Alla fine tutta la sinistra rappresentata nelle istituzioni ha disertato la manifestazione degli indignati; e ha fatto bene, a giudicare dalle violenze che hanno caratterizzato la protesta. Per condannarle sono intervenute le massime cariche dello Stato. Per Silvio Berlusconi "gli incredibili livelli di violenza raggiunti sono un segnale molto preoccupante per la convivenza civile. I violenti vanno individuati e puniti".
Giorgio Napolitano ha fatto sapere di essere in continuo contatto con il capo della polizia. Il capo dello Stato ha espresso "grande preoccupazione" per le "inammissibili violenze".
"Manifestare - ha detto Renato Schifani, presidente del Senato - è un diritto fondamentale, ma questo non significa poter compiere atti di violenza, saccheggi, teppismo e devastazioni. Tutto ciò è gravissimo e inaccettabile". Non meno tenero il giudizio di Gianfranco Fini: "E' stata deturpata l'immagine di civiltà di Roma. I violenti vanno individuati e debbono rispondere dei reati commessi nelle sedi competenti".
Tornando alla "mappa" delle assenze, Antonio Di Pietro, che aveva inizialmente sponsorizzato l'iniziativa di protesta, è rimasto in Abruzzo per la campagna elettorale: così l'Idv è stata rappresentata dai parlamentari Stefano Pedica e Elio Lannutti; quest'ultimo ha raccontato ai giornalisti di essersi trovato involontariamente prigioniero degli scontri a San Giovanni: "era evidente che un gruppo organizzato di centinaia di manifestanti ha dato inizio alle violenze mentre tutti gli altri cercavano di fermarli".
Ben visibile era anche la presenza di Luigi de Magistris, che ha subito chiarito di essere li' come sindaco di Napoli e non come esponente di partito. Partecipanti convinti erano tutti gli ex parlamentari della sinistra cosiddetta radicale: i Verdi con Angelo Bonelli, moltissimi di Prc, Paolo Ferrero in testa e Oliviero Diliberto. A chi gli ha chiesto come mai la manifestazione fosse stata disertata dall'intero Pd, il segretario del Pdci ha risposto sornione: "Siamo tutti sicuri che il cuore politico di Pierluigi Bersani batte qui con noi".
E' stata notata l'assenza di Nichi Vendola, arrivato in ritardo dalla Puglia, quando a piazza San Giovanni c'era già puzza di bruciato. Così il leader di Sel ha saggiamente preferito approdare direttamente nella sede nazionale del partito, a due passi dalla stazione Termini ancora blindata. Poco dopo, seguendo la diretta degli scontri su Sky, una dichiarazione di condanna :"la violenza dei black block crea un cortocircuito per militarizzare il conflitto senza affrontare i problemi".
Nessun deputato in carica del Pd è stato notato, neppure mimetizzato tra i colori sgargianti del corteo. Unica presenza "solitaria" e democratica è stata quella di Pippo Civati, il "rottamatore", consigliere regionale della Lombardia.
La pioggia di inevitabili dichiarazioni contro le violenze ha immediatamente cancellato il confronto sul disagio dei giovani, e sulle ragioni del loro scendere in piazza. Angelino Alfano ha lanciato un appello in corso d'opera per invitare tutti i manifestanti pacifici a dissociarsi. Bersani ha condannato la "guerriglia urbana che colpisce le ragioni di un movimento che in tutto il mondo vuole esprimere liberamente il disagio per l'assetto attuale dell'economia". Più tardi ha attaccato il governo che non avrebbe "saputo garantire l'ordine pubblico". "Roma ostaggio dei delinquenti - è stato il lapidario commento di Pierferdinando Casini - è una vergogna :"in una società libera e democratica gli indignati si ascoltano, i delinquenti si mettono in galera". Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ha chiesto che il ministro dell'Interno Maroni riferisca subito in Parlamento. Segno evidente che le violenze di oggi potrebbero suscitare qualche problema anche nel centrodestra.