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Dopo il successo della raccolta di firmeMaroni afferma: si proceda con il referendum

"Sono rimasto impressionato dal numero di firme raccolte in così poco tempo: anche questo è un segnale forte, sono dell'opinione che vada ascoltato e che si debba procedere al referendum". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentato il deposito delle firme in Cassazione per l'abolizione del 'Porcellum'.

"Non so se il Parlamento si metterà a riformare la legge elettorale, ma se lo fa - ha proseguito il ministro - dovrebbe riformarla nel senso del referendum".

"Si può discutere in maniera intensa su tutto tranne che su un punto, l'abolizione delle pensioni di anzianità, che è il chiodo fi so di Confindustria ma è una cosa ideologica". Lo ha detto Roberto Maroni interpellato sulle richieste comunque "sacrosante" degli industriali per lo sviluppo.

 "Ha risposto oggi la Padania, non ho nulla da aggiungere, non commento le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni né tantomeno quelle del capo dello Stato, prendo atto e basta, sono il ministro dell'Interno". Così Roberto Maroni ha commentato le parole espresse ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul fatto che "non esiste il popolo padano".

Alla domanda se quella frase possa incrinare i rapporti tra il capo dello Stato e la Lega, il ministro dell'Interno ha risposto: "Non credo. Sono opinioni note, non mi pare ci siano grandi novità".

"Sono parole pesanti e con il dovuto distinguo sono almeno parzialmente condivisibili, è un grido di allarme di un imprenditore che tiene alto nel mondo il made in Italy e che non possiamo liquidare semplicemente, come invece mi pare abbia fatto la Bindi, con una battutaccia". Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentato dal Sacromonte di Varese la lettera aperta scritta dal patron della Tod's, Diego Della Valle, e fatta pubblicare a pagamento su diversi quotidiani.

"Conosco Della Valle, lo stimo ed è un grande imprenditore - ha concluso Maroni - ha le sue opinioni e il coraggio di esprimerle pubblicamente, cosa che non tutti fanno, e gli riconosco questo merito".

Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non è detto che se la Corte Costituzionale ammetta il referendum le uniche due opzioni siano votare per il referendum o fare una legge in Parlamento perché "ci può essere la scappatoia di chi dice che è meglio andare a votare con questa legge".

Per Fini si tratta di una possibilità da scongiurare "perché - ha detto parlando al Taranto Finanza Forum - è meglio fare una nuova legge elettorale in Parlamento che sia la più condivisa possibile e con una maggioranza ampia". "Perché non è possibile - ha aggiunto - far valere il principio che ogni maggioranza fa la legge che più la aggrada". 

"Mi auguro che il presidente del Consiglio, che si lamenta perché dice che il capo del governo ha pochi poteri, eserciti il potere che la legge attribuisce esclusivamente a lui". Ma vi pare - ha aggiunto Fini - che per nominare il governatore della Banca d'Italia, che è un'autorità indipendente, si debba mettere d'accordo con la Lega, fare un vertice di maggioranza, mediare nel suo partito, come se fosse una scelta politico-partitica?". "In nessun Paese europeo c'è una prassi di questo tipo - ha concluso - e io sono preoccupato di come le istituzioni italiane vengono percepite all'estero".

"L'unica alternativa all'autodeterminazione dei popoli è la trasformazione in senso federale dello Stato, per fare s che il cittadino venga trattato come tale e non come suddito". Lo afferma in una lunga nota il ministro per la Semplificazione Normativa ed esponente della Lega Nord, Roberto Calderoli.