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Napolitano: “La Costituzione va consolidata”

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda l'anniversario dell'eccidio di Marzabotto sottolineando la forza dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

"I valori e i principi fondamentali cui si ispirarono quanti, sacrificando sé stessi e la propria vita, hanno consegnato alle generazioni successive una Repubblica nuova e libera. Spetta a ciascuno di noi, in nome di quegli stessi principi, continuare ad amarla e consolidarla".

"In occasione della celebrazione dell'anniversario dell'orrendo eccidio di Marzabotto, rivolgo il mio partecipe saluto a Lei, signor sindaco, alle Autorità convenute, alle rappresentanze combattentistiche e all'intera comunità cittadina. Ed un commosso pensiero ai familiari di Dante Cruicchi, già vostro sindaco, che ha lasciato in quanti lo conobbero e lo apprezzarono un sincero e unanime rimpianto", scrive il Presidente della Repubblica nel messaggio inviato al sindaco di Marzabotto Romano Franchi.

"E' un dovere per noi tutti perpetuare il ricordo di coloro che combatterono nelle fila della Resistenza, restituirono all'Italia il bene supremo della libertà e della dignità nazionale. A loro si deve se l'Assemblea costituente potè approvare, grazie alla convergenza di forze politiche diverse, la nostra carta fondamentale in cui sono enunciati i valori e i principi fondamentali cui si ispirarono quanti, sacrificando se stessi e la propria vita, hanno consegnato alle generazioni successive una Repubblica nuova e libera. Spetta a ciascuno di noi, in nome di quegli stessi principi, continuare ad amarla e consolidarla. In questo spirito e nel ricordo delle vittime dell'eccidio - conclude Napolitano - rinnovo a tutti i familiari e partecipanti alla cerimonia il mio commosso, partecipe saluto".

 

Napolitano: carceri sovraffolate vergogna d'Italia

"Il sovraffollamento delle carceri è una vergogna per l'Italia", ma per ora non ci sono le condizioni per un'amnistia. In visita con il ministro della Giustizia Nitto Palma all'istituto per rieducazione per minori di Nisida, il capo dello Stato Giorgio Napolitano torna ad esprimere la propria preoccupazione per le condizioni insostenibili in cui sono costretti a vivere i detenuti, ristretti in penitenziari che scoppiano e a ribadire la necessità di intervenire subito per voltare pagina. Ma spiega di non ritenere praticabile in questo momento il ricorso a un provvedimento generale di clemenza, perché per approvarlo "ci vuole un accordo politico che allo stato non c'è"

Si tratta di un tema che sta molto a cuore al presidente della Repubblica, che più volte nei mesi scorsi ha parlato di una situazione "drammatica" , incompatibile con il rispetto della dignità delle persone, sollecitando il Parlamento a intervenire di fronte a una questione di "prepotente urgenza". E oggi davanti ai ragazzi di Nisida scandisce: "non sono degne di essere umani le carcere sovraffollate"; per questo servono "passi rapidi" per arrivare a "un cambiamento radicale della situazione". Interventi che non significano per forza, spiega Napolitano, un nuovo provvedimento generale di clemenza, come quello che stanno chiedendo da tempo inutilmente i Radicali con lo sciopero della fame e della sete e da ultimo con la scelta, che ha provocato una lacerazione con il Pd, di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia al ministro Romano.

"Non ci si deve affidare solo all'amnistia", osserva infatti il presidente della Repubblica, ricordando che dal 1945 a oggi si è già fatto ricorso 24 volte a questo strumento e spiegando che con il ministro della Giustizia sono già state messe "a fuoco alcune possibilità di intervento"; perché per eliminare la piaga del sovraffollamento non si deve "pensare nei termini di tutto o niente". 

C'è l'impegno del governo ad intervenire, ci auguriamo già dalla prossima settimana, sulla drammatica situazione del sovraffollamento della carceri", assicura da parte sua Nitto Palma che già in occasione della sessione straordinaria del Senato sulla questione carceri aveva espresso la propria contrarietà all'amnistia; meglio puntare, aveva detto in quell'occasione, sulla depenalizzazione dei reati minori, su un ripensamento della custodia cautelare di cui si fa "abuso", e su un ampliamento della cosiddetta "svuota-carceri'. 

Quanto la situazione delle carceri sia drammatica lo dicono i numeri: nei 206 penitenziari sparsi su tutta la Penisola i detenuti sono 67.377 a fronte di 45.732 posti regolamentari. Una condizione che ci allontana dal resto dell'Europa, visto che il numero dei reclusi per ogni 100 posti nel nostro Paese è 148,2 a fronte di una media che nel Vecchio Continente è del 96,6%.