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La maggioranza ripresenta la “Legge bavaglio”

Approda oggi alla Camera il ddl sulle intercettazioni che contrappone duramente maggioranza e opposizioni, e sul quale si è già espresso il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, auspicando che non si arrivi alla fiducia.

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato ieri una "legge sulle intercettazioni per tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo. Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini -incalza il premier- sentono che c’é uno Stato che non tutela più la nostra privacy”.

Sui blog e i social network continuano le raccolte di firme e proteste.  Roberto Natale, Presidente della Federazione nazionale della stampa italiana,  annuncia per giovedì 29 settembre una manifestazione a Piazza del Pantheon a Roma, alle 15.  Quel giorno- sottolinea Natale - il Governo Berlusconi riporta in aula il decreto legge sulle intercettazioni che ci scipperà del diritto di sapere, che renderà ai magistrati difficile indagare e ai giornalisti impossibile raccontare i fatti. Un’altra legge ad personam. Non se ne può più. Ogni volta che uno scandalo colpisce il Presidente del Consiglio, il Governo torna a voler limitare la libertà d’informazione. Non ce la faremo togliere, questa libertà".

L'argomento è molto delicato anche per internet italiano in quando nell'attuale disegno di legge è ancora presente la norma chiamata "ammazza blog" come nel precedente testo che era stato presentato lo scorso giugno. La norma prevede l'obbligo di un sito web, qualsiasi sito web non solo una testata giornalistica, di rettificare un articolo o notizia pubblicata entro 48 ore dalla richiesta via email da persone che si ritengono lese dal contenuto presente.

Non vi è possibilità di contradditorio o di rivolgersi ad una terza parte: bisogna rettificare il pezzo scritto e pubblicato online solo se si riceve una semplice email altrimenti si rischiano di pagare multe fino a 12mila euro.

Il contenuto del Ddl delle intercettazioni bloccherebbe di fatto la libertà di espressione della rete costringendo qualsiasi persona che scrive a modificare i contenuti in base anche ad una sola semplice email di protesta con un rischio di censura elevatissimo accentuato anche dalle multe possibili.

Inoltre, tutti i siti web verrebbero equiparati, non ci sarebbe più distinzione tra un giornale, con la sua organizzazione anche legale, e siti web e blog personali che non possono contare di simili strutture con tutte le conseguenze del caso 

Ferma presa di posizione del leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro che promette battaglia e scrive sul suo profilo facebook: "state certi che anche noi dell'Idv non staremo con le mani in mano".