Il premier intercettato mentre parla con Lavitola nel 2009 ha fatto delle affermazioni che se fossero vere, solo a pensarle uomo uomo sarebbe accusato di attentato all'ordine costituito. Ma che il premier per salvarsi e salvare le sue aziende fosse capace di tutto tutti lo pensavano e lo pensano ma pochi hanno il coraggio di dirlo. Infatti, il qutodiano preso di mira dal cavaliere riporta oggi nelle sue pagine le terrificanti parole espresso dal primo ministro, dicendo: «Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di Giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c'è un'alternativa...». Silvio Berlusconi si sfoga. Parla con Valter Lavitola.
Le intercettazioni risalgono al 2009 e sono state depositate agli atti del processo per l'inchiesta di Pescara sui fondi dell'«Avanti», di cui Lavitola era direttore prima di diventare latitante. Le conversazioni sono state pubblicate dal quotidiano Repubblica.
Il quotidiano rende noto estratti di quattro telefonate dal 20 al 30 ottobre, in cui Lavitola assilla la segretaria Marinella («lasciami vivere» gli dice lei) per avere appuntamenti telefonici con il premier, per organizzare l'arrivo a palazzo Grazioli del generale Spaziante («Ci sta un certo Marco Milanese che non deve sapere niente assolutamente»), per chiedere lo sblocco dei fondi all'editoria che finanziano anche il suo giornale. La «telefonata shock» è una conversazione con il premier del 20 ottobre 2009 in cui Berlusconi si lamenta della situazione affermando anche «siamo nelle mani dei giudici di sinistra» che si appoggiano «a Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, alla stampa estera...»
Un lunghissimo sfogo che si conclude «per cui o io lascio... Che dato che non sto bene per niente ho anche pensato di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera... Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di Giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c'è un'alternativa...». E Lavitola gli dice «Presidente, però se mi permette la prima opzione scordiamocela...».