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Marcegaglia lancia il manifesto delle imprese

Un manifesto in 5 punti, una agenda di proposte per ricompattare il fronte delle parti sociali nel pressing sul governo, e per lanciare ancora un ultimatum. Serve un confronto serio, misure per lo sviluppo subito, chiede ancora Confindustria, che avverte: concretezza o stop al dialogo con l'esecutivo. 

"Non saremo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità”, dice la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, che da Firenze preannuncia un "Manifesto delle imprese per salvare l'Italia". Una piattaforma, che verrà inviata a Palazzo Chigi ed alle altre parti sociali, per ridare forza alle richieste al governo e per rinsaldare la cordata imprese-sindacati che si e' presentata ampia e compatta ad inizio agosto per poi incrinarsi nelle strettoie dei risicati margini di confronto sulla manovra economica. 

Emma Marcegaglia ha presentato la sua strategia ieri alla riunione di giunta dell'associazione degli industriali, incassando un mandato forte ad andare avanti su questa strada.

Mentre oggi a Firenze, in un colloquio riservato, avrebbe avuto la conferma di una forte sintonia con il presidente dell'associazione bancaria, Giuseppe Mussari, che dietro le quinte ha un ruolo forte nel tessere il difficile equilibrio tra le molte anime dell'alleanza tra parti sociali, e nel ricucirne gli strappi. 

Da Piacenza il segretario della Cgil Susanna Camusso garantisce la disponibilità a cercare "un fronte comune" anche se restano distanze su singoli temi, "tante ricette diverse", posizioni spesso inconciliabili. Sono le mine sul percorso per una difficile ricerca di unità, come sulle pensioni: "strada sbagliata", ribadisce la sindacalista; mentre è uno dei 5 punti del manifesto degli industriali, che chiedono una riforma "che ci metta in linea con gli altri Paesi europei". 

Continua poi il pressing per la riforma fiscale, al primo posto nel manifesto degli industriali: "Abbassare le tasse a chi tiene in piedi il Paese, lavoratori e imprese. Siamo pronti anche a una piccola patrimoniale", ribadisce Emma Marcegaglia. Poi privatizzazioni, liberalizzazioni, infrastrutture. Quello che gli industriali chiedono da lungo tempo. Per la Uil sarebbe "una buona base di partenza" la piattaforma in 8 punti presentata dalle parti sociali, tutte insieme, ad agosto: se Confindustria non si limita "a generici auspici, ad una lista dei desideri", Luigi Angeletti garantisce che sarà "un interlocutore molto disponibile". Di tutt'altro tenore i commenti che trapelano da ambienti di Governo, che parlano di una Marcegaglia che sta facendo la sua campagna elettorale, che ormai parla ogni giorno e che, ogni giorno, dice le stesse cose. 

Occhi puntati, ora, sul prossimo incontro al tavolo per lo sviluppo, al ministero dell'Economia, mercoledì. Dopo le prime due riunioni gli industriali sono delusi, scettici: il clima appare gelido, come sarebbe emerso chiaramente nelle riunioni interne, a via dell'Astronomia, dove si guarda al prossimo incontro in via XX Settembre come ultimo appello per il Governo. A Firenze, ad un convegno sull'economia in Toscana, Emma Marcegaglia insiste: "Noi vogliamo una vera discontinuità e la vogliamo velocemente: basta con le piccole cose, non siamo piu' disponibili a stare in una situazione di stallo".