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Fini: elezioni probabili a marzo.

Berlusconi "proverà a vivacchiare più o meno fino a Natale farà di tutto per ottenere l'approvazione di nuove leggi ad personam, indispensabili per trasformare quelli che lo riguardano in processi 'pret a porter' ", e poi "andrà alle elezioni". 

La previsione è del presidente della Camera, e leader di Fli, Gianfranco Fini, che in una intervista alla Stampa sottolinea che "presto, molto prima di quanto ci si possa aspettare, sarà Bossi a staccare la spina" e "andremo alle urne nel 2012". 

In questo modo "si voterà con l'attuale legge, per rinviare il referendum. Non solo io - afferma - tutti hanno capito che andrà così e cominciano a prepararsi". Sul voto di ieri, Fini dice che "era chiaro che il governo avrebbe preso la fiducia e altrettanto che da oggi tutto ricomincerà come prima".

Peraltro dopo "un discorso mediocre" del premier che ha lanciato "l'insopportabile" accusa di "sfascio" nonostante sia proprio lui che "è riuscito in tre anni a distruggere il suo governo, il suo partito, la sua maggioranza e la credibilità internazionale dell'Italia". 

Invece questa poteva essere l'occasione giusta per dare quel "segno di discontinuità, data la gravità della situazione" e permettere "di affrontare seriamente i problemi imposti dalla crisi economica" con un governo di larghe intese con l'accordo del Pdl e "costruito intorno alla maggioranza che ha vinto le elezioni" ma con un passo indietro Berlusconi. 

Il progetto, spiega il leader di Fli, era appoggiato "apertamente da Pisanu e con più timidezza dallo stesso Scajola" che hanno cercato "fino all'ultimo di convincere il premier a pilotare questo passaggio". 

Ma "riservatamente", rivela Fini, "mentre la trattativa era in corso sono stati molti a farsi vivi, spingendo nella stessa direzione", personaggi "di prima fila del Pdl, ministri, dirigenti del cerchio più vicino" a Berlusconi. 

Comunque, anche se si andasse a votare di nuovo con il Porcellum, Fini è convinto che gli schieramenti "saranno tre. La novità sarà il Terzo Polo" che intercetterà i voti "degli scontenti di centrodestra e centrosinistra".

Per il leader di Fli il Cavaliere, se si dovesse ricandidare, sarà comunque un avversario "molto meno forte del passato", anche perché Fini crede che non possa cavalcare di nuovo il vento dell'antipolitica perché rischierebbe di "farsi ridere dietro" visto che "del teatrino della politica Berlusconi è diventato la prima marionetta".

"Nessuno, tantomeno Berlusconi, vuole anticipare le elezioni: con la crisi economica ancora fuori controllo, vorrebbe dire danneggiare il Paese". Lo assicura, in una intervista al Quotidiano Nazionale, il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, smentendo le voci che si rincorrono sull'ipotesi di un voto anticipato nella primavera del 2012. 

Se si andasse alle urne allora, spiega Cicchitto, "è probabile" che il premier "si ricandiderebbe, quanto al 2013 andranno fatte tutte le valutazioni del caso". 

Intanto comunque, "l'effetto politico della mancata spallata
è il ricompattamento della maggioranza" e non ci sarà "l'implosione" dell'esecutivo perché "un governo diverso da quello in carica non avrebbe i nostri voti e di un ribaltone non ci sta nessun presupposto, ne' lo spostamento di parlamentari ne' una disponibilità a livello istituzionale. E non esistono forze politiche in grado di garantire la rielezione ai possibili transfughi del Pdl". 

Ora quindi avanti con il decreto sviluppo sul quale "dobbiamo solo razionalizzare le proposte e credo che difficilmente sarà possibile rimettere in moto l'economia a costo zero come vorrebbe Tremonti". La proposta di Cicchitto è di fare "subito, e nei limiti del possibile, i provvedimenti su stabilità e sviluppo" condizionando "il varo della delega fiscale ad un importante piano di abbattimento del debito pubblico". 

Nel decreto sviluppo resta "da scegliere tra misure straordinarie come una patrimoniale morbida del 5 per mille sullo scaglione piu' alto, l'innalzamento dell'età pensionabile, le dismissioni delle aziende pubbliche a parte Eni, Enel e Finmeccanica e di quelle comunali e regionali...".

 "Berlusconi non ha alternative che andare ad elezioni": di questo è convinto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini. "Non riuscendo a governare ed essendo costretto a far sempre nuovi ministri e sottosegretari - ha aggiunto - non potrà fare sottosegretari tutti gli italiani, no?". 

Casini ha risposto con questa battuta a una domanda sull'avvicinarsi delle elezioni dopo la fiducia incassata ieri dal governo che considera una vittoria di Pirro perché è "una vittoria numerica, ma i numeri servono se c'è la politica". "Chi festeggia dall'alto di 316 voti è sulla Luna - ha osservato -. Gli italiani non festeggiano, perché l'Italia sta andando a fondo".