“Sta facendoregistrare pesanti risvolti negativi il passaggio della Sanità Penitenziariadal Ministero della Giustizia alle Aziende Sanitarie Locali. Dallo scorso 30settembre, a due infermieri che operavano nell’Istituto Minorile di Quartucciunon sono stati rinnovati i contratti e analoga sorte subiranno tra qualche mesediversi infermieri e specialisti convenzionati a Isili, Sassari e Nuoro i cuicontratti scadranno il prossimo 31 dicembre. Se non sarà fatta immediatamentechiarezza sarà caos burocratico”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidentedell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” avendo appreso che “nonostanteil passaggio di funzioni alle ASL e la piena responsabilità alla Regione, lagestione dei fondi è rimasta al Ministero della Giustizia”
“L’intoppo –sottolinea Caligaris – è il frutto dell’operato della burocrazia ministerialeche ha coinvolto, oltre a quelli della Giustizia, i dirigenti delle aree dellaSalute e dell’Economia e Finanze. Il risultato è un groviglio normativo che ilPresidente della Regione e l’assessore della Sanità dovranno necessariamentesciogliere. Risulta infatti che il personale medico, infermieristico e tecnicodi ruolo con contratti a tempo indeterminato e in servizio al momento delpassaggio alle Asl è stato trasferito dal Ministero della Giustizia ed è statoquindi cancellato dai relativi elenchi dei dipendenti. Ciò è avvenutoanalogamente anche per il personale convenzionato che, se con una scadenza dicontratto precedente il 5 settembre 2011, data ufficiale del passaggio diconsegne, ha ottenuto una proroga di 12 mesi. Per tutti gli altri contrattiinvece il rinnovo non è previsto. Ma come sarà possibile effettuare i pagamentidegli emolumenti se il personale non risulta dipendente del Ministero dellaGiustizia e al contrario come garantire una gestione complessiva adeguata delsistema sanitario se l’ufficio erogatore dei pagamenti è ancora il Ministero?”.
“E’ evidenteche – sostiene la presidente di SDR – c’è qualcosa che non quadra. La RegioneSardegna, a statuto speciale, è responsabile della sanità penitenziaria ma nonha ottenuto dal Ministero dell’Economia i fondi per esercitare il ruoloassegnatole. Ciò significa non avere piena autonomia. La preoccupazione,inoltre, investe i 250 lavoratori delle strutture penitenziarie che essendostati cancellati dagli elenchi del Ministero della Giustizia rischiano di nonvedere i compensi previsti in quanto ad erogare le indennità non sono le ASL acui invece sono stati assegnati”.
“Rimane inoltreancora da definire – conclude Caligaris – in che modo la Regione garantiràuniformemente i livelli essenziali di assistenza per i cittadini privati dellalibertà, adulti e minori, e come intende valorizzare l’esperienza dei medici,infermieri e tecnici che operano nelle strutture penitenziarie alcuni da oltre25 anni. Senza un chiarimento c’è il rischio che a pagare il prezzo più salatoi detenuti e gli agenti di Polizia Penitenziaria”. Com