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La crisi italiana vista dalla stampa estera: “Silvio, è ora di andartene”

"Il gioco si fa duro per Silvio Berlusconi: anche se oggi intorno a mezzogiorno il presidente del Consiglio italiano supererà il 51esimo voto di fiducia dal 2008 -
scrive lo Spiegel online - i suoi più stretti alleati si discostano da lui. La crisi economica è peggiorata a tal punto, che il paese di Berlusconi non si può più permettere di non fare niente", aggiunge il settimanale di Amburgo.

Eppure, il premier si è mostrato fiducioso: "Fuori dalla Camera dei deputati a Roma ha ghignato davanti alle telecamere, ha gridato ai giornalisti di avere ovviamente la maggioranza". Dentro, nel suo intervento alla Camera, ha ribadito che "non c'è
alternativa credibile al suo governo". Ma questa volta è diverso: "Anche se riuscisse a ricevere la maggioranza, in questi giorni in Italia sta succedendo qualcosa che finora era inimmaginabile: il partito di Berlusconi, si allontana dal suo eroe. Il partito
di Berlusconi ha perso la fiducia in Berlusconi", sottolinea lo Spiegel.

L'ultima debacle è arrivata martedì, quando il governo è andato sotto sulla votazione del rendiconto dello Stato, con decine di deputati che non si sono presentati in aula. Perfino - tiene a sottolineare il settimanale - alcuni importanti esponenti di governo, come il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il leader della Lega Nord Umberto Bossi, sono arrivati troppo tardi.

 "L'impasse deve ora finire - scrive invece il Financial Times - I parlamentari italiani - in particolare quelli la cui assenza alla Camera ha contribuito al recente incidente sul rendiconto - dovrebbero risolvere questa farsa, far calare il sipario su un plutocrate-e-politico il cui curriculum è caduto ben al di sotto della sua autovalutazione esagerata e delle aspettative di un tempo di elettori disillusi".

"Se il governo cade - prosegue il FT - il paese dovrebbe accelerare il processo di riforma dell'economia. In teoria, questo potrebbe essere fatto da un governo di centrodestra guidato da un leader diverso, ma la lealtà dei parlamentari per il primo ministro sembra escludere questa possibilità. Il male minore è quella di spostarsi in tutta fretta verso elezioni anticipate, magari dopo un governo di transizione che prenda provvedimenti per mantenere la disciplina fiscale del Paese e cambiare la legge elettorale profondamente impopolare in modo da consentire agli elettori di scegliere direttamente i loro rappresentanti".

"L'Italia deve salvare se stessa per salvare l'Europa. Il Parlamento dovrebbe tenerne conto nel voto di oggi".

"Mezzogiorno di fuoco a Roma? Non proprio - è l'analisi del tedesco Welt - Perché anche oggi, nell'ora di emergenza percepita nazionale, non esiste un vero rivale che voglia contrapporsi a Silvio Berlusconi. Al contrario, l'opposizione è evaporata ancor prima che il Primo Ministro iniziasse a parlare"

Un "Berlusconi lasciato solo" è quello che vede lo spagnolo El Mundo: "Ma ciò che è chiaro è che è ancora una volta alle corde. Dopo martedì il suo governo ha subito una sconfitta umiliante, rifiutando il Parlamento il via libera alla contabilità generale dello Stato relativa al 2010".

"Il Cavaliere ha riconosciuto che quel voto è stato un indicente serio. Oltre ad avere una tensione costante con il suo principale alleato politico, la Lega Nord, ora soffre anche la ribellione di un gruppo di suoi 30 deputati, guidato dall'ex ministro dell'Industria Claudio Scajola, che minacciano di piantarlo in asso se non si apre un processo per nominare il suo successore".

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