La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito l’assemblea è passata all0esame del punto all’ordine del giorno, con la votazione sulla mozione n° 147.
Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha dichiarato che “dopo la replica del Presidente della Regione, tutte le cose sono state dette e, nel chiedere la votazione a scrutinio segreto, ha auspicato “ampia facoltà di voto ai consiglieri regionali.”
L’assemblea ha quindi proceduto alla votazione con il seguente esito: favorevoli 28, contrari 36, astenuti 1. Il consiglio non approva.
Mozione n° 145 (Bruno e più) sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia alla Keller di Villacidro e sulle gravi conseguenze economico-sociali che il mancato rilancio dell’importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando
La Presidente ha sottoposto all’attenzione dell’aula il successivo punto all’ordine del giorno, la Mozione n° 145 (Bruno e più) sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia alla Keller di Villacidro e sulle gravi conseguenze economico-sociali che il mancato rilancio dell’importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando, con richiesta di convocazione straordinaria del consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’art. 54 del Regolamento.
Tarcisio Agus (Pd), illustrando la mozione, ha sottolineato il momento difficile di una azienda che ha rappresentato una realtà importante, a livello regionale e nazionale. Ora vive un momento molto delicato, in un contesto economico generale di grande difficoltà per la Sardegna, nonostante mantenga un elevato livello tecnologico e di professionalità. L’ultimo piano industriale sembrava aver aperto grandi prospettive sui mercato internazionali, dal nord Europa all’Asia, ma ora la revoca delle commesse da parte di Trenitalia ha rimesso tutto in discussione, rendendo concreto il pericolo di un fallimento che significherebbe la fine di una lunga stagione di cultura industriale”. Esistono tuttavia, ha sostenuto ancora Agus, buone possibilità di irrobustire la compagine sociale e salvare la Keller, un obiettivo sul quale la Regione deve impegnarsi a fondo, chiamando il Governo alle sue responsabilità, non solo per salvare gli oltre 300 posti di lavoro ma per mantenere una presenza produttiva fondamentale per il Medio Campidano e per tutta la Sardegna”. Inoltre, ha concluso Agus, sarebbe opportuno sollecitare il Governo ad aprire un tavolo di confronto più ampio, con una attenzione maggiore a quei segmenti di mercato, come il Nord Africa mediterraneo, che possono avere bisogno di una industria di eccellenza per accompagnare i loro processi di sviluppo.
La presidente Claudia Lombardo ha quindi aperto la discussione generale e ha dato la parola a Giuseppe Cuccu (Pd): Non per sminuire l’importanza dell’assessore, ma avrei preferito che ci fosse anche il presidente Cappellacci visto il momento drammatico. E ha aggiunto che si sta parlando di 400 posti di lavoro: Da anni porto il grido d’allarme dei lavoratori delle loro famiglie. La prima mozione presentata risale al 2008, a quella seguì un ordine del giorno a febbraio 2008, un altro ordine del giorno e un’altra mozione, e infine due lettere da me inviate al presidente. Lettere rimaste lettera morta, ha continuato Cuccu, Dobbiamo essere tutti dalla stessa parte, dalla parte dei lavoratori. Lo Stato ha manifestato il suo disimpegno, e invece lo Stato deve essere impegnato in Sardegna. A marzo 2011 si sono manifestate tutte le intenzioni di Trenitalia, escludendo dalla gara d’appalto tutte le aziende con siti nelle Isole. Una cosa vergognosa, ha proseguito Cuccu. Nel frattempo sono arrivate le difficoltà finanziarie dell’azienda. All’inizio dell’estate, poi, è arrivato il parere favorevole della Commissione europea, poi l’ennesima doccia fredda da parte di Trenitalia: il 31 agosto ha revocato le commesse alla Keller per 16 milioni e ha presentato una richiesta di danni nei confronti della stessa azienda per altri 10 milioni. La settima scorsa, poi, la comunicazione di Trenitalia di aver provveduto alla cancellazione dell’azienda dall’elenco di qualificazione dei fornitori di beni e servizi. Io mi chiedo: è mai possibile che in quest’Isola si permetta a un’azienda di Stato di macchiarsi di un fatto gravissimo: di uccidere un’azienda produttiva? A meno che non si voglia ancora una volta sacrificare gli interessi dei sardi sull’altare di altri interessi nazionali. Cuccu ha poi concluso: Dobbiamo avere risposte certe dal governo. Dobbiamo fare di tutto, noi e il governo, perché l’azienda di Villacidro non muoia.
Il vicepresidente Michele Cossa ha dato poi la parola a Efisio Planetta: Nella premessa è sintetizzato il fallimento di una consolidata prassi politica, inefficace, ossia di impegnare il presidente della Giunta a trattare con il Governo, pur sapendo che tipo di interlocutore è il Governo italiano. La Sardegna ha portato troppe trattative sul tavolo dello Stato, a mio parere inutilmente. Perché parliamo di uno Stato vessatore e ingiusto che ci tratta come colonie, consentendo di dilapidare le nostre risorse e danneggiare l’ambiente. Planetta ha fatto quindi l’esempio dell’Eni, del Ministero della Difesa e delle servitù militari, dei Ministeri dei Trasporti e delle Finanze, con la farsa della continuità territoriale e del caso Tirrenia, e ora di Trenitalia. Per l’esponente del Partito sardo d’Azione è finito il tempo delle chiacchiere e dell’essere fiduciosi: Un copione già visto in decine e decine di situazione analoghe. Sono profondamente indignato e dispiaciuto come sardo: tutto questo è inaccettabile soprattutto per i lavoratori. E ha aggiunto: La Keller ha un altro killer: le ferrovie italiane. Il mandante è questo Stato italiano, che si ripete e affossa un’altra azienda sarda e con essa l’economia del territorio. Non c’è più tempo di attendere, è tempo di reagire e restare aggrappati ai segnali di fumo.
Radouan Ben Amara (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha constatato amaramente che ogni volta che c’è una fabbrica in grado di lavorare e produrre c’è sempre qualcuno che tenta di soffocarla. Ora è Trenitalia che si distingue in questa azione negativa, mentre la stessa Unione europea ha recentemente apprezzato il piano industriale dell’azienda. Il Governo, intanto, continua a fare annunci e promesse, sul solito incontro continuamente rinviato a data da stabilirsi. Non si può, di conseguenza, dare ancora dare fiducia alle parole, compreso un fantomatico piano B teso ad individuare nuovi soci, che appare troppo indefinito per essere davvero credibile. In realtà, secondo Ben Amara, sta accadendo che la Sardegna è sottoposta ad un drammatico processo di desertificazione economica e sociale e il fatto più grave e che tutto ciò stia accadendo nel disinteresse della politica sarda. Il Governo, dunque, deve invece impegnarsi seriamente per la Sardegna e la Regione deve abbandonare la sua posizione immobilista. Bisogna riconoscere anche, ha poi osservato l’esponente di Sel, che nel management dell’azienda c’è poca trasparenza unita a diversi errori nella gestione. Forse qualcuno, sostengono molti su facebook si è impossessato del bottino. Ma i lavoratori, ha concluso Ben Amara, non possono più attendere, non possono vivere nell’incertezza, non possono vivere senza diritti sociali e senza prospettive, non possono continuare a subire la menzogna e il diktat delle istituzioni. I lavoratori non vogliono diventare ricchi ma solo vivere senza preoccupazioni.
Michele Cossa (Riformatori sardi) ha sottolineato che la vicenda della Keller costituisce una anomalia in un certo panorama economico fatto scelte sbagliate e ritardi nell’inserirsi in mercati globali in grande cambiamenti. Qui, invece, non siamo in presenza di una azienda decotta, anzi; è competitiva, all’avanguardia sul piano tecnologico, ha professionalità giovani di ottimo livello, ha un grande mercato reale e potenziale, sia sul piano interno che internazionale. Sul piano interno perché la stessa Sardegna punta all’alta velocità per rinnovare la sua rete, all’esterno perché il Nord Africa ha concrete prospettive di modernizzazione. Di fronte a tutto questo, ha proseguito Cossa, c’è che la crisi della Keller è attribuibile solo al contratto con Trenitalia, ed è per molti aspetti emblematica della storia di qualunque impresa che opera in Sardegna. Da quando è stata soppressa la linea fra Golfo Aranci e la penisola, la Keller non ha avuto la possibilità di caricare il suo materiale e, da quel momento, Trenitalia ha avviato un contenzioso contrattuale proprio per contestare i ritardi nelle consegne. Di fatto, ha continuato Cossa, Trenitalia è passata sulla testa del Governo e della giunta regionale. Cosa fare? Credo che l’Assessore Zedda e il Presidente Cappellacci stiano facendo bene. In questa vicenda la Sardegna si sta giocando molto, in termini economici e di credibilità, ed occorre operare col massimo impegno.
Nel dibattito generale è intervenuto poi Renato Lai (Pdl) che ha detto che la situazione di grave crisi che ha colpito la Keller è frutto della dismissione strutturale e dell’atteggiamento vessatorio di Trenitalia verso la Sardegna. Il consigliere del Pdl ha sottolineato la necessità di una forte presa di posizione del Consiglio regionale, necessità peraltro già ribadita nella scorsa legislatura. La Sardegna - ha aggiunto - non è disposta ad accettare soprusi di tale portata. Nella nostra regione esiste una tendenza che non fa niente non solo per sviluppare i trasporti su rotaia ma anche per salvaguardare l’esistente. In questa situazione Trenitalia trova terreno fertile per peggiorare la situazione. La Keller - ha detto ancora Renato Lai - è una realtà industriale di primissimo piano che deve essere difesa soprattutto dall’attacco della politica di Trenitalia che ha come obiettivo quello di affossare le ferrovie in Sardegna. La classe politica regionale deve essere unita. Perché l’interesse primario deve essere anche quello di difendere una punta di diamante della nostra realtà produttiva: la Keller. Sono in gioco tanti posti di lavoro, la Regione non può accettare un’azione che danneggia la Sardegna. Il nostro servizio ferroviario deve essere rapportato agli standard italiani ed europei.
Il vicepresidente Cucca ha poi dato la parola a Giampaolo Diana (Pd): Assessore la mozione di oggi risale al 7 settembre, spero lei abbia da riferirci qualcosa che dia una prospettiva a questa azienda. Stiamo discutendo di una realtà produttiva che ha una valenza che va ben oltre la Keller, perché la Keller è un’azienda che ha investito in innovazione sia di processo sia di prodotto, e ha un know how importante. E’ un’azienda che sta sul mercato e che fa della qualità delle sue produzioni un fattore di competitività. Dobbiamo sentire la responsabilità di non compromettere il futuro di questa azienda. Il vicecapogruppo del Pd ha poi proseguito: La Keller è un supporto fondamentale a un’infrastruttura indispensabile che è il collegamento su ferro tra la nostra Isola e il Continente, collegamento cancellato in modo colpevole da Trenitalia e lo Stato. Non ho sentito assessore, dai sue predecessori, visto che lei è appena arrivata, e dal presidente che continua a brillare per assenza, una voce autorevole forte.
Diana ha poi aggiunto: Assessore vorrei conoscere a questo punto anche il suo programma, quali azioni concrete intenda portare aventi per riportare un minimo di equilibrio tra gomma e ferro, passeggeri e merci. La Sardegna è l’unica regione in Europa dove si registra un rapporto negativo a sfavore del ferro. Ma le chiedo anche come intenda portare avanti la negoziazione con il Governo e Trenitalia su questi argomenti, e cosa intenda fare davanti a questa arroganza di Trenitalia e del governo?
Per Giorgio Cugusi (Sel Comunisti Indipendentistas) la mozione rappresenta un richiamo al governo sardo perché questa vertenza in atto si trasformi in un’azione di autorevolezza nei confronti del governo. E ha aggiunto: Andiamo al di là del voto, che ritengo scontato, e chiediamo all’assessore quali modalità ha messo in atto e metterà in atto per portare avanti la vertenza della Keller, una delle poche e rare eccellenze rimaste nell’Isola.
Giacomo Sanna, capogruppo del Psd’Az, ha rivolto all’assemblea un appello alla concretezza, altrimenti rischiamo di non produrre i benefici che i lavoratori auspicano. La vicenda di Trenitalia, ha ricordato, ci è passata sotto il naso da almeno un decennio. Ci hanno cancellato dalla rete nazionale e già questo è un fatto gravissimo su cui non c’è stata alcuna reazione. Negli anni 90 si decise di rinunciare al progetto di una nave da 100 miliardi che avrebbe dovuto rilanciare un servizio merci, ma quei soldi sono finiti chissà dove, non certo in Sardegna. Ora c’è un collegamento a domanda? Il fatto è che Trenitalia, anche se non viaggia, si mette in tasca 11 milioni l’anno; quelli sono soldi della Sardegna, dove qualcuno vuole fare un dente d’attracco a Porto Torres, magari per i rifiuti. Questa cosa non la faremo passare mai. Fermiamo questo gioco al massacro, è il senso dell’appello di Sanna, proviamo ad indignarci e soprattutto a fare proposte concrete. La politica deve sentire l’obbligo di cercare risposte ai problemi, altrimenti ha ragione l’antipolitica. Dal 2012, abbiamo già la maggior parte delle risorse disponibili, ci sono da costruire sei motrici per la rete sarda: facciamole costruire alla Keller. Avremo bisogno di almeno 16 vagoni (costo medio 2.5 milioni): facciamoli costruire alla Keller. Solo dopo potremo aprire il tavolo col Governo, in un confronto non condizionato come ora dallo stato di necessità.
Claudia Zuncheddu (sel-Comunisti-Indipendentistas) ha rimarcato in modo molto critico l’assenza del Presidente della Regione. Il problema della Keller, ha affermato, è l’ennesima condanna per il popolo sardo, condanna ingiusta arrivata al termine di un processo per genocidio, soprattutto perché la crisi dell’azienda è etero-diretta da Trenitalia. Per questo occorre sapere cosa sta succedendo a Roma e cosa sta facendo il Presidente della regione per difendere gli interessi della Sardegna”. Che il Presidente e la giunta diano le dimissioni se non riescono a raggiungere risultati, ha concluso, “forse a quel punto il Governo dimostrerebbe finalmente qualche sensibilità”.
Ha preso poi la parola Attilio Dedoni (Riformatori sardi – Liberaldemocratici): “Quando una persona perde il lavoro perde una parte di sé, lo comprendiamo e siamo vicini a queste persone, ma ancora una volta dico che il Consiglio regionale non può camminare a mozioni. Lo sviluppo della Sardegna non si ferma alle mozioni, ha bisogno di altro. Quando si è chiuso il trasporto Golfo Aranci Civitavecchia non c’èra questa amministrazione, ma c’era quella di Soru. Non voglio colpevolizzare nessuno, ma non si può sempre puntare il dito contro gli altri.
Dobbiamo capire – ha aggiunto - quali sono le linee di sviluppo per la Sardegna. Trenitalia sta giocando la stessa partita dell’Eni con le aziende sarde. Dove abbiamo lasciato la nostra autonomia, dobbiamo essere capaci di stringere un nuovo patto con il governo italiano e con l’Unione europea. Lo Stato ci deve – ha ricordato Dedoni - almeno 10 miliardi di euro. Su questi temi dobbiamo fare autocritica da tutte le parti: non siamo stati capaci di contrapporci al governo nazionale di turno, che fosse di centrodestra o di centrosinistra”. Poi parlando del presidente della Giunta ha concluso: “Non mi interessa che ci sia qui Cappellacci, ma che porti a casa i risultati, se poi non lo farà sarò il primo a dire che non ha la mia fiducia”.
Subito dopo è intervenuto Carlo Sechi (Sel – Comunisti – Indipendentistas): “Vorrei trovare soluzioni per la Keller meccanica. Sono stati di certo fatti tanti errori: soprattutto l’incapacità di difendere il collegamento Golfo Aranci Civitavecchia. L’inizio di un progetto criminale che evidenziava la strategia di Trenitalia. Ma quello che più preoccupa è che un’azienda importante, che ha potenzialità, prospettive, che ha bisogno di un piccolo aiuto. Ancora una volta viene colpita la Sardegna per difendere interessi che sono fuori dalla Sardegna”. Sechi ha poi proseguito: “Siamo davanti a un governo patrigno e ingrato, ma ci chiediamo anche che ruolo stia svolgendo il governo regionale. Dobbiamo cercare di nuova occupazione, ma dobbiamo anche difendere quella già esistente: non possiamo permetterci di perdere un solo posto di lavoro. Se non siamo capaci di dare risposta a questa situazione è meglio che lasciamo libero il campo”. E concludendo, l’esponente dell’opposizione ha affermato: “Non si può rinunciare al trasporto su rotaie, diversamente la Sardegna sarà isolata”.
Roberto Capelli (Misto) ha detto in apertura che il significato della mozione ha portato l’assemblea “ad allargare il campo per soffermarsi più in generale sul problema dei trasporti, certamente vitale per lo sviluppo della Sardegna”. Su questi problemi, ha detto, “occorre chiedersi innanzitutto dove sono i parlamentari sardi, sia di governo che di opposizione. Servirebbero azioni forti, come quelle messo in campo per Roma capitale o per la Sicilia. E la Sardegna avrebbe avuto mille motivi più di altri per esercitare una pressione fortissima sul Governo: invece subisce passivamente la chiusura di tante azienda, dalle ex partecipazioni statali in poi.” La Keller, dunque, secondo Capelli non è stata la prima azienda in crisi e purtroppo non sarà l’ultima pur essendo una grande risorsa di tutta la Sardegna. Il nono sta qui: come Regione abbiamo competenza sui trasporti interni e possiamo fare qualcosa. Investiamo da subito sulle professionalità della Keller, dato che abbiamo una rete ferroviaria arretratissima e insufficiente da ammodernare”.
Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha definito la vicenda della Keller emblematica “di un processo di desertificazione del sistema industriale regionale, deciso dai poteri forti dell’economia e della politica in sedi diverse dal consiglio. Ha colpito la chimica, l’alluminio e tante altre attività come la lana di roccia, in più parti della Sardegna. Oggi colpisce un’azienda di eccellenza, industrialmente più forte di tanti altri competitori europei, con la mano pubblica di Trenitalia. I tavoli col governo? I lavoratori non ci possono più credere, è uno stillicidio di parole inutili con un finale già scritto”. Keller e Trenitalia, in definitiva, ha concluso l’on. Uras, “sono due società pubbliche una delle quali cerca di mangiarsi l’altra, con motivazioni pretestuose e inconsistenti. Cerchiamo di recuperare l’orgoglio e fissare, attraverso la Keller, un confine che nessuno dovrà superare”.
Giulio Steri (capogruppo Udc – Fli) è intervenuto sottolinendo che questa mozione in discussione “fa seguito a una serie di mozioni in cui abbiamo esaminato altre crisi che hanno colpito altre situazioni economiche. Se noi non abbiamo una spinta morale nell’affrontare questo problema è tutto inutile”. L’on. Steri ha anche evidenziato la parte di responsabilità nella crisi della Keller della dirigenza della società, oltre all’evidente comportamento attuato da Trenitalia, non solo nei confronti della Keller ma anche della Sardegna. “Dobbiamo recuperare – ha aggiunto l’on. Steri - la volontà di andare avanti uniti nelle rivendicazioni da portare sul tavolo con il governo. Abbiamo crediti enormi nei confronti dello Stato. Il nostro rappresentante in Parlamento, l’on. Mereu, si è attivato sempre e celermente, con interrogazioni e interpellanze, ma purtroppo è lasciato solo dagli altri”. Il capogruppo dell’Udc-Fli ha aggiunto che “non è più il tempo dei proclami ma delle azioni concrete e per questo chiediamo alla Giunta quali azioni stia portando avanti. Dobbiamo garantire il posto di lavoro dei 400 dipendenti della Keller, ma a monte dobbiamo affrontare i problemi generali”.
Nel suo intervento, Mario Diana (capogruppo Pdl) ha affermato: “Credevo che su questa materia avremmo potuto risolvere la discussione in tempi più brevi, perché non è la prima volta che ne parliamo. Ci troviamo ad affrontare il problema della crisi della Keller, non causata dalla Regione e dal governo. Anche in questo caso che la Giunta regionale e l’assessore Zedda stanno facendo il loro lavoro. Questa azienda deve essere rivalutata in senso più ampio. Dobbiamo risolvere il problema una volta per tutti, e credo che sia importante il lavoro che si sta facendo nei confronti del governo e del governo nei confronti di Trenitalia”. Diana ha poi concluso: “Assessore prosegua nel portare avanti tutte le azione necessarie per non far chiudere questa azienda. Noi abbiamo la volontà di farlo e l’abbiamo dimostrato. Sono convinto che sia un problema che si può risolvere”.
L’Assessore dell’Industria on. Alessandra Zedda ha affermato all’inizio del suo intervento che “il Presidente Cappellacci ha seguito costantemente la vertenza della Keller, sia a livello regionale che nazionale”. Entrando nel merito del dibattito svoltosi in consiglio regionale l’Assessore ha ribadito che “La Keller è un’azienda sana dal punto di vista industriale che ha solo problemi finanziari. Anche considerando la crisi attuale delle aziende elettromeccaniche, la Keller è e resta la seconda realtà nazionale del settore, dopo l’Ansaldo-Breda. Da poco, infatti, si è aggiudicata una importante commessa da 80 milioni euro in Nord Africa ed ha chiuso lo stabilimento di Carini, in Sicilia, per alleggerire la sua situazione debitoria. Oggi c’è una situazione complessa che riguarda anche il vertice della società, ma questo evidentemente non basta per cancellarla dal mercato”. Zedda ha poi ripercorso le teppe più significative della crisi dell’azienda: dal contratto con Trenitalia per una partita di mezzi ferroviari da 16 milioni di euro alla presentazione del piano industriale, a gennaio, al Ministero dello Sviluppo economico, ed a marzo all’Unione europea fino all’agosto scorso, quando proprio il via libera di Bruxelles al piano, che apriva la strada ad un consistente finanziamento da parte di Unicredit, poteva rappresentare il momento di rilancio definitivo. Un processo, ha spiegato l’Assessore, “interrotto bruscamente da Trenitalia, che ha disdetta alcuni contratti, incassato le relative fidejussioni ed applicato forti penali per presunte inadempienze contrattuali. A settembre, infine, ha cancellato Keller dall’albo dei fornitori”. Nonostante questo, ha spiegato ancora l’Assessore dell’Industria, “Regione e Sfirs hanno operato per sostenere l’azienda ed esplorare nuovi mercati per allargare la compagine societaria. Al Ministero dello Sviluppo economico e a quello delle Infrastrutture abbiamo chiesto che l’azienda possa ripartire con un accordo con Trenitalia e con il ripristino della tratta con Golfo Aranci. Alcune decisioni sull’allargamento della base societaria saranno prese in questi giorni o, al massimo, entro la prossima settimana”.
Al termine della relazione dell’Assessore, Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha chiesto una breve sospensione dei lavori, “per approfondire le interlocuzioni fra i gruppi finalizzate alla predisposizione di un ordine del giorno unitario”. La richiesta è stata accolta.
Alla ripresa dei lavori è stato presentato un Ordine del giorno unitario, primo firmatario Mario Bruno (capogruppo Pd), sulla Keller di Villacidro che impegna “la Giunta regionale a intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché la trattativa con Trenitalia sia portata a compimento dal Governo nazionale, chiedendo allo stesso, entro 15 giorni, l’attivazione di un tavolo di accordo che miri a un’azione coordinata sui trasporti e sulle azioni di sviluppo economico che consentano di far ripartire l’attività produttiva e di manutenzione dell’azienda Kelle; a sostenere iniziative adeguate finalizzate alla revisione degli accordi finanziari e commerciali tra Trenitalia e Keller; a sostenere le azioni necessarie alla realizzazione delle commesse già programmate per il rinnovo del materiale rotabile previsto per la rete regionale”. L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, con 68 voti favorevoli e la sola astensione della presidente. Claudia Lombardo ha poi dichiarato chiusa la seduta. I lavori riprenderanno domani mattina alle 10 con il Testo unico sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali. Red