Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione "Socialismo Diritti Riforme", dopo aver incontrato una delegazione degli operai in lotta esprimendo, con il Segretario Gianni Massa, solidarietà e partecipazione, ha dichiarato: "Un inatteso e sorprendente atteggiamento di "Opere Pubbliche", l’impresa che sta realizzando il nuovo carcere di Uta, rischia di rinviare nel tempo il completamento dell’opera vanificando i propositi dell’amministrazione penitenziaria intenzionata ad attivare la struttura nel primo semestre dell’anno prossimo".
"E’ inspiegabile – ha sottolineato Caligaris – che l’impresa abbia licenziato 30 dipendenti e da agosto non paghi gli stipendi ad oltre una sessantina di lavoratori mentre non si sa nulla sul contenzioso relativo all’esproprio delle aree. Al Ministero delle Infrastrutture sostengono che "Opere Pubbliche" riceve regolarmente quanto previsto dall’appalto assegnato con procedura d’urgenza, e quindi senza gara, nell’ambito dell’emergenza carceri. Nel frattempo però è stato modificato, per la quarta volta, il cartello d’inizio lavori da dove è scomparsa la data prevista per la loro conclusione. Una cancellazione che alimenta i dubbi sulla imminente consegna".
Secondo quanto riferito dagli operai e dai dirigenti sindacali, l'azienda attribuirebbe i ritardi nel pagamento degli stipendi a scarsa liquidità e ad adempimenti burocratici.
"Dal nostro sopralluogo – ha concluso la presidente di Sdr – è emerso un altro dato preoccupante difficilmente il carcere potrà essere reso agibile prima della fine del 2013. Oltre al completamento delle opere murarie sono infatti da realizzare quelle fognarie, idriche, viarie e della depurazione. Mancano inoltre le strutture per l’accoglienza degli operatori penitenziari e dei familiari dei detenuti ed è ancora irrisolto il problema della bonifica dell’intera area. Tutto ciò senza che da nessuna parte si assuma l’iniziativa di una conferenza dei servizi". Com.