Un nuovo filone d'inchiesta per associazione a delinquere per turbativa d'asta come ipotesi di reato, nato in forma di stralcio da una costola del caso Tarantini, viene curato dalla Procura della Repubblica di Bari.
Dall'atto d'accusa risulterebbe, a sua volta, stralciato e incardinato in altra inchiesta l'insieme dei piani dell'ex imprenditore sanitario barese Giampaolo Tarantini volti, secondo l'accusa, a realizzare affari grazie ai suoi legami con il Presidente del Consiglio. Le indagini sarebbero, in particolare, rivolte a definire ipotesi di reato con riferimento a diversi incontri tra Tarantini, imprenditori come Enrico Intini e Cosimo Catalano, e altri soggetti. Sotto la lente degli inquirenti un incontro che si sarebbe svolto in un hotel romano tra queste stesse persone e Lea Casentino (inquisita in altre indagini). all'epoca direttore generale della ASL di Bari. Nell'incontro si sarebbe parlato di cospicui appalti da assegnare ad amici del Tarantini. Analoghe iniziative sarebbero state poste in essere dal Tarantini verso dirigenti di Finmeccanica e di società a essa connesse i cui nomi sono circolati in questi giorni, ma che non risultano iscritti al registro degli indagati.
La Procura di Napoli intanto attende che si definisca la questione della competenza prima di prendere iniziative circa l'interrogatorio del premier Berlusconi in qualità di teste nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto ai suoi danni. Lo ha spiegato il procuratore, Giovandomenico Lepore.
Il procuratore ha tra l'altro sottolineato che non si può parlare di "ultimatum" al premier scaduto ieri sera, precisando che la richiesta alla Camera per l'accompagnamento coatto costituirebbe soltanto una "extrema ratio".