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Formigoni duro e risoluto: mai più Berlusconi candidato premier

Ormai nel Pdl e guerra aperta contro il cavaliere. Infatti molte sue ‘creature’ (non tutte nell’ex FI), gli stanno voltando le spalle. Anzi lo stanno mettendo con le spalle al muro e gli chiedono di lasciare la guida del governo, quindi, a ritirarsi a vita privata. Tanto ormai danni non ne può più fare (se rimane ancora un po’ dov’è si, perciò meglio metterlo all’angolo subito), e lo invitano, ora con le buone, a lasciare il suo posto di premier e, quasi velatamente, gli dicono di non farsi più vedere nei paraggi della politica. Tra questi vi è il governatore della Lombardia che in varie dichiarazioni ha affermato con risolutezza che non sarà certamente Silvio Berlusconi "il nostro candidato nel 2013, è una scelta ormai compiuta dal presidente ma va portata a conoscenza dei nostri alleati, degli elettori, degli interlocutori politici" e tocca al segretario Angelino Alfano imprimere una svolta, aprire al centro e indire primarie, anche per il candidato premier. Lo dice a Repubblica il presidente della Lombardia Roberto Formigoni sottolineando la situazione "ultimativa". 

"La continuità del governo - spiega - è legata a un provvedimento: il decreto sviluppo. Lo slittamento al 20 ottobre non è stato certo un bel segnale. Dovrà contenere misure forti e chiare. Certo, le riforme a costo zero, ma bisogna mettere dentro quattrini per le famiglie, per le imprese, per le regioni e gli enti locali". "Ai comuni e alle regioni vanno restituiti i fondi tolti con la manovra di agosto". 

Di qui l'invito ad Alfano a coinvolgere il Pdl "in un confronto che finora è mancato", mentre le posizioni di Scajola e Pisanu non son a suo avviso "il preannuncio di uno strappo, ma uno stimolo per il governo". 

Formigoni individua poi nella "costituente di centro" l'altra "scadenza urgente". "Il segretario - aggiunge -, aiutato da tutti noi, deve dare il via alle operazioni. Il primo luglio è alle spalle. Dobbiamo mettere nel conto le possibili elezioni anticipate. Sappiamo tutti che ci sono insidie, svolte possibili, trabocchetti che potrebbero anticipare la scadenza naturale del 2013 che il presidente continua legittimamente a indicare. 

Dunque, si apra subito il tavolo con i moderati". "Battutacce" a parte, il governatore lombardo insiste perché il Pdl diventi "un nuovo partito, con un nuovo nome e programmi rinnovati". 

Anche in questo caso invita Alfano ad indicare "una data certa per i congressi locali", "per le elezioni dei segretari regionali" e poi le primarie, anche per il premier. E a questo proposito Formigoni afferma che non esclude una sua 'corsa', ma allo stesso tempo "non contempla" l'eventualità.

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