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Conclusa la discussione su disposizioni straordinarie per il sostegno dell’economia e il rilancio del settore edilizio

Laula ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza del vice Presidente Cossa. Dopo le formalità di rito, il capogruppo del gruppo Misto on. Luciano Uras ha chiesto la verifica del numero legale; constatata con apposita votazione la mancanza dello stesso, la seduta è stata sospesa.

Alla ripresa dei lavori Gian Vittorio Campus (Pdl) ha detto di ritenere superfluo il richiamo alla grave crisi delledilizia. Peraltro, il settore ha una composizione molto articolata, con moltissime piccole imprese, nella maggior parte individuali. Proponendo poi un paragone con i contesti in cui avvengono manifestazioni di protesta, Campus ha affermato che se è vero che in molti cortei pacifici ci sono i black block che fanno i provocatori violenti, è anche vero che nelle buone leggi ci può essere chi strumentalizza. Ciò che dobbiamo evitare è che i black block del cemento si inseriscano per inquinare questa legge, che indubbiamente nasce in una situazione emergenziale.

Il dato di partenza, ha proseguito Campus, è quello del primo Piano casa, applicato a macchia di leopardo e con troppa discrezionalità. Necessario, quindi, chiarire molti aspetti e, nello stesso tempo, stare molto attenti. La legge non nasconde nulla; è tutto è alla luce del sole, compresi i passaggi più critici e discutibili, quelli degli ampliamenti che poi si trasformano in unità a se se stanti, che con la filosofia del provvedimento centrano molto poco. Sta a noi liberarci da queste anomalie, è il nostro mestiere di legislatori che devono operare per il bene comune. Il testo va ripulito e reso coerente e trasparente, anche per non alimentare alcune aspettative molto presenti in tante realtà territoriali. Campus, infine, si è dichiarato favorevole anche alla revisione del Ppr. Citando lesempio del Comune di Sassari, ha ricordato che il Puc approvato nel 2008 si è rivelato in contrasto col Ppr su ben 140 punti, al punto da indurre gli uffici regionali a non dare il parere di coerenza, mentre nel frattempo la città è rimasta bloccata. Quindi fa bene la giunta a rivedere la pianificazione, ma occorre evitare che si trasformi in una maglia elastica che si può allargare o restringere a seconda delle circostanze. Serve un testo da applicare e non da interpretare.

Ha preso poi la parola Elia Corda (Pd), che ha detto: Noi abbiamo un approccio culturale diverso rispetto a quello dellamico Matteo Sanna. Su ambiente, paesaggio, urbanistica noi siamo diversi, davvero. Ma il vostro è un vecchio approccio, che ha determinato la crisi delledilizia: solo ad Olbia ci sono migliaia di appartamenti invenduti perché è stato consentito, da voi, di costruire senza criterio. Noi saremmo stati disposti a migliorare un altro testo ma non questo, che non ha oggettivamente spazi di miglioramento. Avete un modo strano di procedere, è difficile capire quali siano i vostri obiettivi in un momento in cui si vive la più grande crisi dal dopoguerra a oggi. Ci fate venire il sospetto che altri siano i fattori che condizionino la vostra proposta legislativa. LAula avrebbe dovuto impegnarsi sui problemi reali e quotidiani, come la qualità dei servizi nel settore turistico o le infrastrutture. Invece non fate nulla su questo, nemmeno davanti allo scippo di risorse praticato dal governo cosiddetto amico.

A seguire è intervenuto Gianpaolo Diana (Pd), che rivolto alla Presidente del Consiglio ha sollecitato la presenza in Aula dellassessore competente.

Per Pietro Cocco (Pd) sostenere che la crisi sarà risolta dal piano casa significa a dir poco offendere lintelligenza di noi tutti. Io non sono contrario alla possibilità che si possa edificare, anzi. Sono contrario alle norme pasticciate, approssimative e in taluni casi persino banditesche, espropriando i Comuni del diritto ad edificare. Mi pare che il vostro approccio sia sbagliato, legiferando con norme di piccolo cabotaggio che complicando oltremodo le cose. Per loratore il buon senso è stato oltraggiato quando si è fatto credere che la crisi del mattone sia dovuta al Ppr, un provvedimento che rivendichiamo orgogliosamente e al quale la storia darà il giusto riconoscimento. Gli ultimi baluardi sono i Comuni, a cui si chiede il controllo della spesa e tanto altro: su questo dovremmo intervenire, se la Regione avesse un peso davanti allo Stato. Cosa che non è.

Sempre per il Pd ha preso la parola Tarcisio Agus, che ha detto: Mi pare che il nord Sardegna sia larea più interessata da questa legge eppure la Cna di Sassari a luglio scorso ha reso noti i dati delledilizia e sono tutti negativi, a cominciare dai volumi di affari. Questa legge, dunque, è fatta solo per chi ha risorse finanziarie per metterla in atto, non certo per il popolo. E vanifica, con grande pochezza, lo sforzo del Ppr che fu messo in atto nella precedente legislatura. Stiamo pure autorizzando il recupero degli scantinati per trasformarli in civile abitazione, con quello che poi succede in caso di rischio idrogeologico. Queste cose lasciamole ad altri, non mi pare che il Consiglio regionale si debba occupare di queste cose e di particolarismi, che mortificano lorgano più importante della Sardegna. C’è bisogno di mettere in circolo denaro pubblico e generare lavoro, se davvero vogliamo rilanciare leconomia. Non siamo moderni se lasciamo costruire grandi palazzi, guardate cos’è capitato nelle Baleari. Linteresse del costruttore e quello degli abitanti non sempre coincidono, anzi.

Per Silvestro Ladu (Pdl) nessuno ha detto che il Piano casa sostituirà la legge urbanistica regionale o il Ppr. Siete voi che gli attribuite questa valenza e le risposte che potrà dare, anche economiche, sono legate agli obiettivi che si è posto. È giusto sfruttare meglio lesistente, anche riusare ciò che già è stato costruito. E lo spirito è quello di andare incontro alle esigenze delle famiglie, consentendo piccoli interventi. Il testo di legge può essere anche migliorato, non pensiamo che sia perfetto e non pensiamo che si possano risolvere con questa legge i problemi dellurbanistica sarda. Quanto al rischio di imbroglio denunciato in Aula dal presidente Soru, io sono convinto che il Piano casa debba mantenere la sua destinazione originaria e non vedo grandi stravolgimenti al Ppr né alla legge urbanistica. Certamente non voglio pensare che in questa legge possiamo mettere dentro norme lontane dagli obiettivi del Piano casa. Emendiamola nelle parti dubbie, se serve, ma approviamo la legge.

Mario Bruno (Pd), replicando a Ladu, ha spiegato che il ritardo degli enti locali in materia di pianificazione urbanistica locale è ventennale e non può essere addebitato al Piano paesaggistico regionale. Sottolineando lassenza del presidente della Regione e il caos politico della maggioranza che ha portato al ritardo nellinsediamento delle commissioni consiliari, lesponente del Partito Democratico ha accusato il centrodestra di avere il cemento come unica certezza di comportamento. Si tratta, però, di una marcia indietro per la Sardegna, di un uso del caterpillar che non tiene conto di un turismo che si sviluppa puntando sulla tutela ambientale e sulla diversità. Bruno, riferendosi allipotesi di modifica delle norme di attuazione del Ppr, ha spiegato che i cittadini, in materia, hanno posto domande alla Giunta senza, però, avere risposte: C’è lesigenza di regole certe, ma a voi infastidiscono. Il paesaggio, che vi piaccia o no - ha proseguito è il valore competitivo della Sardegna. Bruno ha aggiunto che il Piano casa ter scippa i comuni delle loro competenze e che si preferisce un sistema nel quale si vuole scalfire, nonostante il parere contrario dei comuni, la visione unitaria delle coste come bene paesaggistico dinsieme. Infine, rilevando la necessità di una rinnovata legge urbanistica, ha ricordato che si sta solo dando un brutto esempio a chi le regole le rispetta.

Giorgio Cugusi (Misto) ha esordito affermando che i dati forniti da Matteo Sanna, le 17000 famiglie sarde che avrebbero usufruito del Piano casa, non sono sufficienti; bisognerebbe sapere quanti sono in realtà i progetti approvati. La legge si inserisce nel filone tutto italiano dei condoni edilizi, che hanno messo una pietra tombale su montagne di abusi, ed anzi con questo provvedimento, in realtà, si fa un condono edilizio preventivo. Lo scenario che si prefigura è quello di investimenti speculativi fini a se stessi, e non baste per giustificarli il richiamo alla crisi del settore edilizio. E che quella dei condoni sia la costante dellurbanistica regionale lo dimostrano, secondo Cugusi, gli stessi dati della città di Cagliari: in 20 anni sono state prodotte 32.000 pratiche di condono su 100.000 unità immobiliari ma, se sommiamo a queste le pratiche sottoposte ad accertamento di conformità, possiamo dire che la metà di patrimonio edilizio è in sanatoria. Il sistema burocratico che governa ledilizia, evidentemente, è profondamente malato e produce ingiustizie. Nessuno può pensare che questa legge possa risolvere questo problema, anche in minima parte. La vera legge sulla casa, ha concluso Cugusi, dovrebbe alleviare queste sofferenze ma non con deroghe e condoni, cosa che molti amministratori locali chiedono, quasi per disperazione. Serve una profonda azione di semplificazione, con un grande processo di riforma che coinvolga gli ordini professionali e il mondo delle imprese; questo sarebbe un vero Piano casa. I contenuti della legge, peraltro, sono macroscopicamente incoerenti, sui seminterrati, sulla sicurezza, sulle premialità in caso di demolizione-ricostruzione.

Ha assunto la presidenza dellassemblea il vice Presidente Mario Bruno.

Luciano Uras (Misto) ha espresso sulla legge un giudizio molto severo: più che di Piano casa si deve parlare di demolizione integrale della normativa vigente in materia di tutela del paesaggio. Siamo di fronte non ad una legge che vuole sostenere leconomia, ma ad una leggina indecente che aggiusta unaltra legge indecente, fatta allinizio della legislatura, e rivelatasi un grande fallimento. Si interviene a pezzetti per divaricare le gambe in attesa di ricevere uno stupro che si consumerà sul territorio della Sardegna. Nellart. 1 sexties, alla lettera b, è scritto dice che si può demolire e ricostruire nei 300 metri dal mare, come lospedale marino di Cagliari che sta sulla spiaggia; più lo spostiamo e più lo possiamo ingrandire. Ne verrebbe fuori un eco-mostro, senza il rispetto di alcuna tipologia. Stiamo scrivendo una pagina indegna di una società civile, ha continuato Uras, senza scomodare la cultura ed il rispetto dellambiente. Ma chi lha scritta? Lavranno scritta quei pidocchiosi che hanno rovinato leconomia del mondo, che sono riusciti a togliere quei pochissimi vincoli che pure erano stati mantenuti nel cosiddetto Piano casa 1. Siccome non ci sono soldi, qualcuno farà qualcosa ma leconomia reale non si muoverà di un millimetro. La stanza in più per il figlio? Qui ci sono edifici pluripiano, sopraelevazioni, unità immobiliari separate luna dallaltra. Questo Piano casa, ha detto in conclusione Uras, sventra il Piano paesaggistico regionale e fa strage di ogni regola. Una vergogna, che fa il paio con i 130 milioni non spesi dalle agenzie regionali che dovrebbero costruire case per chi non ne ha.

Claudia Zuncheddu (Misto), criticando landamento del dibattito, ha preferito rinunciare allintervento.

Gavino Manca (Pd) ha detto che, per lennesima volta, si parla in Aula di un piano casa che, da intervento straordinario per rivitalizzare un tessuto economico legato alledilizia, è diventato una sorta di film a puntate. In particolare, ha evidenziato il tentativo di cambiare il Piano paesaggistico regionale mettendo in campo una procedura che umilia il Consiglio regionale perché lo fa intervenire a completamento di un percorso già scritto dalla Giunta. Ricordando che la modifica del Ppr sarà illegittima e, quindi, contestabile in tutte le sedi, lesponente del Partito Democratico si è soffermato su quanto ottenuto con il Piano casa. Citando lex assessore dellUrbanistica Asunis che parlava di 12000 cantieri e 40000 addetti, Manca ha chiesto allattuale assessore Rassu di dire quali sono stati i reali risultati. Poi, ha criticato il reiterarsi di un aspetto già contestato con il primo Piano casa: la mancata esclusione delle volumetrie oggetto di sanatoria. Oggi - ha spiegato - facciamo in maniera tale che gli ampliamenti possano essere autorizzati anche a chi ha fatto istanza di sanatoria. Manca ha concluso lintervento dicendo che si stanno creando due categorie di cittadini favorendo quelli di serie A ai quali diamo ulteriori vantaggi dal fatto di essere stati scorretti.

Dopo la rinuncia del capogruppo del Pdl on. Mario Diana, ha preso la parola il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana. Contestando il tentativo della maggioranza di rappresentare il Piano casa come un volano in grado di rimettere in moto le dinamiche economiche, a cominciare dal settore edile, ha spiegato che le vere ragioni della crisi delle costruzioni risiedono altrove: nellassenza di risorse pubbliche per le opere importanti; nella responsabilità di chi ha dilapidato le risorse attraverso le politiche di bilancio; nella incapacità di rinegoziare il Patto di stabilità che impedisce ai comuni di pagare molte imprese portate così alla chiusura. Diana ha detto che non sono state considerate le esigenze delle associazioni artigiane: sollecitavano non il Piano casa, ma interventi  per mettere a norma le scuole fatiscenti. Il capogruppo del Pd ha aggiunto che la maggioranza tenta di imbrogliare la buona fede di tanti cittadini che, ingannati dalla vostra propaganda più becera, pensano che il Piano casa 3 sia un intervento della Regione per concorrere a dare una casa a chi non ha i mezzi per acquistarla o costruirla. Diana ha poi criticato il centrodestra per la sua insofferenza alle regole, per la sua azione fin da subito rivolta a deregolamentare tutto ciò che era stato pianificato e programmato nella passata legislatura e per lassenza di un coraggio, neanche morale, di contestare le ragioni dellopposizione.

L’assessore dellUrbanistica Nicola Rassu, nella sua replica, ha definito il dibattito ricco e pieno di spunti, ed ha auspicato che il consiglio esprima la stessa tensione nel migliorare la legge. La giunta, ha poi ricordato, ha presentato 8 mesi fa la sua proposta. Nel frattempo sono successe tante cose, compresa la bozza del Ppr che è finita chissà come in tante mani, pur non essendo stata approvata dalla stessa giunta né sottoposta alla commissione. Soffermandosi sul contenuto della legge in esame, Rassu ha dichiarato che non è un cavallo di Troia, anche perché il percorso di revisione del Ppr è già tracciato dalla normativa vigente e nessuno lo vuole modificare. La legge, nel merito, dà risposte non compiute ma parziali, comunque apprezzabili. È giusto dire che il Ppr non è la causa della crisi della Sardegna, ma indubbiamente ha determinato la paralisi dellattività edilizia nella nostra regione. In Sardegna sono stati approvati solo 10 Piani urbanistici comunali e le stesse amministrazioni locali, compresi gli uffici tecnici, dicono che la vera difficoltà sta nel trovare una compatibilità del Ppr, difficoltà testimoniata anche dalle 140 osservazioni rivolte al Comune di Sassari che ha dovuto ricominciare daccapo liter del Puc dopo ben 8 passaggi istituzionali. Questa è una emergenza. Rassu ha poi respinto ogni accusa di voler favorire nuove i cementificatori. Se il quadro normativo di riferimento che viene richiamato è il codice Urbani, ha detto, è fin troppo facile ricordare che Urbani era un ministro del governo Berlusconi, e non certo un cementificatore. Su questa come sulle altre leggi, del resto, laula è sovrana e ha tutti gli strumenti, la capacità e la volontà, per migliorare la legge. Ma se questo è vero non si può sostenere che lunica legge perfetta sia il Ppr. Quindi anche quello è migliorabile: anche in questo caso il confronto in aula farà emergere le vere criticità di quello strumento di pianificazione, che di fatto ha sterilizzato, con diverse tipologie di vincolo, oltre il 60% del territorio. Sono abituato a dare sempre per scontata la buona fede del legislatore, ha concluso lAssessore Rassu, e vorrei che fosse riconosciuta anche allesecutivo. Esistono dunque le migliori condizioni per un dibattito franco ed aperto, senza pregiudiziali, per arrivare a fare una buona legge che sia davvero utile ai sardi. Ricordo infine che i 62 comuni costieri della Sardegna hanno ricevuto più di 10.000 richieste di concessione edilizia su 17000 domande complessive. È un dato che esprime la grande sofferenza delle comunità locali che, va riconosciuto, hanno incontrato molte difficoltà applicative rispetto al Piano casa 1. Anche questa legge è da cambiare, ma bisogna dare risposte ai cittadini, senza favorire nessuna speculazione.

Al termine dellintervento dellAssessore, la Presidente Lombardo ha sospeso la seduta. I lavori del consiglio riprenderanno mercoledì 12 ottobre alle ore 16.30 e per la stessa giornata, ma alle ore 10.00, è convocata la commissione Autonomia. Martedì 11 ottobre alle ore 18.00, infine, si terrà linsediamento delle commissioni. Red