Il titolare del Tesoro Giulio Tremonti, dopo la due giorni a Washington per il consueto meeting del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, taglia corto. I dati che esibisce, sull'avanzo primario, provengono dal Fmi stesso e metterebbero al riparo il Paese dai rischi di collasso paventati dopo il downgrade del nostro debito sovrano dell'agenzia di rating Standard and Poor's. "Noi abbiamo il bilancio in equilibrio, in avanzo primario, un bilancio talmente solido che sta in piedi anche da solo, ovviamente in mancanza di shock esterni e anche se la crescita è scarsa", ha infatti assicurato Tremonti.
L'Europa, per uscire dalla crisi, sostiene Tremonti, dovrà trovare la soluzione al suo interno. E soprattutto, ripete, "avrà bisogno di strumenti straordinari per far fronte a una situazione straordinaria". La soluzione europea per la crisi europea, insiste, "potrà solo passare da una maggiore integrazione politica ed economica, da una maggiore governance", e prevedere, "gli eurobond, una parola terribile e impronunciabile fino a poco tempo fa, che adesso è sulla bocca di tutti".
Se ne va o resta? Tremonti ascolta in silenzio la domanda d'esordio della conferenza stampa finale degli incontri al Fondo monetario internazionale ed evita di rispondere.
"Come si dice - si limita a replicare il ministro - cuius regio eius religio (di chi è la regione di lui sia la religione). Qui si parla del Fondo, dell'Italia nel Fondo e quindi cortesemente la pregherei di rispettare questo tipo di convenzione che da sempre abbiamo qua", dice il ministro alla giornalista che l'ha interrogato.