Sulla proposta di riduzione del numero dei consiglieri regionali, Silvestro Ladu (Pdl) ha chiesto "uno scatto di orgoglio unitario" per dare l'esempio "con sacrifici veri". Precisando che si tratta di un primo passo in avanti, ha ammesso che la proposta "non sarà comunque risolutiva dei problemi della Regione": "Sarebbe stato più giusto e opportuno discuterla insieme alla nuova legge elettorale sarda. Sarebbe stato meglio inserire questa modifica - ha aggiunto Ladu - all'interno della riforma complessiva dello Statuto speciale", un ammodernamento per il quale il Consiglio regionale deve assumersi tutta la responsabilità di legiferare.
Giampaolo Diana (Pd) ha spiegato gli elementi che, a suo avviso, hanno pesantemente condizionato il dibattito consiliare: la crisi tra le istituzioni democratiche e le vittime della politica economica vessatoria del Governo ("fatto di per se allarmante da esaminare con meno leggerezza"); la spinta dei grossi gruppi nazionali, a cominciare da quelli editoriali, per limitare gli spazi della democrazia rappresentativa a vantaggio di una oligarchia di poteri forti. Di sicuro, ha evidenziato, la pesante crisi economica impone a tutti di rinunciare a qualcosa per non incrinare il rapporto di fiducia tra i sardi e le istituzioni democratiche: "Non sono assolutamente d'accordo a che le cose restino come sono", a cominciare dal sistema elettorale.
Angelo Stochino (Pdl) è intervenuto per spiegare che "i sardi vogliono ben altro": un Consiglio regionale autorevole, capace di fare leggi che vengano concretamente applicate e in grado di andare a vedere meglio la situazione economica che la Sardegna sta vivendo. Sul numero dei consiglieri, Stochino si è dichiarato più favorevole ad una riduzione a 60 che garantirebbe la rappresentanza di tutti i territori dell'isola, compresi quelli meno popolati come l'Ogliastra.