenti, mentre nel 49% delle imprese sarde c'è un tasso elevatissimo di sfiducia nell'amministrazione regionale, accusata di insopportabili lungaggini amministrative inserite in un vuoto di indirizzo politico. I costruttori hanno anche auspicato un confronto sul Piano casa, che evidentemente non c'è stato nemmeno con gli interlocutori più direttamente interessati".

Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 183 con il seguente esito: favorevoli 21, contrari 32, astenuti 1. Il consiglio non ha approvato. Successivamente, la Presidente ha sospeso la seduta. I lavori riprenderanno martedì prossimo 25 ottobre alle ore 10.00. Red.

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