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La promessa europea al G20: Fondo salva Stati più ampio

"Ci impegnamo ad adottare tutte le azioni necessarie a mantenere la stabilità del sistema bancario e dei mercati finanziati". Lo scrivono i ministri delle Finanze e i governatori della banche centrali del G20 nel comunicato diffuso a Washington dopo la cena a margine della riunione del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Positiva la reazione dei mercati europei. A Piazza Affari il primo indice Ftse Mib segna una crescita dell'1,67%, l'Ftse It All-Share un aumento dell'1,60%.

I rappresentanti del G20 assicurano una "risposta forte e coordinata per affrontare le nuove sfide dell'economia mondiale" e si impegnano a varare interventi "credibili di risanamento" e un "piano d'azione comune, ambizioso, in cui ciascuno farà la sua parte per sostenere la crescita".

In particolare, per quanto riguarda l'Europa nel comunicato si sottolinea che "i paesi dell'area euro stanno mettendo in atto le decisioni prese il 21 luglio 2011" e sono pronti ad "adottare le azioni necessarie per aumentare la flessibilità" del fondo salva-Stati (Efsf) così da ottenere "il massimo impatto" contro il rischio di "contagio" della crisi.

 I membri del G20, inoltre, assicurano di agire affinché "le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano un adeguato accesso ai fondi necessari per affrontare gli attuali rischi e per mettere in atto Basilea 3". In questo quadro, si sottolinea, "le banche centrali continueranno a essere pronte a fornire liquidità alle banche" con l'obiettivo di "politiche monetarie per mantenere la stabilità dei prezzi e continuare a sostenere la crescita".

"Sono stato a lungo convinto che non fosse necessario, ma le novità da Atene non sono incoraggianti. Tutti gli sforzi sono volti a prevenirlo, ma adesso sono meno sicuro di poter escludere un default rispetto a due mesi fa". Non usa giri di parole Klaas Knot, il presidente della Banca Centrale olandese e membro del consiglio Bce, in un'intervista al Het Financieele Dagblad.

 Knot è uno dei primi funzionari dell'Eurotower a parlare pubblicamente di un possibile default di Atene, dopo che la Bce ha sempre insistito che un fallimento dovrebbe essere evitato ad ogni costo, perché potrebbe destabilizzare la zona euro. Knot ha messo in discussione la capacità "della Grecia di realizzare quanto sia seria la situazione" e ha alimentato "dubbi sulla qualità del governo" e sulla capacità dei politici "di avere una presa stretta sul Paese". Secondo Knot, così come per il suo predecessore Nout Wellink, una delle possibili soluzioni per evitare l'eventuale contagio da un default della Grecia potrebbe essere l'aumento del fondo Efsf. 

L'agenzia Moody ha annunciato di avere abbassato di due livelli il rating di otto istituti di credito greci, motivando la decisione con la loro esposizione ai titoli di stato di Atene, il calo dei depositi e il peggioramento dell'economia ellenica. L'abbassamento del rating, che conclude un'analisi iniziata lo scorso 25 luglio, riguarda National Bank of Greece, EFG Eurobank Ergasias, Alpha Bank, Piraeus Bank, Agricultural Bank of Greece e Attica Bank , il cui giudizio scende a Caa2 da B3. Per Emporiki Bank of Greece e General Bank of Greece il taglio è a B3 da B1.