“La Sardegna colpita dalla crisi economia e dall’agire nefasto di un Governo neo centralista e nord centrico paga un prezzo sociale altissimo, insostenibile. Le misure economico-finanziarie del Governo si miscelano con la incapacità della Regione di acquisire dallo Stato tutte le risorse ad essa destinate ad iniziare da quelle derivanti dal regime delle nuove entrate, e di spendere tutte quelle stanziate in Bilancio nei tempi e nei modi stabiliti dalle leggi.
Ora la situazione appare ancora più grave. All’indomani del devastante voto sulla mancata riduzione dei Consiglieri regionali si registra una progressiva delegittimazione delle istituzioni autonomistiche, della Giunta e del Consiglio.
Tutto questo richiede una decisione coraggiosa da parte di tutti. Un impegno di sei mesi per approvare la legge Statutaria, la legge elettorale e la legge finanziaria con un forte trasferimento di risorse al sistema delle autonomie locali soprattutto verso i Comuni per avviare iniziative per lo sviluppo locale e l’occupazione. Il fondo unico per gli enti locali deve essere incrementato di almeno un terzo e non ridotto. Questo anche in considerazione delle devastanti manovre economico – finanziarie approvate nel corso dell’estate. Infine, si sente la necessità di disposizioni severe per richiamare le burocrazie pubbliche ad una risposta operativa e di spesa adeguata alla drammatica crisi economica e un sistema celere ed attento di controllo.
Poi, al termine dei sei mesi, la parola fine a questa legislatura e il ritorno alle urne. Questa potrebbe essere una vera via d’uscita alla profonda crisi politica, culturale e morale nella quale anche la Sardegna annaspa.